Nell'Alta Valle del Sele.
Fa parte della “Comunità montana Terminio Cervialto” e gran parte del territorio comunale ricade nel “Parco regionale Monti Picentini”.
Il paese è noto per la presenza delle sorgenti del Sele che alimentano l'Acquedotto pugliese, e per la località religiosa Materdomini che, con il Santuario di San Gerardo Maiella, ogni anno è meta di più di un milione di pellegrini.
Il nome di Caposele deriverebbe da “Caputsylaris”, ovvero "capo (o inizio) del Sele", data l'ubicazione del paese nei pressi delle sorgenti del fiume.
Il paese è sito sul margine nord-orientale del massiccio dei monti Picentini, nei pressi della sommità del bacino idrico del Sele, adagiato in una pittoresca conca scavata dal fiume nel corso dei secoli.
Qui a Caposele, a 420 m s.l.m., il Sele sgorga impetuoso dal monte Paflagone, contrafforte orientale del monte Cervialto.
Posto ad ovest rispetto al centro abitato, il Paflagone costituisce uno dei limiti naturali della conca, sormontata ad est da una collina su cui sorge la frazione di Materdomini.
A nord, il bosco Difesa lo separa da Lioni mentre, a sud, il paese continua con le contrade di San Giovanni e Santa Caterina, che conducono verso il comune di Calabritto.
Il suolo collinare del paese è principalmente occupato da terreni agricoli e querceti.
Sui rilievi montuosi vi sono boschi rigogliosi, dove crescono alberi ad alto fusto come castagni, aceri di monte e faggi.
Salendo di quota, il paesaggio cambia gradualmente, facendo posto a boschi di conifere e pascoli.
La fauna del bosco è quella tipica dei Picentini, fra i cui rappresentanti spicca il lupo appenninico, più volte avvistato nel territorio caposelese.
È rilevante la presenza del cinghiale, spesso responsabile di significativi danni alle coltivazioni.
Si annoverano anche la volpe, il tasso, la faina, il gatto selvatico, la beccaccia, la poiana.
Lungo il corso del fiume, sensibilmente modificato dalla presenza dell'acquedotto, cresce una rigogliosa vegetazione dominata da pioppi, salici e sambuco.
Nei secoli passati l'economia del paese era profondamente legata non solo all'agricoltura ma, soprattutto, alle acque del Sele.
Lungo le copiose sorgenti del fiume sorsero mulini, frantoi e gualchiere, di cui oggi rimane poco o nulla.
Le attività legate a tali strutture, infatti, cessarono di esistere con l'inizio dei lavori per la costruzione dell'Acquedotto Pugliese e la conseguente captazione delle sorgenti.
Attualmente, una delle più grandi risorse economiche di Caposele è il turismo.
In primis, è da ricordare il turismo religioso, profondamente legato al culto di san Gerardo, ma il paese attira visitatori anche grazie alle sue bellezze naturalistiche come le sorgenti del fiume o il Parco regionale dei Monti Picentini.
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