Situata lungo il margine nordorientale dei colli Euganei, è il principale centro delle Terme Euganee.
Sorge in una zona vulcanica spenta, nell'area metropolitana di Padova, 10 km a sud-ovest dal capoluogo, ad un'altitudine media di 14 metri sul livello del mare.
I suoi abitanti vengono chiamati aponensi.
I benefici terapeutici che si ricavano dalle acque termali, uniti all'organizzatissima struttura alberghiera, che offre ospitalità a più di 250.000 turisti ogni anno, fanno di Abano una delle località fango-terapeutiche, e termali in genere, più importanti del mondo.
I colli Euganei si formarono circa 34 milioni di anni fa dalle alluvioni della val Padana associate a fenomeni locali di vulcanismo.
La morfologia che si è così sedimentata ha favorito la formazione delle sorgenti di acque calde termominerali, nonché lo stanziamento nella zona delle popolazioni richiamate dagli effetti benefici di tali acque.
Abano Terme è conosciuta fin dal VI secolo a.C., l'antico centro si trovava nel territorio dell'attuale comune di Montegrotto Terme, come documentano gli scavi archeologici ed i numerosi reperti conservati nei musei archeologici di Padova ed Este.
L'importanza che il luogo aveva nell'antichità è documentata dalle citazioni di numerosi scrittori latini, tra cui Plinio il Vecchio, Marziale, Tito Livio (che, stando ad un versetto di Marziale, qui sarebbe nato), Svetonio, Cassiodoro, Claudiano, con la denominazione di "Aquae Patavinorum".
Sempre secondo Marziale, oltre a Tito Livio, qui sarebbero nati anche i poeti Gaio Valerio Flacco e Arrunzio Stella.
Secondo alcune fonti, l'origine del nome deriva da Aponus, il dio delle acque termali, il cui nome a sua volta risalirebbe alla radice indo-europea "Ap" che significa "acqua".
Le antiche terme occupavano una vasta area sul versante orientale dei Colli Euganei e raggiunsero il massimo splendore in età imperiale.
Svetonio, che scrive a cavallo tra il I ed il II secolo d.C., riferisce che Tiberio, recandosi a guerreggiare in Illiria, si fermò al tempio di Aponus per consultare l'oracolo circa l'esito della guerra: avuto un responso favorevole, gettò nella fonte alcuni dadi d'oro.
Fu in quegli anni che Padova ed i territori limitrofi diventarono un municipio romano e la nobiltà locale, ad imitazione di quanto accadeva a Roma, diede grande importanza alle cure termali, sviluppandone l'attività e le relative infrastrutture.
Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente, le terme conobbero un brusco declino, da cui si sarebbero risollevate molti secoli più tardi.
Vani risulteranno gli sforzi del re degli Ostrogoti Teodorico che, tramite il suo ministro Cassiodoro, agli inizi del VI secolo inviò una lettera all'architetto padovano Aloisius, perché provvedesse al restauro dei palazzi.
Intorno al IX secolo, l'antico centro termale cominciò a sdoppiarsi ed il termine Aponus indicò il territorio dell'odierna Abano Terme.
Le prime notizie certe dell'esistenza in epoca medievale di un centro abitato risalgono all'anno 971, sono contenute nella Chronicon Farfensis, redatta da Gregorio da Catino, e riferiscono dell'esistenza in Abano di una chiesa dedicata a San Lorenzo.
Nel XII secolo, Abano è un piccolo centro rurale sito in una zona subordinata all'autorità vescovile di Padova.
Nel 1167, la quattordicenne Cecilia aveva ereditato dal padre, Manfredi dei Conti di Abano, un considerevole patrimonio.
Il suo tutore, Spinabello da Sandrigo, desideroso di accasarla degnamente, la promise in sposa a Gherardo, figlio di Tisolino della nobile famiglia dei Camposampiero.
Ma Ezzelino I il Balbo, suocero di Tisolino, impose che Cecilia sposasse il proprio figlio Ezzelino II il Monaco.
L'affronto per i Camposampiero fu enorme e Gherardo, per vendicarsi, approfittò di un viaggio di Cecilia per rapirla e violentarla.
Ezzelino II ripudiò Cecilia e, con l'appoggio del padre, prese le armi contro i Camposampiero, dando inizio ad una sanguinosa lotta che sarebbe durata a lungo e che si inquadrò nel più ampio contesto delle lotte fra il Papato e l'Impero.
Ad Abano ebbe i natali, nel 1257, il celebre medico, filosofo, astrologo ed alchimista Pietro d'Abano, che tanto contribuì alla diffusione della filosofia aristotelica rivisitata da Averroè.
Dopo l'affermazione dei comuni e con l'avvento delle signorie, nel 1318 la città entra nella sfera d'influenza dei Carraresi, i signori di Padova.
Più volte distrutta prima dagli Ezzelini e poi dagli Scaligeri, Abano seguì le sorti di Padova passando, nel 1405, sotto il dominio della Repubblica di Venezia.
La città ebbe nuova fioritura a partire dal Cinquecento, quando le grandi famiglie padovane (Cittadella-Vigodarzere, Dondi dell'Orologio, Capodivacca, Treves) e veneziane (Mocenigo, Malipiero, Moro, Morosini, Todeschini), alcune delle quali qui insediatesi già da alcuni secoli, diedero grande impulso all'agricoltura, con ingenti opere di bonifica, e rifondarono un nucleo delle strutture termali.
Con la caduta della Serenissima, nel 1797, la decaduta nobiltà fu costretta a vendere i propri beni ad alcune famiglie della ricca e vivace borghesia ebrea padovana (Trieste, Sacerdoti, Luzzatti e Sette).
Queste famiglie investirono forti capitali per migliorare la ricettività alberghiera e diedero impulso ai primi studi scientifici sulle proprietà terapeutiche delle acque termali, ponendo così le basi della città moderna, la cui economia ruota sulle cure termali.
Nella zona delle fonti del Montirone fu avviata la costruzione di diversi stabilimenti termali, impreziositi dall'intervento dell'architetto Giuseppe Jappelli, il cui monumento celebrativo suggella il nuovo sforzo imprenditoriale.
Tra i vari edifici, viene realizzato anche un ricovero per malati.
A metà dell'Ottocento si contavano otto stabilimenti termali.
Nel Collegio Elettorale di Abano Terme (che all'epoca si chiamava "Abano Bagni") fu eletto ininterrottamente alla Camera dei deputati, dal novembre 1892 al maggio 1909, l'insigne economista Luigi Luzzatti.
Nel corso della prima guerra mondiale, dopo la disfatta di Caporetto, dal 5 febbraio 1918 al luglio del 1919, Abano Terme fu sede del Comando supremo militare italiano], ospitando tutte le più alte personalità militari dell'epoca:
Armando Diaz, che l'8 novembre 1917 prese il posto di Luigi Cadorna quale capo di stato maggiore dell'Esercito italiano
Pietro Badoglio e Gaetano Giardino, entrambi Sotto-capo di Stato Maggiore
Ugo Cavallero, all'epoca colonnello addetto all'Ufficio Operazioni e futuro capo di stato maggiore
Ugo Ojetti, ufficiale addetto alla salvaguardia delle opere d'arte, giornalista, scrittore e futura grande firma del Corriere della Sera
Gabriele D'Annunzio, capitano pilota, che qui progettò il celebre volo su Vienna
Ferruccio Parri, ufficiale addetto al Comando e futuro Presidente del Consiglio
Giovanni Gronchi, futuro Presidente della repubblica, all'epoca capitano addetto all'Ufficio Stampa dell'Esercito, che pare abbia contribuito, assieme al generale Domenico Siciliani, alla stesura del Bollettino della Vittoria.
Al termine della prima guerra mondiale, venne creata l'Azienda di Cura e Soggiorno, a cui venne affidata la gestione delle concessioni pubbliche delle risorse termali.
In breve tempo si moltiplicarono i nuovi stabilimenti.
Dopo la seconda guerra mondiale, grazie ai nuovi mezzi tecnologici che permettevano gli scavi di nuove fonti, ci fu il boom delle attività termali, che soppiantarono ben presto quelle agricole.
Il comune si ingrandì a vista d'occhio; grazie al tipo di clientela e agli elevati guadagni che questa tuttora garantisce, Abano è diventata una ricca e raffinata cittadina.