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Furore Campania

Info turismo Furore - Costiera Amalfitana


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Furore - Campania ( Italia )

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FURORE


 Provincia di Salerno

 Regione Campania

Costiera Amalfitana
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 TURISMO - visitare Furore

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Comune di FURORE

 dati e informazioni utili

Numero Abitanti : 681 (31-08-2022)
Altitudine s.l.m. : 300 mt.
Superfice Kmq. : 1,88
Denominazione abitanti : furoresi
Partita IVA : 00542760657
CAP Codice Postale : 84010
Codice Istat : 065053
Codice Catastale : D826

Mappa Furore

 GPS / Mappa

Furore - Coordinate geografiche / GPS
40°37'8.04" N - 14°33'12.74" E
Decimale: 40.61890 - 14.55354



FURORE (Costiera Amalfitana) è un Comune litoraneo totalmente montano di 681 abitanti, situato a 300 metri s.l.m. (Campania), il suo territorio si estende su una superfice di 1,88 kmq.

Su un pendio coltivato a vite e a ulivi si incontra Furore.
Il nome antico di tutta la zona era Terra Furoris, per l'assordante frastuono che, nelle notti di tempesta, il mare e il vento producevano rimbombando contro le alte pareti del fiordo che scende quasi a picco dall'orlo dell'altopiano di Agerola.
Una ripida scalinata conduce in basso.
Il fascino di questo tratto di costa è irresistibile, con il fiordo incuneato tra viti e rupi, casette minuscole e il mare.

Cenni storici
I Romani fuggiaschi, inseguiti dai Barbari, si rifugiarono su queste montagne e vi fondarono i primi insediamenti: Scala, Ravello, Furore.
Poi da quassù scesero verso il mare, fino a diventare navigatori abilissimi.
Nacque così la gloriosa Repubblica Amalfitana.
Furore restò, per la sua particolare conformazione, una roccaforte inattaccabile anche al tempo delle incursioni saracene.
I suoi abitanti si dedicarono in particolare alla pastorizia alla e all'artigianato.

Il Fiordo rappresentò un porto naturale, nel quale si svolsero fiorenti traffici e si svilupparono le antiche forme di industria: cartiere e mulini alimentati dalle acque del ruscello Schiato, che discendeva dai Monti Lattari.
Il nome Furore derivò dalla particolare furia che il mare assume nei giorni e nelle notti di tempesta e dal fragore dei flutti sulla scogliera e nel Fiordo, con rumori spaventosi e assordanti.
Il suo nome originario era “Terra Furoris” (terra del Furore).
Esso comprendeva anche un sobborgo, denominato “Casanova”, poi assorbito nell'espansione del paese e la cui denominazione è scomparsa.
Alcune delle famiglie più importanti hanno dato il nome a luoghi e strade: Le Porpore, Li Cuomi, Li Candidi, Li Summonti.
Questi ultimi, dopo aver lungamente fatto i pendolari per motivi di studio e di lavoro tra Furore e Napoli, si trasferirono definitivamente nella capitale del Regno verso la metà del 1400.
Pietro Summonte, sacerdote, fu amico del Sannazzaro, del Cariteo e del Pontano e con essi fondò la famosa Accademia.
Poeta e scrittore, insegnò grammatica e retorica allo Studio Generale di Napoli.
Lo stemma dell'antica Terra Furoris Universitas è rappresentato da uno scudo raffigurante una colonna d'oro in campo azzurro.
Le tre contrade di Furore, corrispondenti agli ambiti territoriali delle tre parrocchie (Santo Jaco, Sant'Agnelo e Sant'Elia), sono contrassegnate da tre stemmi: il Ciuccio, la Gatta e la Cicale.
Emblemi, la cui interpretazione, volendo rifuggire da forme araldiche o favolistiche, può avvalersi di precisi codici di lettura psicosociologica.
Il Ciuccio, ritto sulle zampe posteriori, allude a Priapo, dio della fecondità.
I Greci lo facevano cavalcare da Dionisio, mentre i Romani lo hanno visto divinità del mondo classico hanno sicura cittadinanza.
La Gatta, secondo la psicologia “animale femmina per eccellenza”, è abbinata alla dea Diana e resta inconfondibile emblema di libertà e di attitudine a vivere in condizioni difficili (la rupe furorese non può dirsi agevole!).
La Cicala, infine, è il simbolo dell'immortalità, della spiritualità, della vita dopo la morte.
Tant'è che nell'antica Cina si usava mettere in bocca ai defunti un amuleto di giada a forma di cicala.
La simbologia s'integra magnificamente e rappresenta il costume di vita e l'essenza stessa della gente di Furore.
E questo al di là di qualsiasi, diversa interpretazione.
Sempre possibile, anzi auspicabile.

Risorse naturali e culturali
Furore è stata per lunghi anni solo “una strada con panorama”.
Un paese-non paese, che gli stessi turisti di passaggio, nella loro corsa verso il mare, scandita dall'incantata visione del paesaggio, stentavano a individuare.
Bisognava connettere l'ambiente naturale alla vicenda umana, la geografia alla storia.
Solo così la lettura del paesaggio – inteso come territorio umanizzato, non solo da ammirare, ma da capire e da interpretare – poteva essere completa, densa di significati non soltanto estetici.
Da qui l'idea dei “Muri d'Autore”, quale strumento di rappresentazione trasfigurata della storia, delle tradizioni, dei riti e dei miti del paese.
Immagini artistiche capaci di provocare intense emozioni e di catturare l'attenzione anche del turista più distratto.
Nascono, così, a partire dal 1980, le pitture e le sculture murarie e, nel giro di pochi anni, si moltiplicano e si affermano fino a porsi fra le più compiute espressioni di arte contemporanea.
Arte viva, aperta alle istanze e ai fermenti della società, capace di riproporre le vicende storiche di questi luoghi con un linguaggio immediato e attuale, offerta alla quotidiana fruizione senza barriere, né steccati, che ne possano in qualche modo condizionare il godimento. Non un semplice parco naturale, ma un luogo modellato dal lavoro e dalla storia.
Un vero e proprio museo vivente.
È questo l'Ecomuseo del Fiordo, istituito per iniziativa del Comune, a conclusione di un lungo e faticoso intervento di risanamento igienico-sanitario dell'area e di recupero-riuso dell'antico borgo marinaro e delle annesse strutture protoindustriali, risalenti al XVII secolo e sottratte ad un lento, quanto inesorabile degrado.
Un Ecomuseo “del tempo e dello spazio”, che si sviluppa ai piedi del Vallone di Furore, dove, fino agli inizi del Novecento, funzionavano a pieno ritmo, grazie ad un ingegnoso sistema idraulico che utilizzava la forza motrice delle acque del ruscello Schiato, due mulini, due cartiere e una calcara per la produzione della calce.
La struttura mussale, affiancata da un Centro di Educazione Ambientale di Legambiente, costituisce un punto di riferimento per la popolazione locale, per i turisti e, soprattutto, per la scuola.
Uno scrigno prezioso per la riscoperta della cultura locale, oltreché un'occasione di ulteriore sviluppo sociale ed economico, non solo per Furore ma per l'intera Costa d'Amalfi.

Artigianato
Ancora una volta legata alle radici più proprie del territorio, l'attività dei Secacorne è connessa al bosco e al pascolo.
Di qui la materia prima – legno e corno – per una lavorazione che si affinerà attraverso i secoli e che darà vita ad una serie di scambi nell'ambito della ristretta economia costiera.
Esemplare in tal senso è il “patto” con gli abitanti di Scala, padroni di un territorio fra i più boscosi e quanto mai ricco di pascolo, aperto all'accesso dei Furoresi in cambio di pettini, tabacchiere, mortai e “vriale”.
Da un lato erba fresca per capre e pecore, dall'altro oggetti e utensili di uso domestico.
Questo senza tener conto dei tanti avventurosi mercanti da fiera paesana, che si spingeva con le loro “carrettelle” sino agli altipiani della Sila e ai monti della Basilicata.
Una artigianato fiorente sino alle soglie del nuovo secolo e al quale era improntata non solo l'economia del paese, ma il costume stesso dei suoi abitanti.
Basti pensare che non esisteva casa a Furore che non avesse il tornio per la lavorazione del legno e del corno (pensate alle cannelle, agli agaruli, alle saliere, ai manici per posateria, ai pomi da bastone) e il telaio.
La casa viveva all'insegna di questi due essenziali strumenti di lavoro.
L'artigianato artistico del traforo dell'argento è un superstite fra i più nobili.
Così come l'arte antica del ricamo non è stata del tutto dimenticata e le donne di Furore sono apprezzate in tutta la Costa per la loro perizia.

Prodotti tipici
Un ruolo determinante nella cucina locale giocano i prodotti tipici di Furore: pomodorini di montagna, olio di oliva, vino, patate di terra asciutta, erbe spontanee ed odorose.
Piatto monumentale è “totani e patate” ideato dal contadini pescatore di questa terra.
Tradizionali sono pure: “il migliaccio”, timballo di semola e carne di maiale; “la minestra maritata”, arricchita dalle verdure spontanee e profumate della collina; “la caponata”, fatta con il pane biscottato, bagnato e condito con pomodorini, acciughe e melanzane all'olio.
I salumi sono rappresentati da buoni prosciutti e, soprattutto, da salsicce, salsiccioni e soppressate.
Nell'insieme la cucina locale cattura e mescola profumo di terra e di mare.
Non dimenticate di portarvi a casa: i pomodorini “a piennolo”, conservati al filo, asciugati e ridotti a concentrato di profumi mediterranei; i limoni a Indicazione Geografica Protetta, sfusato amalfitano; le patate novelle; i taralli e il pane biscottato; l'uva pizzutella conservata sotto l'anice; il vino a Denominazione di Origine Controllata (DOC) figlio di antichi e nobili vitigni allevati a piede franco sui pergolati.
Particolarmente pregevole è anche la gamma dei dolci e dei rosoli fra cui sono da citare le “cicale” di pasta di mandorle e il “nanassino”, ricavato dalle bucce di fichi d'india.

Come raggiungere la località
A sette chilometri dagli scogli della Divina Costiera, lasciata l'Amalfitana, lungo i tornanti di una strada “fra le più belle al mondo”, si arriva a Furore.
Chi in Costiera ancora non vi è giunto, imboccherà la Napoli – Pompei – Salerno, uscita Castellammare di Stabia.
Di qui verso i Monti Lattari fino ad Agerola, per inebriarsi all'improvviso di infinito ed immergersi nell'azzurro della riviera.


Questa pagina, così come tutte le pagine dedicate ai Comuni della regione Campania, vogliono comunque essere utili al fine di promuovere il patrimonio storico, artistico, culturale, naturalistico e gastronomico della regione e di questa piccola località della Campania, finalizzato al turismo come mezzo di scoperta di questa realtà.

Qui puoi trovare un elenco di luoghi da visitare nella località, o in alternativa, visualizzare luoghi da vedere nei dintorni di Furore — con riferimenti a eventi, festa patronale e sagre paesane, Agriturismo, Bed & Breakfast, Hotel e altre sistemazioni alberghiere ed extra-alberghiere a Furore e dintorni, dove soggiornare e dormire.


 Fonti:
- Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo

 Photo by:
Jensens


 frazioni e località del Comune di Furore

Sant'Elia (Contrada della Cicala), Sant'Agnello (Contrada della Gatta), Santo Jaco (Contrada del Ciuccio)


 Giro turistico nei dintorni di Furore

Cosa fare / Cosa vedere vicino Furore
Info comuni limitrofi

 Furore fa parte di:

Comunità Montana Zona Penisola Amalfitana
Associazione Nazionale Città del Vino
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› Via Mola, 29
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 +39 089 874100

 Email PEC: protocollo@pec.comune.furore.sa.it
 https://www.comune.furore.sa.it
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• Classificazione sismica aggiornata a marzo 2015. (Fonte: Protezione Civile)
• “Zone climatiche” e “gradi giorno” da: Tabella A allegata al D.P.R. 412/93 aggiornata al 31 ottobre 2009. (Fonte: Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico)

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 FURORE - Costiera Amalfitana
Come arrivare e muoversi

Porti / Aeroporti / Stazioni / Autostrade
(Le distanze sono da intendersi "in linea d'aria".)
Aeroporto di Salerno - Costa d'Amalfi

31,0 Km.

Aeroporto di Napoli - Capodichino

36,7 Km.

Autostrada A3 Angri

12,7 Km.

Autostrada A3 Angri Sud

13,0 Km.

Autostrada A3 Nocera Inferiore

13,2 Km.

Porto di Amalfi

4,4 Km.

Porto di Positano

5,8 Km.

Porto di Castellammare di Stabia

10,9 Km.

Stazione Castellammare di Stabia

10,9 Km.

Stazione Scafati

14,4 Km.

Stazione Moregine

14,5 Km.



 Comuni vicino Furore

In grassetto sono riportati i comuni confinanti. Le distanze sono da intendersi "in linea d'aria".
Conca dei Marini

1,1 km

Praiano

1,7 km

Agerola

2,3 km

Amalfi

4,5 km

Atrani

5,0 km

Scala

6,0 km

Positano

6,1 km

Pimonte

6,2 km

Minori

6,4 km

Ravello

6,4 km


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