Il santuario della Madonna di San Luca è un santuario dedicato al culto cattolico mariano che si eleva sul Colle della Guardia, uno sperone in parte boschivo a circa 300 m s.l.m. a sud-ovest del centro storico di Bologna.
È un importante santuario nella storia della città, fin dalle sue origini meta di pellegrinaggi per venerare l'icona della “Vergine col Bambino” detta “di San Luca”.
Il santuario è raggiungibile da porta Saragozza attraverso una lunga e caratteristica via porticata, che scavalca via Saragozza con il monumentale Arco del Meloncello (1732) per poi salire ripidamente fino al santuario.
L'edificio attuale è il risultato di un nuovo intervento, più radicale, deciso nel 1723 e dettato dal contrasto fra la nuova cappella maggiore e il resto della costruzione.
Essa fu demolita e ricostruita sotto la guida dello stesso Carlo Francesco Dotti, seguendo l'idea del frate servita Andrea Sacchi, che prevedeva una pianta ovale.
I lavori si svolsero senza turbare l'arrivo di pellegrini: i muri del nuovo complesso, infatti, furono innalzati attorno al vecchio edificio, che fu abbattuto solo a lavori ultimati, nel 1743.
Si procedette infine a realizzare la decorazione interna, terminata nel 1748 e l'anno successivo venne nuovamente riadattata la cappella maggiore.
Il 25 marzo 1765, dopo 42 anni di lavori, il cardinale arcivescovo Vincenzo Malvezzi inaugurò il nuovo santuario.
La cupola, la facciata e le tribune esterne laterali furono terminate da Giovanni Giacomo Dotti nel 1774, su disegni lasciati dal padre.
Le leggi napoleoniche abolirono, l'11 febbraio 1799, il monastero domenicano di San Mattia e le suore, alle quali era affidato il santuario, dovettero abbandonarlo.
A loro subentrarono i domenicani fino al 1824, quando fu assoggettato direttamente all'arcivescovo, dal cardinale Carlo Opizzoni.
Da allora il santuario è gestito da sacerdoti diocesani diretti da un vicario arcivescovile.
Nel 1815 nuovi lavori portarono al rivestimento in marmo della cappella maggiore e alla costruzione di nuovi altari marmorei, su disegni di Angelo Venturoli.
Il santuario di San Luca fu dichiarato monumento nazionale nel 1874 ed ebbe la dignità di basilica minore da papa Pio X nel 1907.
Fra il 1922 e il 1950 si realizzò la decorazione della cupola.
Il piazzale antistante fu risistemato tra il 1938 e il 1950 per volere del cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca.
Dal 1930 al 1994 è stato attivo un orfanotrofio femminile, ospitato prima nei locali sottostanti il santuario stesso e successivamente trasferito in una nuova costruzione lungo il porticato, tuttora chiamata "le orfanelle".
Dal 1931 al 1976 era possibile raggiungere il santuario mediante una funivia panoramica, dismessa nel 1976, il cui capolinea inferiore era posto in prossimità della fermata Meloncello, della cessata tranvia Bologna-Casalecchio-Vignola.
Lo stile dominante è il barocco, testimoniato da forme e volumi dinamici e curvilinei alternati in continue sporgenze e rientranze.
Il corpo dell'edificio è costituito, in massima parte, dal grandissimo tiburio ellittico, spoglio e compatto, sormontato al centro da una grande cupola con lanterna.
La facciata, che non copre completamente le forme retrostanti, è costituita da un avancorpo modellato sulle forme classiche del pronao: un ordine di paraste giganti in stile ionico sorreggono un frontone, sotto il quale si apre un grande arco centrale.
Raccordato ai lati della facciata, il porticato si sviluppa con due ali curvilinee che racchiudono il piazzale antistante e che si concludono con due tribune pentagonali a edicola.
Il portale d'ingresso è affiancato dalle statue di San Luca e di San Marco di Bernardino Cametti, eseguite nel 1716 e in origine collocate nel presbiterio.
Il corpo del vecchio monastero domenicano e il campanile sono incorporati nel lato meridionale della costruzione.
L'interno è caratterizzato da una pianta ellittica sulla quale si innesta una croce greca (formata dall'asse centrale e dalle due cappelle maggiori laterali) e presenta un presbiterio rialzato, sulla cui sommità è posta l'icona della Vergine col Bambino.
Gli archi principali sono sostenuti da pilastri a fascio composti da tre colonne corinzie giganti.
Fra le opere che si trovano all'interno, vi sono le pale d'altare di:
- Donato Creti (L'Incoronazione della Vergine, seconda cappella a destra, e La Vergine e i Santi Patroni di Bologna, seconda cappella a sinistra);
- Guido Reni (La Madonna del Rosario, terza cappella a destra);
- Guercino (una versione del Cristo che appare alla Madre, sacrestia maggiore);
- Domenico Pestrini (sacrestia maggiore)
Gli affreschi sono di Vittorio Maria Bigari (cappella maggiore) e di Giuseppe Cassioli (cupola).
Gli stucchi sono opera di Antonio Borrello, Giovanni Calegari, con le statue di Angelo Gabriello Piò.
Il testo in italiano è tratto da:
- Wikipedia (Creative Commons)