II colle Garampo è stato occupato, fin dalle origini della città, da una costruzione a carattere difensivo, col tempo modificata ed edificata sempre più a ridosso della pianura, fino all'attuale Rocca Malatestiana a strapiombo sulla città.
La Rocca Vecchia, che ospitò Federico Barbarossa e Federico II di Svevia, venne abbandonata dopo il terribile Sacco dei Brettoni del 1377 quando truppe mercenarie invasero e semidistrussero la città.
La Rocca fu ridotta ad un ammasso di rovine ma durante gli anni 1380-1480, i nuovi Signori, i Malatesti, curarono l'edificazione della nuova costruzione.
Estremo baluardo delle difese cittadine durante l'Età Malatestiana, la Rocca fu poi centro di potere durante l'effimero Ducato di Cesare Borgia ai primi del 1500; nel 1527 venne saccheggiata al passaggio dei Lanzichenecchi di Carlo V e visse poi per secoli come semplice fortilizio militare, con castellani e soldati.
Pesantemente modificata durante il periodo napoleonico con la creazione dello sferisterio e la destinazione del torrione femmina a carcere (destinazione mantenuta fino al 1970), solo da pochi anni la Rocca è stata recuperata come monumento di grande interesse architettonico, militare e culturale.
Provenendo da Porta Montanara (dove una lapide ricorda Renato Serra, 1884-1915) si incontrano i resti della Rocca Vecchia quindi, lo Sferisterio (un tempo occupato dall'antica Cattedrale e poi spianato per essere adibito al gioco della palla al bracciale).
L'odierna entrata alla Rocca, attraverso un muro spesso ben 12 metri, conduce alla corte da dove si possono ammirare i due torrioni centrali: il mastio o maschio, alto e a pianta quadrata, doveva costituire la residenza del comandante della fortezza e degli ufficiali; accoglie oggi, su tre piani, una sala per esposizioni archeologiche, una arredata in stile rinascimentale e un ultimo piano occupato dalle antiche celle.
Il palatium o femmina, tozzo e a pianta rettangolare, era invece destinato ai servizi e alle sale di rappresentanza; dal 1974 è sede del Museo di Storia dell'Agricoltura, uno dei principali della regione, con materiali ordinati, secondo i cicli produttivi.
Di recente riportati al loro splendore sono i camminamenti interni, un luogo dove la storia militare si confonde con la suggestione della leggenda, legata ad ambienti dai nomi spesso evocativi.
L'uscita dei camminamenti conduce al cortile, su cui si affaccia una loggia poliarcata, di fronte alla quale ci sono il pozzo e l'entrata ai torrioni centrali.
Notevole è la veduta, poi, che si gode dagli spalti sopra le mura che disegnano una forma poligonale irregolare.
Iniziando dal bastione occidentale, con l'inconfondibile sagoma di Bertinoro, si prosegue verso il settore a nord che sovrasta la città e la pianura fino al litorale adriatico.
Ammirato il Torrione di nord-est (di Matteo Nuti), si prosegue lungo la Cortina orientale e quella meridionale che guarda verso le colline dell'Appennino Romagnolo.
Dalla torre angolare di sud-ovest, infine, un ultimo sguardo meritano i due torrioni centrali, posti sull'antica corte, oggi semplice prato.
Testo tratto da:
Opuscolo: Rocca Malatestiana - IAT Cesena
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