Castronuovo di Sant'Andrea Basilicata

Il comune di Castronuovo di Sant'Andrea sorge nella media valle del Sinni, a 650 metri sul livello del mare.
Il paese è formato da due nuclei: uno recente, disposto lungo la strada provinciale, e l'altro, più antico, formato da tre rioni: Manca, Trappeto, Castello.
Nel centro storico sono ancora visibili le antiche costruzioni medioevali con vie strette e ripide, lunghi archi sotto le abitazioni che permettono la comunicazione tra le varie viuzze.
Secondo alcuni storiografi la sua origini risale, presumibilmente, al periodo romano sotto forma di postazione militare al tempo della guerra servile, per bloccare Spartaco che si aggirava nei dintorni.
Secondo altri invece, la sua fondazione si ebbe durante le invasioni barbariche.
Attorno alla roccaforte, edificata dai barbari, gradualmente nacque un borgo cinto da mura.
Dopo l'unità d'Italia a Castronuovo spadroneggiarono i Briganti che trovarono un ottimo rifugio nelle distese boscose del luogo.
Nel 1863 al toponimo Castronuovo fu aggiunto quello del suo figlio prediletto Sant'Andrea Avellino, che venne alla luce nel 1521 da Margherita Apelli e Giovanni Avellino.
Fu ordinato sacerdote nel 1545 e nell'ottobre del 1547 si trasferì a Napoli per frequentare la facoltà di diritto.
Durante la sua vita scrisse numerosi libri e circa tremila lettere, molte di queste a principi e a nobildonne.
Fu un grande riformatore della chiesa e viaggiò molto.
Il 10 novembre del 1608, mentre nella chiesa di San Paolo Maggiore (Napoli) si accingeva a celebrare messa, cadde colpito da un attacco di apoplessia ai piedi dell'altare.
Viene festeggiato il 10 novembre, a maggio e il 13 agosto in Contrada Terzo.
Nel patrimonio storico-architettonico spiccano: la chiesa madre di Santa Maria della Neve (XV secolo); la cappella di Sant'Andrea; le chiese della Madonna delle Grazie e della Madonna delle Stelle; il castello marchesale, l'ex palazzo Speziale.
Inoltre ci sono dei boschi ricchi di flora e fauna, non mancano le castagne, i funghi e i tartufi.
Tra i piatti tipici si può gustare la pasta di casa condita con il sugo e il 'rafano' (tartufo dei poveri), oppure con la mollica fritta con la polvere di peperone.
Ottima da gustare è anche la 'rafanata'.