Il paese di Ales è situato nella regione storica della Marmilla.
Piccolo centro della Sardegna centrale, situato nelle falde orientali del monte Arci (812 m.), massiccio vulcanico formatosi nell'era cenozoica e spentosi nel pleistocene (neozoico).
Dalla montagna, con le sue risorse (sorgenti e conseguenti rii, il bosco secolare di lecci di Acquafrida, l'ambiente naturale costituito da una variegata macchia mediterranea; la stessa ossidiana, un tempo vero e proprio oro nero) ha origine la villa di Ales.
Queste risorse non sono esclusivamente economiche, ma vere bellezze naturali, oggi inserite nel Parco Regionale del Monte Arci.
Sede Vescovile con decreto di Giulio II del 8 dicembre 1503 che unificava tra esse le diocesi di Usellus e Terralba (primo vescovo di Ales fu Giovanni Sanna, nominato il 18-01-1507, alla morte dei Vescovi delle due Diocesi precedenti).
È probabilmente la più piccola sede Vescovile d'Italia con una Cattedrale costruita per volere della Contessa di Quirra Violante Carroç che nel proprio testamento, oltre alla cospicua somma di 5.000 lire, diede ampie indicazioni sulle modalità costruttive e, soprattutto, ordinò di attingere alle altre sue rendite affinché l'opera venisse completata.
Ciò che spinse la contessa a questa impresa pare non sia stata soltanto la volontà di dare il giusto prestigio ai suoi possedimenti, ma il tentativo di riparare alla colpa da lei commessa nell'ordinare l'esecuzione del cappellano di Bonorsoli Giovanni Castangia, la cui unica colpa fu quella di non ricambiare alle morbose attenzioni che gli rivolgeva la Contessa.
Per questo gesto la Violante fu dapprima incarcerata e privata di tutti i suoi beni per essere poi assolta dal sovrano Ferdinando II.
La Cattedrale venne distrutta da un incendio alla fine del XVI secolo, la matrice esistente oggi, in stile Barocco, risale ai tempi di Monsignor Didaco Cugia, vescovo alerese dal 10 aprile 1648; fonti non confermate affermano che già la prima "cattedrale di San Pietro" venne costruita sulle rovine di un antico tempio sacro del quale si ignorano le origini.
Le leggende locali narrano di un tunnel che collegherebbe il Castello Aragonese dei Carroz con i sotterranei della Cattedrale, custoditi dalla famigerata "musca maceda", enorme insetto posto a guardia dei tesori tuttora celati nelle viscere del "colle di Barumele".
Il paese di Ales è ricco di leggende sul castello, sulla cattedrale, e su area archeologica di Prabanta, un fascino particolare riveste la teoria del filologo francese Xavier Guichard, che nel suo "Eleusis Alesia" (1936), sulle origini delle denominazioni di antiche località europee, concluse che tutti i nomi di luogo derivano da tre radici basilari: "Burgus, Antium e Alesia"; quest'ultimo aveva la particolarità di non essere mai stato assegnato a un abitato fondato in epoca storica.
Nella forma greca "Eleusi" risaliva a tempi pre-omerici; nella radice indo-europea "Ales, Alis o Alles", significava punto d'incontro.
Esaminando tutte le aree individuate, Guichard giunse alla conclusione che tutte le località che possedevano questa radice avevano le stesse caratteristiche morfologiche: basse colline con alla base un fiume e sorgenti d'acqua minerale, erano dunque dei siti scelti in base a particolari emanazioni di forza, e, cosa piuttosto particolare, tutti questi centri sono collegati tra loro da vere e proprie linee geodetiche.
Nel territorio montano troviamo i primi segni di presenza dell'uomo (4000 a.C.) nella necropoli prenuragica di Gemitoriu.
Diverse sono le testimonianze della civiltà nuragica (tra cui i nuraghi complessi di Gergui e Otzili), come pure del periodo romano, quando, in epoca non precisata, inizia la storia della nuova Ales, legata alla distruzione della antica colonia romana di Uselis.
Ales divenne così sede della diocesi omonima, tuttora esistente, le cui prime attestazioni documentarie risalgono al XII secolo.
Al vescovado è legata tutta la successiva storia del paese e anche l'economia, non più agricolo-pastorale, ma basata prevalentemente sul terziario.
Situato ai piedi del Monte Arci su una depressione naturale attraversata da un fiume (ora incanalato), Ales ha sempre rivestito un ruolo determinante nell'economia della Marmilla ospitando scuole, sedi di importanti enti pubblici e privati, di forza pubblica e uffici vari.
Il paese è noto a livello internazionale soprattutto per aver dato i natali ad Antonio Gramsci (1891), politico, filosofo e giornalista italiano, fu tra i fondatori del "Partito Comunista Italiano".
A lui è dedicata una piazza in cui sorge il "Piano d'uso collettivo", monumento di Jo Pomodoro.
Tra i monumenti da visitare, dunque, la Cattedrale barocca dei ss. Pietro e Paolo del 1686 che possiede un importante tesoro, la antica parrocchiale di Santa Maria, attestata già nel 1535; la chiesa di San Sebastiano del 1663 e di recente restauro, e Oratorio della B.V. del Rosario (1721).
Da non dimenticare la frazione di Zeppara, la sua antica chiesa, le sue "tipiche case a corte".