Peia è un comune della provincia di Bergamo, in Lombardia.
Situato in Val Gandino, alla sinistra orografica del fiume Serio, dista circa 24 chilometri a nord-est dal capoluogo orobico ed è compreso nella Comunità montana della Valle Seriana.
Il comune, situato nella porzione territoriale Sud Est della Val Gandino, si sviluppa dai circa 490 m.s.l.m. della zona di fondovalle, fino ai 1.206 del monte Pizzetto.
Può quindi essere classificato come comune di media montagna, nel quale si contraddistinguono sia profondi solchi alluvionali che terrazzamenti fluviali.
Il centro abitato, situato ad un'altezza media di circa 570 m.s.l.m., si sviluppa sui declivi del monte Pizzetto ed è contraddistinto dalla presenza di ben quattordici contrade: Peia Bassa, Ca' Basi, Ca' Bertocchi, Ca' Bettera, Ca' Biadoni, Ca' Bosio, Ca' Brignoli, Ca' Fragia, Ca' Marino, Ca' Orazio, Ca' Predali, Ca' Rottigni, Ca' Zenucchi e Cima Peia.
Questi nuclei, che prendono il loro nome dalle famiglie che storicamente le abitarono (in dialetto bergamasco Cà significa appunto casa), in seguito all'espansione edilizia avvenuta negli ultimi decenni del XX secolo in molti casi risultano ormai essere fusi tra loro.
La viabilità del paese è molto semplice e fa riferimento alla S.P. 43. Questa prende vita dal vicino comune di Leffe da cui raggiunge il centro abitato di Peia, partendo dal fondovalle, toccando gran parte delle contrade del paese e terminando nella parte alta dello stesso.
Sul territorio comunale sono presenti una grande quantità di itinerari, adatti ad ogni tipo di utenza, grazie ai quali è possibile stare a contatto con la natura.
Tra i principali vi è il sentiero, contrassegnato con il segnavia del C.A.I. numero 547 che prende il via dal fondovalle nella zona Nord del territorio, nei pressi della zona degli opifici di Gandino.
Salendo raggiunge la contrada di Cima Peia, da cui poi diventa una comoda mulattiera che, inerpicandosi sulle pendici del monte Pizzetto, si mantiene a monte dei prati di Cap e giunge fino alla località Monticelli (1.116 m.s.l.m.) dove interseca il sentiero numero 513.
Quest'ultimo, che proviene dalla valle Rossa, si mantiene in quota lungo lo spartiacque con la val Cavallina, ovvero il crinale che delimita il confine comunale, salendo fino alla pozza dei Sette Termini, da cui è possibile poi raggiungere il rifugio storico Malga Lunga e la zona del monte Farno.
Di grande importanza a livello storico è inoltre l'antica via della lana, strada medievale utilizzata dai mercanti, che nell'anno 2002 è stata al centro di un intervento di manutenzione e recupero.
L'opera, cofinanziata dal comune di Peia e dalla comunità montana della val Seriana, riguarda il tratto che va dalla chiesa di santa Elisabetta fino alla contrada Cà Biadoni.
Nella parte più a monte, nei pressi della Forcella, si trova la pozza del Lino antica sorgente anch'essa recuperata (grazie al Fondo Europeo Agricolo), dove un tempo avvenivano gli incontri e gli scambi tra le comunità delle due vallate.
Poco distante si trova la sommità del monte Pizzetto, nei pressi della quale merita una visita la statua della Madonna della Vita, nota anche come Madonna del Pizzo, con posizione dominante sulla val Gandino.
Luoghi d'interesse
In ambito religioso, la struttura di maggiore importanza è la chiesa parrocchiale, dedicata a sant'Antonio da Padova.
La costruzione dell'edificio, inizialmente intitolato a sant'Antimo, prese il via nel 1429 e fu terminato nel corso del XV secolo.
Edificato in posizione dominante sulla valle con orientamento dell'altare ad Est, venne sottoposto ad un primo ampliamento nel 1738, quando vi fu aggiunto il coro a pianta ellittica, e ad un'ulteriore ingrandimento nel 1904 quando, su progetto di Virginio Muzio, furono aggiunte le navate minori.
La facciata esterna, mossa da linee settecentesche, presenta quattro nicchie entro le quali vi sono le statue, intagliate da Emilio Bettinelli nel 1906), dei santi Antonio, Giuseppe, Nicola e Lucia.
All'interno è arricchita da stucchi e dorature, da quattro medaglie raffiguranti scene della vita del santo patrono, nonché da tele e dipinti tra i quali meritano menzione la Santissima Trinità di Gian Paolo Cavagna (dipinta nel 1627), la Crocifissione di Gian Paolo Pandolfi (1612), la Deposizione di Francesco Zucco (1626) e l'Estasi di sant'Antonio di Ponziano Loverini.
Attigua alla parrocchiale, con cui condivide il sagrato, si trova anche la piccola chiesetta Beata Vergine Immacolata.
Notevole importanza storica, nonostante l'attuale stato di avanzato degrado, ricopre la chiesa di santa Elisabetta, costruita tra il 1517 ed il 1520 in luogo di un precedente edificio di culto.
A fianco di essa passava infatti la via della lana, utilizzata tra mercanti e viandanti: di conseguenza la struttura era dotata di stanze nelle quali venivano ospitati e rifocillati i viaggiatori.
Di stile romanico, al proprio interno custodiva affreschi e dipinti di pregio, andati poi perduti o sottratti furtivamente.
Sempre in campo religioso, è presente anche la Chiesa della Beata Vergine delle Grazie, sita nella contrada Cà Rottigni e risalente alla fine del XVI secolo, quando fu edificata al posto di un'edicola probabilmente durante l'epidemia nota come Peste di San Carlo.
All'interno si possono ammirare un dipinto raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e san Giovanni, opera cinquecentesca del Callegari, ed un affresco di Pietro Servalli.
Le altre chiese sussidiarie presenti sul territorio comunale sono la secentesca chiesa di santa Lucia e sant'Appollonia (ma comunemente conosciuta solo con il nome della prima), situata nella contrada Cà Bosio e che presenta linee semplici; la chiesa di sant'Urbano nella contrada Peia Bassa, ed infine la chiesetta di san Rocco, in contrada Cima Peia ma in posizione isolata rispetto al centro abitato, edificata al termine dell'ondata di peste del 1630 e restaurata nel 1796.
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