Acate è un comune della provincia di Ragusa in Sicilia.
Il paese è conosciuto per un episodio accaduto durante la seconda guerra mondiale e passato alla storia come il massacro di Biscari.
Acate si trova sul bordo della piana di Vittoria che si affaccia dalla sponda sinistra del fiume Dirillo a 34 chilometri da Ragusa, ad un'altezza di 199 m s.l.m.
È il comune più occidentale della provincia.
La cittadina possiede un impianto urbanistico a vie ortogonali.
A 13 km dal paese sorge la frazione marinara Marina di Acate, sulla zona costiera chiamata Macconi, che va da Scoglitti alla foce del fiume Dirillo.
La storia di Acate affonda le sue radici in età preistorica.
Alcuni scavi a Poggio Bidine, nel territorio acatese, hanno portato alla luce una serie di capanne ed un'ara funeraria risalenti all'età del Bronzo.
In zona sono stati anche rivenute tracce di siculi, greci, romani, saraceni, bizantini, arabi e normanni, fino al periodo aragonese.
Il casale di Odogrillo rappresentò il primo nucleo abitativo della zona.
Di questo casale, di probabile origine saracena, resta oggi solo una muraglia, chiamata 'u casali, in Contrada Casale.
Importanti documenti risalenti al 1278 e al 1283 testimoniano la sua esistenza.
Successivamente, Odogrillo entrò a far parte del feudo dei Chiaramonte, con il nome di Biscari, ed entrò a far parte della Contea di Modica.
A questo punto iniziò un periodo di declino, probabilmente dovuto alla modesta popolazione e alle insalubri condizioni paludose in cui versava la campagna circostante.
Al declino di Odogrillo corrispose l'ascesa di Casale di Biscari, che sotto la famiglia dei Castello assume sempre più importanza come centro abitato.
Biscari sarebbe stata fondata da Raimondo Castello nel 1478, ma si trattò certamente di una rifondazione, perché il paese esisteva da molto tempo.
Sotto i Castello, Biscari visse un periodo di crescita e benessere, dovute a un discreto sviluppo agricolo e demografico, fino ad assumere una certa importanza come centro abitato.
Lo storico Fazello lo descrive, intorno al 1555, come un piccolo centro fortificato.
Secondo lo storico Gianni Morando, Biscari nel 1308 aveva due chiese (San Biagio e San Nicola) e nel 1593 era solo un villaggio di 620 persone.
Il quartiere più grande era Casi novi con 39 case, seguito da Sant'Antoni (30 case), Canalicchio (26 case), Castello (25 case), Piazza (15 case), San Nicola (14 case) e poi Ruga grandi, Bucheria, Mandraza ed altri quartieri minori.
Con il disastroso terremoto del 1693, Biscari fu distrutta completamente e risorse nell'attuale sito, poco distante da quello originario.
Intorno al 1824 la città divenne libero comune.
Nel 1938, su iniziativa di Carlo Addario, uno studioso locale, il nome della città fu cambiato da Biscari in Acate.
Nel luglio 1943, a seguito dello sbarco in Sicilia, le forze armate statunitensi, dopo la conquista del centro, perpetrarono nel suo territorio il massacro di Biscari a danno di prigionieri di guerra italiani e tedeschi, che furono fucilati sommariamente dopo la loro resa.
Monumenti e luoghi d'interesse:
- Chiesa madre di San Nicola di Bari
- Chiesa di San Vincenzo
- Convento dei frati cappuccini
- Istituto delle suore del Sacro Cuore
- Castello dei principi di Biscari
L'economia è prevalentemente agricola e consiste in gran parte di uliveti, vigneti, agrumeti, prodotti stagionali e prodotti di serricoltura.
In particolare, la zona più vicina alla costa ospita serre specializzate in primizie.
Il territorio di Acate rientra nei terreni di produzione:
- uva da tavola I.G.P. Uva da tavola di Mazzarrone
- vino D.O.C.G. Cerasuolo di Vittoria
- olio d'oliva D.O.P. Monti Iblei, sottozona Valle dell'Irminio