La Riserva di Monte Arcosu, l'oasi più grande e importante gestita dal Wwf, protegge una delle aree più interessanti del comprensorio del Sulcis ed è stata acquistata grazie al coutributo della Comunità Europea, a una sottoscrizione pubblica che ha visto la straordinaria partecipazione economica dei soci del Wwf, di semplici cittadini e l'adesione di migliaia di bambini dei Panda Club, e all'intuito di Antonello Monni, oncologo e figura storica del naturalismo sardo.
Primo tassello del prossimo Parco Regionale del Sulcis, la Riserva si presenta come una magnifica foresta mediterranea di lecci e sughere, inframmezzata da una macchia ricca di specie (lentisco, oleastro, fillirea, mirto, rosmarino, cisti, corbezzolo, erica) e da una fitta vegetazione ripariale formata da salici e ontani lungo i corsi d'acqua che
attraversano il comprensorio.
Fra questi, il Riu Guttureddu che scorre nella vallata principale e le cui sponde sono caratterizzate da un'estesa presenza di oleandri. Sopra tutto dominano le vette granitiche del gruppo del Monte Arcosu.
L'area protetta confina con la vicina valle del Gutturu Mannu e comprende anche uno specchio lacustre artificiale.
Ricchissima la fauna: dal cervo sardo al gatto selvatico sardo, alla donnola, al cinghiale e alla martora.
Tra gli uccelli: l'aquila reale, il falco pellegrino, l'astore.
Tra i rettili e gli anfibi: colubro sardo e testuggine greca.
"Due sentieri natura attrezzati con cartelli illustrativi di flora e fauna, cinque percorsi escursionistici di diversa difficoltà e durata, capanni da cui osservare il passaggio degli animali, appostamenti notturni nel periodo degli amori, per procedere al censimento dei cervi attraverso il richiamo lanciato dal maschio, corsi di fotografia naturalistica: sono tante le attività possibili nella riserva. Attrezzata anche per consentire il pernottamento, grazie a un servizio di foresteria: "Abbiamo ristrutturato gli edifici già esistenti nella foresta, case dei pastori, ovili… Alcuni erano ruderi e ora sono costruzioni molto belle", spiega Antonello Monni, per anni responsabile della gestione dell'area."
Tratto dal n.40–2005 de L'ESPRESSO