Il paese risale all'epoca romana Fundus Acilianus, dal nome romano del proprietario del fondo Acilius.
Sia un diploma di Carlo il Grosso del 881 a favore del vescovo di Vercelli, Liutvardo, che un'atti del vescovo Ingone (961-977) menziona per la prima volta l'esistenza della località.
Il possesso del feudo al vescovo di Vercelli fu suggellato nel 1152 dall'imperatore Federico Barbarossa e nel 1191 da Enrico VI.
Nel 1181 il vescovo Guala Bondoni investì del feudo i suoi nipoti Giordano, Pietro e Ardizzone Bondoni.
Successivamente passò agli Avogadro e nel 1304 il vescovo Raniero Avogadro di Pezzana investì la famiglia Avogadro di San Giorgio.
Nel 1335 il paese fu concesso ai Visconti e nel 1427 ai Savoia, anche se l'effettiva sottomissione avvenne nel 1429 venendo a far parte del capitanato di Santhià.
Nel 1436 una terribile pestilenza flagellò il paese che, secondo la tradizione, fu salvato dall'intervento di (san Vittore), invocato a gran voce dal popolo.
Da quel giorno il miracolo viene ricordato con una festa nella seconda domenica di maggio, durante la quale i buoi vengono fatti esibire in una breve ma suggestiva corsa a carattere votivo.
Nel 1536 il paese fu saccheggiato dalle truppe imperiali a causa della ribellione della popolazione al Duca di Savoia Carlo III.
Solo nel 1545 il duca perdonò gli asiglianesi.
Nel 1619 il duca Carlo Emanuele I di Savoia concesse il feudo a Paolo Camillo Cavalca di Parma, mentre nel 1650 passò a Giovanni Francesco appartenente al ramo delle Donne del Consortile dei signori di Buronzo.
Nel 1650 il feudo passò a Giovanni Francesco del ramo delle Donne del consortile dei signori di Buronzo.
La famiglia prese allora il nome di Buronzo di Asigliano.
L'attività prevalente è l'agricoltura, con la coltivazione del riso.
La popolazione di questo paese è devota a san Vittore, celebrato ogni anno con la tradizionale corsa dei buoi.
La corsa è documentata dal 1658 ed è simile a quella che si tiene da un'epoca ancora più antica a Caresana.
La manifestazione è molto popolare e attira molta folla.
Cucina:
Gli asianòt, originari di Asigliano, nella bassa Vercellese, sono biscotti di pasta frolla. Seppure la ricetta degli asianòt sia segreta, si è a conoscenza che essi sono fatti a mano ed hanno, quali ingredienti la farina, lo zucchero, le uova ed il burro.
Riso Maratelli, varietà di riso tra le più antiche e importanti d'Italia, selezionata ad Asigliano Vercellese nel 1914 da Mario Maratelli.
Monumenti e luoghi d'interesse:
- Fra i monumenti spiccano la chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta, risalente al XIX secolo.
Venne menzionata per la prima volta nel 1186 come possedimento della chiesa vercellese ai papi Urbano III e a Onorio III nel 1216.
Presenta una facciata neoclassica a colonne realizzata nel 1818 dagli architetti Vincenzo Sassi e Piero Martorelli e conserva un pregevole organo del 1848, costruito dai fratelli Serassi di Bergamo, e modificato da Paolo Mentasti di Casale Monferrato nel 1891. - Dell'antico Castello menzionato in un atto del vescovo Ingone tra il 961 e il 977 rimane poco o nulla.
- Dei signori di Buronzo resta il seicentesco Palazzo ora adibito a scuole, che venne in parte modificato, soprattutto nella facciata, verso il 1820 dall'architetto Bonincontro Ranza, figlio del famoso giacobino Giovanni Antonio Ranza.
- Di pregio anche la chiesa di San Vittore, situata nei pressi del cimitero, e risalente al XV secolo.
Durante la seconda guerra mondiale fu scoperto, grazie a dei lavori, un affresco che è stato denominato La Madonna del latte (XVI secolo).
Dalle antiche chiese delle confraternite di Sant'Anna provengono, rispettivamente una tela di Pier Francesco Guala (XVIII secolo) rappresentante Sant'Anna con san Gioacchino, la Vergine e il Bambino (ora negli edifici parrocchiali) e un notevole polittico di scuola vercellese, risalente al 1595, che ora si trova presso l'Arcivescovado di Vercelli, e che rappresenta la Crocefissione con storie della vita di Gesù e tra l'altro Dodici confratelli e Santa Maria.