Poggio Berni
Il territorio di Poggio Berni, situato in parte sopra tre piccole alture che proseguono la dorsale di Santarcangelo, ha una caratteristica: nelle campagne si trovano sia grandi edifici storici, particolari per la loro bellezza e le loro vicende, sia interessantissimi edifici “popolari”, ricchi di riferimenti alla cultura tradizionale di questi luoghi.
I primi sono palazzi e ville nobiliari con origini lontane nel tempo, appartenuti alle più potenti casate locali, i secondi sono mulini utilizzati da una vasta area agricola che ancor oggi si estende intorno al centro principale.
è singolare la concentrazione di palazzi e mulini, ma se ci si pensa, sono le due facce di una stessa medaglia, entrambi testimonianze della ricchezza di queste campagne da sempre fertili e popolose.
Questo tratto della Signoria dei Malatesta non aveva forse bisogno di grandi fortezze, protetto com'era dalle rocche potenti di Santarcangelo, Torriana e Verucchio, era però ambìto per la sua fertilità e per la bellezza del paesaggio che si allargava tra fiumi e colline.
Per questo sorsero castelletti, grandi palazzi fortificati e ville sfarzose che, pur avendo prevalentemente funzione residenziale, dovevano comunque proteggere i nobili proprietari e garantire un certo controllo sul territorio.
I Malatesta, com'è ovvio, sono ben presenti - testimonianze della loro influenza si hanno già a partire dal 1197 - e qui costruirono in qualche modo le basi della loro fortuna non solo politica, ma anche economica sul territorio riminese grazie ai produttivi insediamenti rurali.
Per una serie d'incroci di parentela e concessione in dote, i palazzi di Poggio Berni passano nelle mani di grandi famiglie italiane: durante e dopo l'epoca malatestiana hanno proprietà su queste terre i Montefeltro, i Della Rovere, i Medici-Lorena, i Gonzaga, i Doria.
Torriana
Su alcuni scogli di roccia tipici della Valmarecchia, che in tempi d'invasioni ed ostilità rappresentava un'ottima difesa naturale, si distinguono i profili di Torriana e Montebello.
Roccaforti imprendibili cha hanno visto gli splendori della Signoria dei Malatesta e le battaglie aspre con i castelli e le truppe del Montefeltro, la regione storica confinante che comprende la parte media ed alta della vallata.
Due borghi che nei secoli hanno avuto sorti diverse: Torriana si è modificata ed è divenuta il capoluogo comunale, il borgo di Montebello e invece rimasto praticamente intatto ed il suo silenzio, durato secoli, costituisce oggi la fortuna, essendosi preservato come una vera isola di storia e cultura.
Tanta storia ma non solo: ci sono anche misteriose leggende e c'è un ambiente naturale particolarmente ricco, così importante da essere tutelato in un'oasi faunistica e vedere l'attività di un centro di studio e ricerca.
Torriana si chiama così solo dal 1938; prima aveva un nome sicuramente meno dolce ma che da solo bastava a descrivere l'asprezza di un luogo tutto abbarbicato sulla nuda roccia.
Il suo nome era “Scorticata” e così lo ritroviamo nelle cronache a partire già dal 1141.
Il masso calcareo doveva apparire più spoglio di quello che appare oggi e la sua rocca più confusa con la pietra stessa.
Una rocca sicuramente importante a guardia di una via, quella che risale la Valmarecchia, l'antica Via Maior, di gran valore strategico, poiché rappresentava il collegamento principale con il Montefeltro e con la Toscana.
C'è chi sostiene che nei sotterranei della fortezza di Torriana sia stato ucciso Gianciotto Malatesta resosi tristemente famoso per aver messo tragicamente fine all'incontro tra sua moglie Francesca e suo fratello Paolo.
I Malatesta dominarono il castello che successivamente passò anche per le mani d'altre grandi casate come i Borgia e i Medici.
Resta qualche significativa traccia delle fortificazioni oggi inserite in una recente costruzione.
È invece un libro aperto di storia il borgo di Montebello e in particolare la sua bella e interessantissima rocca.
Dovevano essere riconosciute le qualità militari del luogo già da tempi lontanissimi se è vero che il suo nome deriva da Mons. Belli, il Monte della guerra.
Tutto l'abitato, a cui si accede per un'unica strada controllata da una porta fortificata, è d'impianto medioevale.
Certamente oggi, come un tempo, è uno dei luoghi d'eccellenza della Signoria dei Malatesta.
Testo tratto da:
Guida alla Signoria dei Malatesta
(Assessorato al Turismo della Provincia di Rimini)