Compreso tra l'estremo lembo della provincia pavese e le prime propaggini di quella di Cremona, il Lodigiano è una zona che ha sempre mantenuto un'identità culturale molto forte.
Celti, Romani e monaci cistercensi vi hanno lasciato le loro impronte: porti, abbazie e cascine, trasformate in tenute agricole modello già a partire dal Medioevo.
Fulcro di questo territorio è Lodi, una città dalla storia antica.
Distrutta dai milanesi, il 24 aprile 1158, la vecchia Laus (che sorgeva sulla riva dell'Adda, nel luogo dell'odierna Lodi Vecchio), quattro mesi dopo Laus Nova risorge nel sito dell'attuale Lodi, sul colle Eghézzone.
Grazie all'imperatore Federico I, detto il Barbarossa, s'inizia anche la costruzione del Duomo e la bonifica della palude circostante, da cui origina la storica vocazione agricola del Lodigiano.
Cresciuta nella sua forma medievale, la città ritrova un nuovo impulso architettonico solo nel '700 con la ricca stagione del Barocchetto lodigiano: con belle chiese dalle armoniose, ondulate facciate e palazzi nobiliari ricchi di stucchi e ferri battuti.
Il centro storico si raggiunge partendo dal luogo dove sorgono l'alta torre e i resti del castello visconteo, passando accanto all'Isola Carolina, un'area verde adibita a parco pubblico, e percorrendo la principale arteria cittadina, il corso Vittorio Emanuele.
Subito balza all'occhio la preponderanza del cotto negli edifici, di un bel colore dal rosso al bruno.
Piazza della Vittoria, o piazza Maggiore, come si preferisce chiamarla ancora, è una delle più armoniche e vaste della Lombardia, delimitata da palazzi che hanno trovato nel tempo un loro uniformità, in cui si incastonano il fronte del Duomo e del Palazzo Comunale.
Portici confortevoli le corrono tutto intorno, riparo per il maltempo nella cattiva stagione e rifugio ombroso nella calura estiva.
Il Duomo ha un'elegante facciata in cotto con un maestoso portale, due finestre rinascimentali e due leoni stilofori, mentre l'aspetto dell'interno basilicale a tre navate è frutto di un radicale restauro novecentesco, che ha ripristinato la costruzione romanica in cotto e pietra, scomparsa sotto un rivestimento del '700.
Passando sotto il portico del Palazzo Comunale si entra in piazza Broletto, con vecchie botteghe addossate e Fedificio del Broletto che poggia su un portico con archi a sesto acuto.
Segue poi la piazza del Mercato, da dove si apre una bella prospettiva sulle absidi del Duomo.
Poco lontano, il Museo civico, nell'ex-convento di San Filippo, ospita una ricca raccolta della ceramica locale, sviluppatasi intorno al '500 e che a tutto l'800 fu tra le maggiori attività artigianali della città, dando vita a uno stile conosciuto come "Vecchia Lodi".
Al primo piano, la Biblioteca Laúdense comprende la bella sala della Libreria dei Filippini, con scaffalature lignee settecentesche.
Gioiello artistico della città è il tempio dell'Incoronata, capolavoro del Rinascimento lombardo, nato dall'idea bramantesca di un edificio a pianta centrale.
Impressionante l'impatto con lo sfolgorante cromatismo delle decorazioni e degli arredi pittorici dell'interno.
Partendo dall'Incoronata si possono visitare poi le chiese di Santa Maria del Sole, di San Cristoforo e di Santa Maria Maddalena, nel quartiere della "città bassa", per poi risalire alla chiesa di San Francesco, dalla facciata con un comparto centrale diviso da due semicolonne in laterizio e scomparti laterali con interni che segnano il passaggio al gotico.
Si incontrano poi l'Ospedale Maggiore e alcuni palazzi pregevoli, il Mozzanica e il Modignani e, infine, in via Marsala, la piccola chiesa di Sant'Agnese, del '300, un vero campionario delle decorazioni in cotto, la cui tradizione è così forte che sopravvive in città.
Lodi è lambita dall'Adda, che attraversa la parte bassa, popolare, della città, e cioè i quartieri di Maddalena e Borgo.