Zavattarello deve il suo nome all'attività che fu prevalente nel borgo per secoli, quella dei ciabattini: il volgare "savattarellum" indica proprio letteralmente "il luogo dove si confezionano le ciabatte (savatte)". Ancora oggi, nel dialetto locale, il paese è chiamato "Savataré".
Lo stemma raffigura un drago incatenato a custodia di un albero di mele rosse: riprende l'affresco che sovrasta il portale di ingresso al castello, in cui è rappresentata anche un'aquila con le ali aperte.
La scritta latina "Praeda vigil vigilataque poma", "la preda è vigile e i suoi frutti sono custoditi", è un avvertimento ai nemici che la rocca era ben difesa.
BREVE CRONOLOGIA
- 971-2: documenti imperiali di Ottone I testimoniano per la prima volta l'esistenza del castello di Zavattarello come possedimento del vicino monastero di Bobbio (Pc).
- 1169: Il castello cade nelle mani della città di Piacenza.
Iniziano le lotte per il possesso del maniero tra i ghibellini Landi e i guelfi Scotti. - 1264: Il vescovo di Bobbio infeuda Zavattarello a Ubertino Landi, signore della guerra pluriscomunicato, che fortifica la rocca rendendola inespugnabile.
Grande razziatore, negli anni successivi egli diventa il terrore della regione, ma grazie alla sua potente influenza inizia lo sviluppo del borgo. - 1327: Manfredo Landi è signore del castello, grazie a Lodovico il Bavaro.
- 1358: Gian Galeazzo Visconti convoca nella rocca di Zavattarello le famiglie Beccaria e Landi, con cui forma la lega di Voghera contro i Pavesi.
Si consolida il dominio dei Landi sull'Oltrepò Pavese. - 1385: Il vescovo di Bobbio cede il castello al capitano di ventura Jacopo Dal Verme, donazione che nel 1390 viene ratificata da papa Bonifacio IX.
Inizia il pressoché ininterrotto dominio dei Dal Verme, che durerà fino al 1975, anno della donazione al comune del castello e dei terreni circostanti. - 1987: L'amministrazione comunale inizia il restauro della rocca, gravemente danneggiata da un incendio nel 1944.
- Il castello è ora stato interamente restituito al pubblico.
FRA ARTE E BUONA TAVOLA
Le bellezze artistiche e culturali non si fermano al castello e al borgo antico.
La chiesa patronale di San Paolo, del X secolo e rimaneggiata a più riprese, è stata restaurata di recente.
Dietro la chiesa, il cimitero ottagonale seicentesco ospita anche le tombe di famiglia dei conti Dal Verme.
L'oratorio trecentesco di San Rocco era in origine parte di un monastero cistercense; notevoli le quindici tele della "Via Crucis" attribuite alla scuola di Tintoretto.
Il museo "Magazzino dei Ricordi" narra la vita quotidiana e le tradizioni locali attraverso la riproposizione di ambienti emblematici del passato contadino.
Da non perdere i piaceri della cucina tipica, fatta dei cibi sani e genuini di una volta, dai ravioli al brasato al salame, il tutto accompagnato dai famosi vini pregiati dell'Oltrepò.
UN PAESE NEL TEMPO, FUORI DAL TEMPO
Zavattarello è un piccolo borgo, ma possiede tutti i servizi indispensabili per il cittadino e per il turista: negozi, luoghi ricreativi, monumenti, scuole, farmacia, posta, ambulatorio medico, casa di riposo per gli anziani.
Il tutto immerso in una natura incontaminata, in cui dominano pace e serenità, in un clima in cui il tempo pare una categoria diversa dal resto del mondo: tradizione e modernità qui si mescolano, convivono e si fondono in un equilibrio armonioso, in grado di regalare a chi vive qui e a chi è solo di passaggio un ricordo permanente di uno stile di vita legato ai ritmi di un tempo ma aperto al futuro.
Come si raggiunge
- In auto:
Da Torino, A21 uscita Voghera, poi SS461 Voghera-Varzi e SP207 Varzi-Zavattarello.
Da Milano e da Genova, A7 uscita Casei Gerola, poi SS461 Voghera-Varzi e SP207 per Zavattarello.
Da Bologna, A1 fino a Piacenza Ovest, quindi SS10 fino a Borgonovo Val Tidone, infine SS412 direz. Passo Penice. - In treno:
Stazione di Voghera (PV), poi pullman linea Arfea (www.arfea.it)
Il testo in italiano è tratto da
- brochure “Zavattarello, la perla verde dell'Oltrepo”