Antichissimo centro di origine paleoveneta, raggiunse il massimo splendore nel I secolo come municipium romano.
Oggi è un'importante città agricola e industriale della “Sinistra Piave”.
Inserito nel cuore della pianura veneta, il territorio del comune di Oderzo è completamente pianeggiante essendo interamente compreso tra i 6 e i 15 m s.l.m.
A presentare i maggiori dislivelli è la zona centrale, su cui si estende il capoluogo.
Le differenze di altitudine un tempo erano più marcate, oggi sono meno significative a causa dei livellamenti apportati nel corso dei secoli.
Il centro storico è formato da alcuni antichi borghi:
- Contrada Rossa e Contrada del Cristo, presso il borgo medievale;
- Borgo Maggiore, la parte del centro circondata dal canale Gattolè;
- Borgo di Santa Maria Maddalena, presso la chiesa omonima;
- Borgo San Rocco, a nord della stazione ferroviaria dove sorgeva il convento omonimo;
- Borgo delle Grazie, lungo la via omonima;
- Borgo della Pirama o di San Martino, tra il centro e la borgata San Giuseppe.
- Borgo San Giuseppe, all'incrocio tra viale Dalmazia e via Roma.
- Borgo di Stalla, nelle vicinanze di Piazza Grande lungo l'altra sponda del Monticano.
Come riportato nello statuto comunale, al capoluogo si aggiungono altre sei frazioni:
- Camino, 2.240 abitanti circa;
- Fratta, 1.000 abitanti circa;
- Piavon, 2.100 abitanti circa;
- Rustignè, 600 abitanti circa;
- Faè, 900 abitanti circa;
- Colfrancui, 1.600 abitanti circa.
Lo stesso statuto riporta anche due località:
- Magera - Piccolo nucleo rurale sulle rive del Monticano, a metà strada fra Oderzo e Gorgo.
- San Vincenzo - Quartiere di recente urbanizzazione a sud ovest del centro storico, corrispondente all'omonima parrocchia istituita nel 1950.
Nel documento è comunque ricordata l'esistenza di altri quartieri, borgate e colmelli riconosciuti dalla comunità.
Si citano, per esempio, il quartiere Guglielmo Marconi, nei dintorni della stazione, Spinè, lungo la strada per Piavon, o Tre Piere, a sud di San Vincenzo.
Il territorio di Oderzo è stato caratterizzato per secoli da un'economia a carattere prevalentemente agricolo.
A partire dagli anni sessanta la città iniziò a sviluppare un significativo settore secondario, in particolare con l'apertura della SOLE (Società Opitergina Lavorazione Elettrodomestici), ancor oggi l'azienda con più dipendenti presente in città.
Ma soltanto alla fine degli anni settanta, tutta la zona vedrà un rapidissimo sviluppo economico nel settore artigiano, industriale e commerciale, con la conseguente nascita di una miriade di piccole aziende, quasi tutte con meno di dieci dipendenti.
Oderzo vanta il più grande mercato del bestiame del Veneto dopo quello di Padova, e un fiorente mercato immobiliare sviluppatosi negli ultimi anni.
Oderzo è inoltre all'avanguardia nel campo della gastronomia e della viticoltura, in particolare nella produzione di Verduzzo, Merlot, Cabernet e Raboso.
Oggi Oderzo è seconda solo al capoluogo come numero di turisti annuali in provincia di Treviso.
Si tratta per la stragrande maggioranza di "pendolari", provenienti soprattutto da Germania ed Europa orientale, che restano in città da uno a tre giorni.
Negli anni novanta Oderzo ha guadagnato il titolo di “città archeologica”.
In seguito è stata nominata dal Touring Club Italiano "Città più porticata d'Italia": i portici infatti sono uno dei simboli della città, e ne sono dotati praticamente tutti gli edifici del centro storico e i palazzi sorti negli ultimi quarant'anni.
A gennaio 2007 infine, la Provincia di Treviso ha concesso a Oderzo il titolo di “Città d'arte”.
Il testo in italiano è tratto da:
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