Il Comune di Casciana Terme Lari si è formato il 1º gennaio 2014 dalla fusione dei Comuni Lari e Casciana Terme.
Turismo termale
Il paese è conosciuto soprattutto per l'impianto termale che usufruisce delle acque calcico-sulfuree a 37 °C costanti.
Si narra che l'acqua termale fu scoperta dalla contessa Matilde di Canossa.
Ella aveva un merlo piuttosto anziano e malmesso, con le piume grigiastre per l'età.
Un giorno la contessa notò che il merlo si muoveva sempre meglio e le sue piume erano tornate di un colore nero intenso e il becco giallo brillante.
Fece seguire il merlo nelle sue "uscite" mattutine.
Scoprì che il merlo ogni mattina volava a mettere le zampette in una strana "acqua fumante".
Anche la contessa volle provare a immergersi nelle miracolose acque.
E in pochissimo tempo ne trasse benefici.
Decise quindi di costruire alcune vasche, primo inizio degli impianti termali che oggi possiamo ammirare.
Fino al 1927 le terme erano di proprietà del Comune di Lari.
Casciana Terme
La storia è strettamente legata alle proprietà terapeutiche delle acque che vi scorrono dando vita alle Terme.
Le origini di Casciana risalgono al periodo etrusco come da recenti ritrovamenti archeologici nell'area di Parlascio.
Le memorie scritte più antiche, risalgono al IX secolo ed attestano l'esistenza della pieve di Santa Maria ad Acquas, in un documento dell'archivio vescovile di Lucca.
Una bolla del 1148 poneva in risalto per la prima volta le virtù terapeutiche delle acque termali di Casciana, in particolare per le malattie della pelle.
Nel XII secolo Casciana (Aqui) era sede di un castello con mura e torri, ubicato nel nucleo di Petraia dove ancora oggi è visibile una bella torre medioevale, la Torre Aquisana.
Sebbene molti studiosi affermino che le acque termali di Casciana fossero già conosciute dai romani, la costruzione oggi documentata del primo stabilimento termale fu opera di Federico da Montefeltro, Signore di Pisa, nel 1311.
Nel 1460, dopo quasi due secoli, venne restaurato per la prima volta dai Magnifici Signori Fiorentini e nel 1596 furono apportati ulteriori miglioramenti.
Con i Lorena, fra '700 e '800, riprende l'attenzione del Granducato per le Terme cascianesi e nel 1824, per ordine di Ferdinando III di Toscana, si avvia un nuovo progetto di ristrutturazione.
Si arriva così al 1870 e al nuovo stabilimento realizzato dall'architetto Giuseppe Poggi, famoso per aver realizzato il Piazzale Michelangelo a Firenze.
Lari
Lari costituisce il capoluogo comunale.
Fino al 2013 costituì comune autonomo, composto anche dalle frazioni di Casciana Alta, Cevoli, Lavaiano, Perignano, San Ruffino e Usigliano.
Dal 1º gennaio 2014 si è fuso con Casciana Terme per formare il nuovo comune di Casciana Terme Lari.
Conserva numerosi resti del suo illustre passato quando era di fatto il capoluogo delle Colline Pisane.
Alla città è stata conferita la Bandiera arancione, un marchio di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano ai piccoli comuni dell'entroterra italiano.
In passato Lari è stato un importante centro politico, amministrativo e agricolo, di fatto svolgendo la funzione per secoli di "capoluogo della Colline Pisane".
Nell'antichità è importante località sulla strada tra Pisa e Volterra, città etrusca a cui Lari rimane legata fino alla tarda antichità.
L'origine del nome "Lari" è stata ricondotta al termine etrusco-romano «lar», Lare, divinità protettrice delle vie di comunicazione campestri, e al nome di persona etrusco «Lars» (cfr. Lars Porsenna).
Vari ritrovamenti effettuati nel territorio larigiano confermano una origine etrusca ed un'intensa attività in epoca romana (necropoli etrusca di San Ruffino dell'VIII-VII secolo a.C., cippo sepolcrale etrusco di marmo - oggi al Castello dei Vicari) - del III-II secolo a.C., tomba etrusca di Casciana Alta, statua romana del I secolo a.C. del Castello dei Vicari).
Conquistata e fortificata dai Longobardi, fino all'XI secolo rimane libero comune rurale (il cui probabile stemma - a tre bande orizzontali blu, bianca e verde con al centro una volpe (forse un lupo) "passante al naturale" - era in uso fino al Seicento).
Risale all'epoca longobarda (che avevano scelto Lucca come capitale della Toscana) l'inclusione (fino al XVII secolo) di Lari nella diocesi di Lucca.
Conteso tra Lucca (Comune e vescovo), Pisa (Comune e vescovo) e Repubblica di Firenze, Lari diventa un caposaldo della Repubblica di Pisa, mentre nel XIII secolo cade in mano alla famiglia (allora ribelle a Pisa) degli Upezzinghi.
Nel 1406 passa a Firenze, che ha appena preso la città di Pisa.
Firenze eleva Lari al rango di capoluogo delle Colline pisane e livornesi, ospitando i Vicari del governo fiorentino (membri delle più nobili famiglie cittadine: Medici, Pitti, Capponi, Guicciardini e altre).
Il Vicariato di Lari aveva giurisdizione su un vasto territorio che si estendeva da Pontedera a Riparbella, da Palaia e Peccioli a Rosignano Marittimo e Livorno.
Durante i primi secoli della dominazione fiorentina la frazioni settentrionali vengono spopolate, con il Comune di Perignano che si riunisce ormai a Lari.
Tra fine Quattrocento e inizi Cinquecento Lari è di nuovo parte della rinata Repubblica di Pisa, che però perderà definitivamente la sua indipendenza nel 1509.
Con le riforme asburgo-lorenesi dell'Ottocento e l'annessione al Piemonte, Lari perde progressivamente importanza amministrativo-giudiziaria, mantenendo però - fino a metà del Novecento - una certa importanza commerciale (mercato settimanale e fiere del bestiame) e agricola (produzione delle ciliegie).
In epoca fascista le frazioni sud vennero staccate dal comune di Lari per creare il comune di "Bagni di Casciana", oggi Casciana Terme.
Un referendum tenutosi nei giorni 6 e 7 ottobre 2013 ha visto prevalere il sì ad una proposta delle amministrazioni di Lari e Casciana Terme di dar origine ad un unico comune a partire dal 1º gennaio 2014, denominato Casciana Terme Lari.
Oggi Lari conserva le imponenti strutture della fortezza rinascimentale, già residenza dei Vicari fiorentini.
Il complesso, ben conservato, è aperto al pubblico durante tutto l'anno.
Nel complesso sono visibili reperti etruschi, romani e rinascimentali (terrecotte invetriate dei Della Robbia), affreschi medievali e rinascimentali, il "Salone dei tormenti", le carceri, i sotterranei detti "l'inferno".
Il castello, dopo alcuni decenni d'abbandono, negli ultimi 15 anni ha vissuto (grazie soprattutto al volontariato giovanile) un momento di rinascita e sta diventando la principale risorsa del centro storico, richiamando sul capoluogo del comune ogni anno decine di migliaia di turisti.
Non pochi sono i turisti che si recano al Castello anche per vedere i luoghi che secondo alcune testimonianze sarebbero abitati dal locale fantasma, di nome Rosso della Paola.