Al confine fra Lombardia e Veneto, a sud del Lago di Garda, Valeggio è situato nell'anfiteatro naturale delle colline moreniche, vicino a Verona e Mantova.
Attraversato dalla Valle del Mincio, Valeggio ha saputo trasformare la fertilità della terra in prodotti di qualità, esaltando la forza e la professionalità dei suoi pastai artigiani e dei ristoranti, insuperabili nel preparare i "tortellini di Valeggio".
Dove la terra è stata generosa, l'uomo l'ha tradotta in architetture naturali, con aiuole fiorite e viali alberati, così com'è nel Parco Giardino Sigurtà.
Riconosciuta "Città d'Arte", Valeggio è il luogo della vacanza completa: strutture sportive, parchi acquatici, maneggi, agriturismi, ristoranti e trattorie, itinerari storico artistici, la pista ciclabile del fiume Mincio, percorsi a piedi, a cavallo e un ricco calendario di eventi, sono gli elementi per un soggiorno davvero indimenticabile.
Valeggio sul Mincio, per lingua, tradizioni e memorie storiche, appartiene alla cultura lombardo veneta.
Edificato, insieme alla frazione di Borghetto, nei pressi di un antico guado, è punto d'incontro tra la terra e il fiume Mincio.
Circa trentacinque secoli fa, le prime comunità, si insediarono sugli isoloni che spartivano le acque del Mincio.
In quell'Età, denominata del Bronzo (3.500 a.C. - 1.200 a.C.), un grande villaggio sorse a sud di Borghetto.
Nel 1955, i lavori di canalizzazione del Mincio portarono alla luce a sud di Borghetto, l'Isolone della Prevaldesca (o delle Palafitte) e tombe dell'Età del Ferro (II - I millennio a.C.).
Lì, come riporta lo storico Cesare Farinelli nel libro "Storia di Valeggio e del suo territorio", furono recuperati qualcosa come sedicimila reperti prima che le ruspe facessero scomparire per sempre l'Isolone.
Fra il VI ed il V secolo a.C., tribù celtiche provenienti dalle regioni della Francia, i Galli Cisalpini, invasero la Pianura Padana e si insediarono nella valle del Mincio, dove molti secoli dopo, sorgerà Borghetto.
La successiva latinizzazione delle genti padane è attestata dalle sepolture romane rinvenute sotto l'odierno centro di Valeggio, caratterizzate da iscrizioni latine e da monumenti marmorei.
Una passeggiata a Valeggio sul Mincio
Dalla parrocchiale di San Pietro in Cattedra, di cui colpisce l'insolita facciata con il bel portale in bronzo, realizzato nel 2006, in occasione del 200° della consacrazione, proseguiamo lungo via Roma, fino ad arrivare in centro.
In piazza Carlo Alberto, il vecchio pozzo e il Palazzo Municipale, dove si trova anche Ufficio IAT: è questo lo scenario di numerose manifestazioni e spettacoli realizzati durante tutto l'anno.
Da qui, per via Antonio Murari, passiamo davanti a Palazzo Guarienti, già residenza di campagna dei Marchesi Guarienti di Verona e oggi sede della Biblioteca: lo sguardo è catturato dalla grande aquila ad ali spiegate, che sovrasta il balcone centrale.
Qualche centinaio di metri più avanti, in via Cavour, c'è il Parco Giardino Sigurtà, una meraviglia naturalistica, regno di fiori, foglie, colori e anche di … simpatici scoiattoli.
Questa fiabesca oasi verde, è stata premiata come il "Il Parco più bello d'Italia" nel 2013 e come Secondo Parco Più Bello d'Europa dall'European Garden Award nel 2015.
Svoltiamo a destra, in via Circonvallazione Maffei, il cui nome anticipa in parte la nostra destinazione, Villa Sigurtà, fastosa residenza estiva dei Conti Maffei, di cui l'attuale Parco Giardino Sigurtà era, in origine, l'antico brolo.
Davanti al cancello d'ingresso, via Giuseppe Verdi ci porta in Piazza San Rocco, dove di fronte vediamo il Teatro Smeraldo, nei mesi invernali, sede di una rassegna di commedie, musical e concerti.
Sulla destra, via san Rocco, ci allontana dal centro e va verso Borghetto.
Ma prima di scendere al piccolo borgo sul fiume, sulla sinistra, una stretta stradina in ciottoli, via degli Scaligeri, ci conduce fino al Castello Scaligero, fortezza simbolo del paese e impareggiabile punto panoramico.
Da qui, imbocchiamo lo stretto sentiero a gradoni che scende per la collina e arriva a Borghetto.
Il fiume Mincio, i cigni e le anatre, l'acqua che schiuma sotto le ruote dei vecchi mulini, ci regalano l'emozione del tempo che si è fermato.
Suonano a festa le campane della piccola Chiesa di San Marco.
Gli sposi escono festosi, tra la folla di invitati: quale migliore scenografia per le foto ricordo dello splendido panorama che si vede dal piccolo ponte di legno, in mezzo al fiume.