Sorge a circa 100 km a sud-est di Palermo e a circa 65 km da Caltanissetta. Confina con i comuni di Cammarata, Casteltermini, Mussomeli e Sutera.
Il suo territorio, situato lungo la via di penetrazione sud-nord, lungo le vallate del Platani, e quindi del Torto-San Leonardo, è stato abitato fin dal neolitico.
Alcune tombe a rannicchiamento sono state rinvenute in contrada "Vignazze", ed alcuni ripari sottoroccia presso le creste sovrastanti il paese: " A giglia".
Sepolture a grotticella, del tipo rinvenuto nella vicina Milena, sono in contrada "Solfara" , "Cubuluni" e "Corvo".
In contrada Santa Margherita è una sepoltura a tholos con apertura rettangolare ed incasso predisposto per incastrare la pietra ribaltabile e chiudere così la tomba.
Avanzi di un antico edificio romano, probabilmente una "massa" (pavimento a mosaico e la mura laterizie) furono rinvenuti nel 1877.
Durante la dominazione araba fu costruito un casale chiamato "Miknas".
Traslitterato, questo toponimo divenne in epoca medievale "Feudo Michinese".
La presenza musulmana ad Acquaviva è provata anche da alcune tombe rinvenute nelle contrade "Santa Margherita" e "Vignazze".
I nobili De Loharia e i Castelli, di nobiltà messinese, ressero le sorti del feudo, dal 1425, quindi poi la signoria su questo territorio passò alla famiglia Spadafora imparentata già con i Castelli.
Il paese fu fondato nel 1635 dal principe Francesco Spadafora nell'area del Feudo Michinese e in origine si chiamò "Aqua Vivam".
Alla morte del principe nel 1677 il feudo fu venduto all'asta e acquistato dalla baronessa Francesca Abarca e Cordua. Nel 1687, alla sua morte, l'eredità passò in parte al nipote Michele Oliveri che di fatto "acquistò" da Carlo II di Spagna il prestigioso titolo di duca di Acqua Viva e la trasmissibilità ai suoi eredi del titolo stesso, ultimo dei quali fu Pietro Oliveri e Migliaccio.
Con l'abolizione della feudalità in Sicilia nel 1812, e con i nuovi ordinamenti amministrativi del 1816-1817 Acqua Viva divenne comune autonomo.
Il comune continuò a chiamarsi di fatto Acquaviva fino al 1862 Dopo quell'anno fu aggiunto il nome Platani per distinguerlo dagli altri comuni italiani che si chiamavano nello stesso modo.
Il Platani è infatti il fiume anticamente chiamato Alico (Halykòs = salato, visti i numerosi banchi di salgemma presenti nel suo medio corso), che scorre giù nella vallata, nel pressi del paese.
Monumenti e luoghi d'interesse:
- Palazzo Ducale
- Torre dell'Orologio
- Chiesa Madre Santa Maria della Luce
- Chiesa madre Maria SS. Domina Lucis
- Chiesa della Madonna delle Grazie
- Chiesa del Purgatorio
- Museo dell'emigrazione
Tradizioni e folclore:
- San Giuseppe, il santo più amato dagli acquavivesi, viene festeggiato in occasione della ricorrenza liturgica del 19 marzo. Nel giorno della vigilia (18 marzo), a seguire della messa vespertina, viene condotto singolarmente in processione il simulacro di Gesù adolescente
- La Breccialfiorata del Corpus Domini, ideata nel 2014 si svolge in concomitanza dei festeggiamenti in onore del Corpus Domini
- La Madonna delle Grazie, celeste protettrice degli acquavivesi emigrati all'estero, viene festeggiata la prima domenica di agosto nella chiesa campestre omonima con messe e solenne processione del simulacro della Madonna con il bambino Gesù per le vie del paese accompagnato dalla banda musicale ed al rientro accolto dai giochi pirotecnici
- La Madonna Annunziata, antica protettrice dei lavoratori della locale miniera di sale, si celebra la domenica successiva al ferragosto, la terza solitamente
- Il Santissimo Crocifisso delle Grazie, patrono di Acquaviva Platani, viene celebrato la terza domenica di settembre