Bosa è un comune della Sardegna situato sulla costa occidentale.
Fa parte della Unione di Comuni della Planargia e del Montiferru Occidentale.
È il principale centro abitato della subregione della Planargia e si inserisce, storicamente, nel più vasto territorio del Logudoro, condividendo con quest'ultimo l'utilizzo della variante linguistica del sardo logudorese.
Durante il dominio aragonese, ottenne il rango di città regia del quale attualmente permane, con l'abolizione dei privilegi feudali, il titolo onorifico di città.
Insieme ad Alghero è sede vescovile della diocesi di Alghero-Bosa.
Monumenti e luoghi d'interesse
Numerosi sono gli edifici religiosi eretti sul territorio comunale, molti dei quali continuano ad arricchire il tessuto urbano cittadino, fornendo testimonianza del variare del gusto architettonico e del modo di intendere la fede nel corso dei secoli, dagli ambienti spogli di una delle prime costruzioni romaniche della Sardegna:
- chiesa di San Pietro
- concattedrale dell'Immacolata Concezione
- chiesa palatina di Nostra Signora de Sos Regnos Altos
- chiesetta campestre di San Giorgio martire guerriero, sulla riva sinistra del Temo
- chiesa di San Bacchisio
- chiesetta di Sant'Eligio
- Ulteriori chiesette campestri di antica e incerta datazione sono dedicate, rispettivamente, a santa Maria di Turuddas, santa Maria di Prammas e san Martino vescovo.
- chiesa di Sant'Antonio Abate
- chiesa di San Giovanni Battista
- convento dei padri cappuccini con l'annessa chiesa dedicata alla Madonna degli Angeli
- chiesa di Santa Maria del Mare, a Bosa Marina
- chiesetta intitolata alle martiri cagliaritane Giusta, Giustina ed Enedina
- chiesetta dei Santi Cosma e Damiano
- chiesa di Santa Filomena
- chiesa di Santa Croce
- chiesa della Beata Vergine del Carmelo
- chiesa di Nostra Signora del Santo Rosario
- Le vecchie concerie (Sas Conzas)
- Ponte Nazionale, meglio conosciuto come Ponte Vecchio (Pont'ezzu in sardo)
La Sardegna ha rappresentato per i suoi dominatori, un territorio di frontiera spesso vulnerabile per la sua vicinanza alle sponde del nord Africa e perché continuo bersaglio di attacchi barbareschi.
La sua costa occidentale, in particolare, si è trovata a lungo in un clima di generalizzata insicurezza incrementata dalla sua lontananza dalle più sicure e trafficate coste italiane e per la presenza di centri abitati di maggior rilievo rispetto alla meno popolata costa orientale.
In questo contesto, è probabile che già l'antico abitato romano sia stato interessato da opere rudimentali di fortificazione.
In particolare, alcuni studiosi hanno affermato che l'antico villaggio sia stato cinto da mura, sebbene in forma rudimentale, e che l'attuale torre campanaria della chiesa di San Pietro sia stata eretta sopra una preesistente struttura difensiva romana, forse collegata visivamente a una torre di avvistamento posta sul colle di Serravalle, punto strategico di osservazione sull'intera vallata del Temo e sul mare antistante.
Quel che è certo è che proprio su quel colle, intorno al XIII secolo – con l'intensificarsi della belligeranza tra i feudatari liguri e toscani, da una parte, e gli indeboliti giudicati locali, dall'altra – i marchesi Malaspina edificarono il primo nucleo di quella piazzaforte che ancora oggi costituisce la più caratterizzante architettura militare del territorio.
- Castello di Serravalle
Lungo il litorale della Sardegna occidentale furono edificate, durante il dominio pisano e – con particolare intensificazione all'indomani della battaglia di Lepanto (1571) – dai dominatori spagnoli, una serie di torri costiere per la difesa del territorio dalle invasioni saracene.
Da questo fervore edilizio non rimase esclusa la costa della Planargia, da capo Marrargiu alla marina di Tresnuraghes, tanto che nel giro di pochi chilometri furono erette, per lo più con tufi trachitici locali, cinque torri: di Foghe, di Ischia Ruggia, di Columbargia, dell'Isola Rossa e di punta Argentina.
Queste continuarono la loro azione difensiva sino alla metà del XIX secolo, quando con Regio decreto-legge si cessò di considerarle luoghi fortificati del Regno d'Italia.
Le torri costiere di più piccole dimensioni avevano generalmente lo scopo di avvistare e segnalare eventuali pericoli, mentre le più grandi erano destinate alla difesa pesante e per questo erano meglio equipaggiate.
Tutte le torri, poi, facevano capo a una Reale Amministrazione, un organo governativo con il compito di sovrintendere al loro funzionamento.
- La torre costiera sull'Isola Rossa
- La torre costiera sul promontorio di Punta Argentina
Tradizioni e folclore
- Tipiche del carnevale di Bosa (carrasegare 'osincu) sono le mascherate di s'Attitidu e di Gioltzi, le quali si inseriscono nel novero delle tradizionali manifestazioni carnevalesche della Sardegna, differenziandosene per taluni caratteri peculiari (l'accentuazione dell'elemento goliardico-sessuale) ma condividendone la ritualità apotropaica legata ai cicli naturali della vita e della morte, della rinascita della natura nonché al culto di divinità agricolo-pastorali e pluviali precristiane (Maimone) o di Dioniso Mainoles.
Le feste religiose
Numerose sono le feste religiose che la città ha praticato nel corso dei secoli.
Solo alcune si svolgono ancora oggi, mentre di altre se ne è mantenuto solo il ricordo nella memoria orale o letteraria.
- Festa della Madonna del Mare
- Festa di Nostra Signora di Regnos Altos
Musei
La documentazione nel tempo della storia, dell'arte e delle tradizioni locali della città si avvale anche di un polo museale che offre, in particolare, un'immersione nello spaccato sociale della città a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Collezione etnografica Stara
Museo delle Conce
Museo Casa Deriu e Pinacoteca Melkiorre Melis
Pinacoteca Antonio Atza
Turismo
Prevalentemente stagionale, ha visto negli ultimi anni una tendenza all'allungamento della stagione grazie all'arrivo dei turisti dall'estero dovuto all'implementazione dei voli low cost del Aeroporto di Fertilia.
La maggior parte dei turisti stranieri sono inglesi e tedeschi, con buona affluenza anche da parte di danesi, spagnoli e scandinavi.
Un ottimo impatto sul turismo è rappresentato dalle due principali ricorrenze cittadine: il carnevale e la festa di Regnos Altos, rispettivamente nei mesi di febbraio / marzo e di settembre.
La capacità ricettiva non è quantificabile in maniera esatta, nelle strutture ricettive locali si arriva approssimativamente a 1000 posti letto ma questi vengono abbondantemente moltiplicati dalle innumerevoli unità abitative private che vengono date in locazione ai vacanzieri.
Nel territorio di Bosa si trovano numerose spiagge, tra cui:
- Porto Managu
- Cumpoltitu
- S'Abba Druche
- Tentizzos
- Bosa Marina (una zona della spiaggia di Bosa Marina è chiamata le Colonie perché d'estate sono ospitati i bambini iscritti in colonie di tutta l'Italia).
Alcuni di questi edifici furono, un tempo, le strutture e gli impianti delle antiche tonnare.
- Turas
Inoltre altre calette (spesso identificate con nomi della tradizione popolare) sono presenti nel litorale bosano, quasi sempre raggiungibili solo in barca.