Il santuario di San Costantino, localmente chiamato santuario di Santu Antinu è un santuario campestre della Sardegna, ubicato su una collinetta chiamata Monte Isei, all'interno dei confini comunali di Sedilo.
La chiesa, fulcro del santuario, protetto da antiche mura, sorge all'interno di una vasta area in pendenza, all'interno della collina, da cui si può godere della vista panoramica sul vicino lago Omodeo.
Nell'area intorno alla chiesa, all'interno di una cinta muraria, denominata "sa corte", si svolge nel mese di luglio l'Ardia, spettacolare corsa a cavallo celebrata in onore di Costantino I, Augusto dell'Impero Romano (306-337) che nel 313 emanò l'Editto di Milano garantendo libertà religiosa e quindi contribuendo alla fine delle persecuzioni ai cristiani, titolare del santuario, il cui culto nell'isola è eredità della dominazione bizantina.
L'ingresso al santuario, protetto da una cinta muraria è dato da due ingressi differenti; un secondario arco a tutto sesto in trachite rossa detto "portale de ferru", ossia portale di ferro, poiché chiuso da un cancello di ferro, e un omologo principale detto "portale de linna", ossia portale di legno, poiché costruito solo secondariamente in trachite rossa ma su un preesistente cancello di legno.
Si tratta di un arco monumentale a una fornice in trachite rossa dedicato al titolare San Costantino, come rivela l'iscrizione latina posta sull'attico
«A Costantino Massimo, Augusto»
nonché quella posta all'interno della croce che lo sovrasta
«Sotto quest'insegna vincerai»
La comparsa in cielo di quest'ultima scritta accanto a una croce cristiana sarebbe stato uno dei segni che avrebbero predetto a Costantino la vittoria nella battaglia di Ponte Milvio, condotta contro il rivale Massenzio per la guida dell'Impero.
Superati gli ingressi si ha accesso a "sa corte", dalla quale si sviluppano dapprima i così detti "muristenes", o "cumbessias", dei loggiati dal tetto di canne, sostenuto da pilastrini, appoggiati internamente al muro perimetrale del santuario.
Avevano la funzione originaria di alloggio ai pellegrini, punti di ristoro oppure di vendita delle merci, nonché al loro centro ospitare "sa omo de s'eremitanu", ossia la casa del custode del santuario.
Superati questi, "sa corte" si apre in una pianura ospitante un recinto circolare in muratura detto "sa muredda", il quale, interrotto da un'apertura d'accesso, ospita al suo centro una colonna in marmo bianco sormontata da una croce.
Vista dall'alto verso il basso del santuario, si notano tutte le costruzioni principali.
Dopo quest'ultima, sopra quello che risulta un bastioncino di terra data l'inclinazione del terreno, s'innalza la chiesa, fulcro del santuario.
La facciata della chiesa, in trachite rossa a vista, è a terminale curvilineo.
Il portale è sormontato da timpano retto da due semicolonne, sopra il quale s'innesta una delle due targhe a memoria dei lavori di ristrutturazione settecentesca.
Ai lati e all'interno del timpano si trovano tre nicchie, mentre sopra si apre una finestra rettangolare.
Sul lato sinistro della facciata si innalza un piccolo campanile a vela, ancora azionabile da una corda libera che scende lungo la facciata.
Più in alto rispetto alla chiesa, infine, si sviluppano altri "muristenes", lungo i quali corrono una serie di sedili in pietra detti "sas istradas".
I più antichi "muristenes" sono costituiti da un vano ricevente luce e aria dalla porta e il pavimento in terra battuta.
Per quanto riguarda la chiesa invece rimane il presbiterio a pianta quadrangolare con volta a crociera e costoloni con peducci scolpiti alla base.
L'aula, divisa in tre navate da pilastri e archi a tutto sesto, voltata a botte è ascrivibile all'epoca successiva ed è conclusa, a ridosso del presbiterio, con un arco ogivale.
Tra gli arredamenti interni della chiesa si possono notare due statue in legno e in parte d'oro raffiguranti la madre dell'Imperatore Costantino, Sant'Elena, e il Papa San Silvestro, realizzate dal maestro Juan Juanuario Canopia su ordine del rettore del santuario, don Pedro Falqui, nel 1673.
Altre due statue lignee, sempre appartenenti al XVII secolo, raffigurano invece Santa Maria di Nordai e Santo Stefano e sono collocate nelle cappelle laterali.
La statua di San Costantino in legno policromo è invece un ex voto donato presumibilmente nel 1886, data ricordata nella targa affissa sul basamento della stessa statua.
Questa infatti sembra risalire a un periodo anteriore e potrebbe provenire da qualche altra chiesa campestre dedicata al santo e già andata distrutta verso la fine del XIX secolo.
All'interno del luogo di culto sono esposti altri e numerosissimi ex voto, che ne rivestono quasi integralmente le pareti ed i pilastri.