Borore è un comune della Sardegna che sorge ai piedi della catena del Marghine, nell'altipiano basaltico di Abbasanta.
È anche conosciuto come il paese delle tombe di giganti (il suo territorio ne ospita infatti otto, tra cui la tomba di Imbertighe, riprodotta in numerosi libri e riviste di archeologia), o anche come il "paese dal vino più antico del mondo" (in seguito alla scoperta di numerosi vinaccioli datati al 1200 a.C.).
Il territorio ospita, infatti, alcuni dei beni archeologici più importanti e conosciuti a livello regionale, oltre all'unico Museo del Pane Rituale della Sardegna.
Borore fa parte della Unione dei comuni del Marghine, del GAL Marghine e della Associazione Borghi Autentici d'Italia.
Borore è facilmente raggiungibile dai principali centri isolani tramite la SS131, le FF.SS. e la SP33 Borore-Ottana-Nuoro.
Confina con i territori di Macomer, Scano Montiferro, Santu Lussurgiu, Norbello, Aidomaggiore, Dualchi e Birori e possiede un territorio di grande interesse ambientale e naturalistico.
Per la sua collocazione baricentrica, Borore può rappresentare un comodo punto di riferimento per visitare l'area centrale della Sardegna e la parte di costa che va da Bosa a Oristano.
I vinaccioli di Duos Nuraghes e di Toscono
I siti archeologici di Borore sono stati oggetto, in vari momenti, di operazioni di scavo e di studio da parte di archeologi italiani e americani.
Da ultimo, in occasione degli scavi condotti nel 2002, sono stati rinvenuti centinaia di vinaccioli di vite (i semi contenuti in un acino d'uva), antichissimi, carbonizzati dal tempo, databili intorno al 1200 avanti Cristo, 3.200 anni fa.
Questa scoperta - che ha portato alla ribalta nazionale il sito di Duos Nuraghes - oltre a dimostrare che le popolazioni nuragiche coltivavano la vite e producevano vino, ha permesso di capire che il "cannonau sardo, che fino a oggi si pensava fosse stato importato dalla Spagna, è di una varietà diversa da quella iberica e potrebbe essere nato in Sardegna".
La teoria storica ufficiale fino alle recenti scoperte sui vinaccioli sardi raccontava che la domesticazione della vite, nata nell'area del Caucaso e della Mesopotamia, venne trasferita progressivamente in Anatolia e in Egitto, da qui nelle isole egee, in Grecia e nel resto dell'Europa, infine grazie ai Fenici arrivò nel Mediterraneo Occidentale e in Sardegna.
Oggi, con le recenti scoperte archeologiche, si può affermare con certezza che con l'arrivo dei Fenici, in Sardegna la coltivazione e domesticazione della Vitis vinifera era già conosciuta.
Monumenti e luoghi d'interesse
- Chiesa della Beata Vergine Assunta
- Chiesa del Carmelo
- Chiesa di San Lussorio, costruita nel XVIII secolo
- Chiesa di San Gavino (Santu Bainzu)
- Sala consiliare Nino Carrus di Borore
Altre strutture del centro abitato di un certo interesse sono rappresentate da:
- casa Delogu
- ex monte granatico, detto "Sa Piedade"
- Nuraghi: Nel territorio di Borore di particolare e suggestivo interesse possono essere visitati numerosi nuraghi (se ne contano ben 25), il nuraghe di Porcalzos e quelli di Toscono, Bighinzone, Craba, Oschera e Duos Nuraghes, dove sono stati ritrovati e studiati numerosi vinaccioli di cannonau datati al secondo millennio a.C.
- Sono ben otto le tombe di giganti in territorio di Borore, alcune delle quali di grande bellezza e conservazione, tra cui le monumentali tombe di giganti di Imbertighe e di Santu Bainzu.
- All'interno del centro abitato, area archeologica di "Cresia Etza"
Elenco dei siti archeologici
Di seguito si riportano tutti i siti archeologici censiti nel territorio comunale:
- domus de janas: Ortigosu, Preitza, Preitza II, Mura 'e pungas, Putzu, Serbine, Tannara;
- dolmen: Muttianu, Giuanne Pedraghe, Arghentu, Serbine, Serbine II, Sa mata 'e sa 'ide, Pedra in cuccuru (corridoio dolmenico, allée couverte);
- menhir: Busola, Putzu;
- tombe di Giganti: Imbertighe, Santu Bainzu, Figu, Uore, Su 'acchileddu (due tombe), Su Norbanu, Giuanne Pedraghe, Sa mata 'e sa 'ide;
- Fonti sacre nuragiche: Uore;
- nuraghi: Porcarzos, Toscono, Bighinzone, Craba, Oschera, Duos Nuraghes (due nuraghi a breve distanza), Figu (completamente distrutto con la costruzione del cimitero), Columbos , Cherbos, Tresnuraghes, Imbertighe, Pischedda, Uore, Suerzu, S'Infurcadu, S'Istrampu (potrebbe essere stato un semplice recinto nuragico), Magossula, San Sergio, Urpes (completamente distrutto con la costruzione della linea ferroviaria), Ludrau, Busaggione, Interenas, Paule Nivazzi, Casas, Pedru Feghe, Mura sa figu, Padrulazzu (andato distrutto da tempo con ampliamento del centro abitato), Interenas, Arghentu, Albu.
Murales
Alcuni edifici del centro storico del paese ospitano murales che raffigurano episodi della tradizione locale.
Nello spazio antistante l'ex mercato civico, si trovano tre murales realizzati dall'artista sarda Pinna Monne: essi rappresentano, rispettivamente, l'arte della panificazione, due uomini dediti alla mietitura, un anziano del paese raffigurato mentre rincasa dal lavoro nei campi.
Un altro murale, situato lungo la via principale (via Roma), rappresenta vari momenti delle attività quotidiane.
Si intitola Omaggio a Borore, realizzato da Massimiliano Muroni.
Aree naturali
Dal punto di vista paesaggistico, naturalistico e archeologico, è degno di nota il Monte di Sant'Antonio, condiviso assieme a Macomer e Sindia.
L'area si caratterizza per la presenza arborea di sughere (Quercus suber), roverelle (Quercus pubescens), lecci (Quercus ilex) e agrifogli (Ilex aquifolium) e di varie specie di uccelli come l'Astore Sardo (Accipiter gentilis arrigonii), lo Sparviere (Accipiter nisus), il Barbagianni, il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), lo Scricciolo, il Pigliamosche (Muscicapa striata), la Cincia Mora (Periparus ater), la Cinciallegra (Parus major), la Ghiandaia (Garrulus glandarius), lo Zigolo Nero (Emberiza cirlus).
Una parte del territorio comunale rientra nella Zona di protezione speciale connotata dalla presenza della Gallina prataiola, denominata "Altopiano di Abbasanta", di cui fanno parte anche Birori, Bortigali, Dualchi, Silanus, Lei, Bolotana, e Noragugume, per una estensione complessiva di circa 19.577 ettari.
La sorgente d'acqua più importante, anche per l'approvvigionamento idrico del paese, è quella di Cherbos.
Altre sorgenti minori sono quelle di Toscono, Busola, Buramene, Uore.
Musei
A Borore è ospitato, dal 2006, il Museo del Pane Rituale, che raccoglie una selezione di pani tradizionali e pani delle feste di vari paesi della Sardegna.
Eventi
- Processione di san Lussorio (Borore)
- sant'Antonio Abate e la tuva (la vigilia del 16 e il 17 gennaio)
- le celebrazioni della settimana santa, con i riti de S'Iscravamentu e de S'Incontru
- festa di sant'Isidoro l'Agricoltore (seconda domenica di maggio)
- festa di san Gavino (santu Bainzu) (1ª domenica di ottobre)
- Primavera nel Marghine
- Carnevale
- Sa cursa e sa pudda
- festa del Pensionato
- palio di san Lussorio
- Ardia a cavallo, a conclusione delle feste di san Lussorio e san Gavino;
Dolci tipici di Borore
Merita una menzione particolare l'arte dolciaria e la produzione dei dolci tradizionali bororesi (da ricordare: ziliccas, amarettos, suspiros, tumballinas, pitifurros, giorminos) prodotti, ancora oggi, secondo le antiche ricette tramandate da generazioni.