Diano Arentino Liguria

La valle dianese era abitata da tribù di Liguri Ingauni dediti alla pastorizia e all'agricoltura. In epoca romana i boschi della valle furono consacrati alla dea Diana, a cui probabilmente fu dedicato un tempio. Nel 1772 i borghi della valle, compreso Arentino, si fusero insieme dando vita alla "Communitas Diani", con statuti propri, autonoma dal castello di Diano. Diano Arentino divenne comune solo nel 1924. Visto dall'alto, appare come un insieme di case separate da una striscia di terreno coltivata a ulivi che segna idealmente il confine con le frazioni. La chiesa parrocchiale è dedicata a Santa Margherita e custodisce al suo interno un quadro raffigurante la Madonna del Rosario. Un altro quadro rappresenta Sant'Antonino e Santa Margherita. Il territorio comunale, rinomato per la produzione di olio extra vergine d'oliva, comprende altre due località: Borrello ed Evigno. La frazione di Diano Borrello fu fondata probabilmente dai monaci benedettini, come suggerisce la scelta di San Michele Arcangelo come patrono, a cui è dedicata una chiesa romanica (all'interno un bel polittico del XVI secolo dipinto da Brea). Evigno è un borgo arroccato ai piedi del monte Scortegabecco, meta turistica per l'antichissima chiesetta di San Martino, altro probabile retaggio benedettino. Il crinale erboso del pizzo d'Evigno è destinato al pascolo da tempo immemorabile, come testimoniano le numerose "caselle" (costruzioni in pietra di aspetto nuragico), le prime abitazioni dei Liguri Ingauni. Un ulteriore segno della nascita dei primi nuclei abitati sul pizzo d'Evigno è la presenza di tre "neviere": cavità artificiali rivestite di muri a secco per isolare e conservare ghiaccio e neve.