La chiesa di San Carlo al Corso è un luogo di culto cattolico del centro di Milano, situato nell'omonima piazza, lungo il corso Vittorio Emanuele.
L'esterno risalta per un colonnato frontale, che si estende ai lati formando una piazza quadrata, aperta sul Corso Vittorio Emanuele, composta da 36 grandi colonne corinzie monolitiche in granito di Baveno, poste su un'ampia gradinata.
Il colonnato si compone di due portici laterali, con tre colonne ciascuno, e di un pronao centrale.
Questo, come quello del Panthèon di Roma, è sorretto da otto colonne sul lato maggiore (ottàstilo).
Il pronao è sormontato da un frontone triangolare privo di decorazioni, sormontato da una croce retta da due angeli.
L'enorme cupola insiste sopra una struttura cilindrica (tamburo), abbellita da un'alternanza di semicolonne, finestre e nicchie, mentre la cuspide della lanterna è scandita da cariatidi angeliche che separano le finestre.
Alle spalle della chiesa si erge il campanile che, con i suoi 84 metri, è il più alto di Milano.
All'interno domina la grande aula circolare contornata dal colonnato anulare in granito rosso che, come il Pantheon, sfiora le pareti, traforate da esedre che formano cappelle, di cui una appartiene all'originale antica chiesa conventuale, dedicata all'addolorata.
Al centro tra le esedre, si apre un profondo presbiterio con una sua piccola cupola, colonne laterali ed una ornamentazione assai ricca.
Sopra l'altar maggiore del XVIII secolo (proveniente dalla vecchia basilica), è collocato un Crocifisso ligneo di Pompeo Marchesi, allievo di Antonio Canova; sempre del neoclassico Marchesi è un bel rilievo marmoreo con San Carlo Borromeo che dà la prima comunione a san Luigi Gonzaga.
Nei locali del convento adiacente la chiesa si conservano le pale d'altare della “Orazione nell'orto”, opera di Giovan Paolo Lomazzo, e quella della “Assunta” di Bernardo Zenale.
Nel 1948-49 Giovanni Testori affrescò le vele.
I dipinti non vennero però apprezzati per l'influenza così scoperta di Picasso e, a causa delle proteste della Sovrintendenza, Testori ritenne giusto il ricoprirle.
Ancor oggi sono celate.
All'interno della chiesa è sita una cappella contenente le spoglie mortali del Beato Giovannangelo Porro (1451-1505), membro della nobile famiglia milanese, monaco presso il convento dei Serviti di Santa Maria di Milano (oggi chiesa di San Carlo al Corso).
La tomba si trova qui, nella chiesa oggi dedicata a San Carlo, in quanto San Carlo Borromeo sarebbe stato guarito da fanciullo per intercessione del beato ivi venerato.
Nel portico a destra della chiesa rimane tuttora una vivace libreria, intitolata a San Carlo.
Sulla cantoria sinistra del presbiterio, si trova l'organo a canne, costruito nel 1964 dalla ditta organaria milanese Balbiani-Vegezzi Bossi.