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CAMERINO


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Comune di CAMERINO

 dati e informazioni utili

Numero Abitanti : 6.221 (31-03-2022)
Altitudine s.l.m. : 661 mt.
Superfice Kmq. : 129,88
Denominazione abitanti : camerti
Partita IVA : 00139900435
CAP Codice Postale : 62032
Codice Istat : 043007
Codice Catastale : B474

Mappa Camerino

 GPS / Mappa

Camerino - Coordinate geografiche / GPS
43°08'3.8" N - 13°03'59.15" E
Decimale: 43.13439 - 13.06643



CAMERINO (Marche) è un Comune italiano totalmente montano di 6.221 abitanti, situato a 661 metri s.l.m. , il suo territorio si estende su una superfice di 129,88 kmq.

Camerino è noto soprattutto per la presenza dell'Università fondata in età medievale.
La cittadina di Camerino è situata tra le valli del Chienti e del Potenza, in una suggestiva posizione su di un colle al centro della zona montana della provincia di Macerata, chiusa a sud dal massiccio dei Monti Sibillini e a nord dal Monte San Vicino.
Il territorio è caratterizzato per la maggior parte da un paesaggio collinare, con una gradevole alternanza di campi coltivati, piccoli boschi e querce secolari.

La vecchia città, il centro storico accresciuto nei borghi, vive di toni sommessi e caldi; la pietra si alterna al cotto all'intonaco rosato, ocra, arancio.
La compattezza, il colore, la grana dell'arenaria variano: da Serrapetrona proveniva pietra rosa; da Morro pietra rossastra; da Massaprofoglio, Valcimarra, Campolarzo pietra biancastra; da San Luca, Mergano, Valeano, Paganico pietra calcarea argillosa.
L'uso frequente dei laterizi risolve in gioco di equilibrio arenaria-mattone tutta l'edilizia camerte.
Gli agenti atmosferici scavano in continuazione.
Pertanto l'intonaco si impone come salvaguardia e decorazione; spessissimo gli edifici presentano portali, zoccolo, capitelli, cornici di porte del morto, mascheroni o solo brani intatti di muro.
Così la città conserva toni medi che fondono in ogni stagione con equilibri diversi all'ambiente che la circonda.
Architettura e natura prendono vita e fisionomia.
Camerino trae dalla stretta interdipendenza tra la compattezza muraria tipico del suo nucleo urbano e l'aspra collina il senso di compiutezza tipico delle creature nate per un luogo, cresciute nell'attività e nella cultura plurisecolare di abitanti attenti e misurati, radicati nella propria città vogliosi di difendere a sé i propri valori.
Il volto di Camerino ha il sapore delle cose amorosamente vissute.
A nord congiunge la città allo spalto e al declivio collinare una fascia di pini; nella circonvallazione di levante è stato disarmonizzato il rapporto natura-architettura, prima vissuto nelle piante dell'orto botanico, con un lungo filone di alte abitazioni moderne.

A chi viene da Muccia, alta sulla rupe, la città si stringe a castello; a chi la segue a ovest e nord la linea curva si spezza, si allunga, sempre più placidamente avvinghiando i movimenti lenti della collina.
Compatte le mura castellane nascono dal profondo; le abitazioni aprono poche file di finestre, rettangoli eguali d'ombra sul rosa del mattone, contro il verde dei pini e l'azzurro del cielo.
Fino al monumento a Vitalini e a San Venanzetto ove le mura del castello si attenuano e nascono i borghi.
A chi viene da San Luca, l'antica cinta, dalla Rocca Borgesca a San Venanzetto, appena deturpata da poche costruzioni interne eterogenee, si allunga nella luce smorzata fino a San Venanzio.
I borghi si fanno veramente città a chi viene da Torre di Beregna, adagiati a conca, dall'alto vertice del duomo a Coldibove, dalle Mosse fino all'orto botanico.
La cinta muraria abbracciò i borghi nel 1384: la via esterna per le Mosse, ripresa dall'ex ferrovia del tram, corre sui resti delle recinzioni; la porta Sancti Framus, ora chiamata arco di Vannucci, ne testimonia la potenza.
Ma a chi viene da lontano appaiono solo le costruzioni rosa alte nel vertice e le case basse quasi cineree della conca.

Il terremoto del 2016
A soli 19 anni di distanza dal terremoto del 1997, con gli ultimi lavori di ricostruzione da poco completati, l'Appennino umbro-marchigiano è stato di nuovo colpito da una serie di ancor più violenti eventi sismici, noti come "terremoto del Centro Italia".
La notte del 24 agosto una forte e lunga scossa con epicentro ad Accumoli è passata alla storia per aver quasi completamente distrutto la città di Amatrice: anche la città di Camerino ha riportato dei danni, con la chiusura per inagibilità di tutte le principali chiese ed anche alcuni edifici privati, principalmente nel centro storico, sono risultati danneggiati.
Ma dopo due mesi in cui lo sciame sismico sembrava essersi quasi completamente attenuato, la sera del 26 ottobre una nuova violentissima scossa, con epicentro nei pressi di Ussita, ha causato crolli diffusi e seri danneggiamenti a quasi tutti gli edifici del centro storico, nonché al popoloso quartiere periferico delle Vallicelle, il più vicino all'area epicentrale.
La scossa era stata preceduta da un'altra, più leggera, che aveva fatto sì che molte persone avessero abbandonato le proprie abitazioni, così salvandosi.
Il crollo più notevole è stato quello del campanile di Santa Maria in Via, che è rovinato su un edificio privato situato alle spalle della Chiesa, distruggendolo.
Pochi giorni dopo, la mattina del 30 ottobre un'ulteriore violenta scossa con epicentro presso Norcia ha causato ulteriori crolli e devastazioni.

Monumenti e luoghi d'interesse

  • Cattedrale di Camerino e duomo della città, opera di Andrea Vici e Clemente Folchi, è stato ricostruito nel primo Ottocento sul luogo dove sorgeva la Cattedrale romanico-gotica distrutta dal terremoto del 1799.
  • Basilica di San Venanzio: di notevole rilievo artistico è anche la chiesa patronale di San Venanzio, pregevole testimonianza di architettura tardo-gotica di cui si fanno ammirare le parti preservate dal terremoto del 1799 e dal rifacimento ottocentesco ad opera dell'architetto modenese Luigi Poletti, come la facciata e il campanile: soprattutto i particolari scultorei della prima (portale, rosone, lunetta - contenente Madonna col Bambino - due leoni su mensola) sono squisiti esempi di gotico fiorito.
    Nella cripta l'arca di San Venanzio, gotica.
    Nel novembre del 1950 papa Pio XII l'ha elevata alla dignità di basilica minore.
  • Chiesa di San Francesco: dell'originaria chiesa romanico-gotica di San Francesco (XIII secolo), nonostante le mortificazioni dell'epoca barocca, si conserva l'alta abside poligonale con finestre tribolate, parti del portale e affreschi del primo Quattrocento.
  • Chiesa di San Filippo, di recente restaurata, fu costruita ad opera dei oratoriani nel 1733.
    L'interno in stile barocco è tagliato da due cappelle laterali e si conclude con il solenne altare maggiore.
    Nella cappella laterale dx adorna di stucchi è conservata la pala d'altare Apparizione della Vergine a San Filippo Neri di Giambattista Tiepolo, unica opera del pittore veneto presente nel Centro-Italia, riportata nel luogo originario dal Palazzo Vescovile dopo la riapertura del luogo di culto seguita ai restauri post sisma del 1997.
  • Chiesa di Santa Maria in Via (XVII secolo), luogo di grande culto alla Madre Celeste ivi rappresentata da un'interessante icona (Madonna col Bambino, attribuita al Maestro di Camerino), che la leggenda vuole portata da crociati camerinensi, di ritorno da Smirne.
    Gravemente lesionata dal sisma del 1997, la chiesa, a pianta ellittica, dopo un lungo restauro è stata riaperta al pubblico nel novembre del 2006.
  • L'ex Convento di San Domenico, comprendente la chiesa di San Domenico (ora aula Carlo Crivelli), la chiesa di San Sebastiano (ora aula San Sebastiano) e il chiostro medievale, è un grande complesso completamente restaurato, sviluppatosi tra il 1250 e il 1500.
    Ospita la Pinacoteca e Museo civici, il Museo delle Scienze e Aula Magna di Unicam.
    Nella pinacoteca sono conservati numerosi affreschi e tavole dei più significativi esponenti della Scuola Pittorica Camerte: Arcangelo di Cola (inizi XV secolo), Girolamo di Giovanni e Giovanni Angelo d'Antonio (metà XV secolo) i cui dipinti a tempera su affresco (Edicola Malvezzi), su tavola (Annunciazione e Deposizione, Madonna in Trono col Bambino) e su tela (Madonna della Misericordia), sono tra le se opere più elevate ed interessanti, anche per l'evoluzione stilistica, sempre più vicina al mondo di Piero della Francesca.
    Il Museo raccoglie reperti archeologici del territorio dal paleolitico all'età moderna, collezioni numismatiche e una ricca riproduzione di epigrafi romane.
    È stata sede di alcune mostre sugli artisti rinascimentali che hanno attratto visitatori da tutta Italia ("Il Quattrocento a Camerino" nel 2002 e "Rinascimento scolpito" nel 2006).
  • Tempio dell'Annunziata, opera di Rocco da Vicenza, fu costruito fra il 1493 ed il 1508 per volere di Giulio Cesare Varano al posto di una chiesetta più antica, Santa Maria dei Vignali.
  • Monastero delle Carmelitane, progettato da Alberto Liberti nel 1965, ha quattro piani compreso il seminterrato e, ad angolo, sul piano antistante, la piccola chiesa.
    Fondate nel 1650 della Serva di Dio suor Eufemia Serarcangeli da Colle di Sentino.[7]
  • Monastero di Santa Chiara fu acquistato nel 1483 da Giulio Cesare Varano che lo restaurò per la figlia Santa Camilla Battista.
  • Convento dei padri Cappuccini: sito in località Renacavata, il convento rappresenta la culla dei frati Cappuccini; fu infatti qui che il famoso ordine monastico ebbe origine.
    La costruzione del convento fu autorizzata, tramite bolla del 3 luglio 1528, da Papa Clemente VII per intercessione di sua nipote Caterina Cybo Varano, rimasta colpita dallo spirito di sacrificio dimostrato dai francescani Ludovico e Raffaele nel curare gli appestati dell'epidemia del 1527.
    Il convento dopo la sua ultimazione (1531), non ha mai smesso, ad eccezione del periodo napoleonico, di ospitare i componenti dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
    All'interno della chiesetta annessa al convento si registra la presenza di due interessanti opere: una grande maiolica raffigurante la Vergine col Bambino e i santi Francesco e Agnese, la cui paternità è contesa tra fra' Mattia della Robbia e Santi Buglioni (1494 – 1575), e un tabernacolo ligneo datato 1686 che viene attribuito a frate Liberato da Macerata.
    Le mura del convento ospitano il Museo storico dei Cappuccini, dov'è possibile ammirare vari oggetti provenienti da tutta la regione e legati alla vita dei Francescani.
  • Chiesa di San Carlo, con splendido interno barocco e cantoria con organo distrutta dal crollo del sovrastante campanile durante il terremoto del 1997;
  • Chiesa di Santa Caterina;
  • Oratorio di San Giovanni in Pescheria, ubicato dietro San Filippo, restaurato dopo il sisma del 1997 con la rimozione della torre piezometrica ospitata fino ad allora per qualche decennio al suo interno di vaga ispirazione borrominiana;
  • Palazzo Ducale, (ora sede dell'Università degli Studi di Camerino, Facoltà di Giurisprudenza) è stato completato nel secondo Quattrocento da Giulio Cesare da Varano con il grande quadriportico in limpida architettura rinascimentale.
  • Il Palazzo Arcivescovile, a portici, di forme rinascimentali, è stato eretto nel secondo Cinquecento.
    All'interno è ospitato il Museo Diocesano, comprende una notevole raccolta di dipinti, sculture, argenterie, ceramiche e arredi sacri, provenienti dalle chiese del territorio: vi si possono ammirare una preziosa, grande tela di Giambattista Tiepolo (1740) raffigurante la Madonna in gloria col Bambino e San Filippo Neri; il Trittico, su tavola, di Girolamo di Giovanni: Crocifisso, Addolorata e San Giovanni Evangelista, ai lati, Arcangelo Michele e San Giovanni Battista; il San Sebastiano del Boccati (1446); l'Annunciazione di Luca Signorelli.
  • Palazzo comunale Bongiovanni
  • Palazzo delle Esposte
  • La Rocca Borgesca, o Rocca dei Borgia, è un'imponente costruzione fatta erigere da Cesare Borgia su disegno di Ludovico Clodio nel 1503 per controllare la città dal versante sud-ovest: i torrioni cilindrici e il possente mastio sono begli esempi di architettura militare del primo Rinascimento.
    Permettevano l'ingresso e l'uscita dei cittadini perché la città era cinta di mura molto antiche, allargate nel 1380 da un grande costruttore, Giovanni Varano.
    Poiché nel corso del tempo le mura e le strade si sono trasformate non è facile individuare il numero di porte esistenti all'epoca.
  • Porta Malatestiana, così chiamata dal duca Malatesta nel 1511 quando la madre, Giovanna Malatesta, morì.
  • Porta Caterina Cibo, in onore della duchessa di Camerino Caterina Cibo, moglie di Giovanni Maria.
  • Porta Boncompagni, è la più recente di tutte e dedicata al nipote di Gregorio XIII, castellano di Camerino.
  • Piazza Cavour, la Cattedrale, il palazzo vescovile, un edificio privato e il Palazzo Ducale separati con discrezione da vie ed archi per comunicare con le adiacenze e la città formano Piazza Cavour.
    Una volta si chiamava Piazza Santa Maria Maggiore per distinguerla da Santa Maria in Via: il popolo continua a chiamarla Piazza del Duomo.
    Nata con le esigenze rinascimentali dei signori prima e dei vescovi poi, la piazza ha subito ritocchi agli inizi dell'Ottocento, con la nuova Cattedrale e la Statua di Sisto V al centro.
    La cattedrale della città di Camerino è il Duomo, ricostruita dopo il terremoto del 1700, continua ad essere la cattedrale della città dai tempi della signoria Da Varano.
  • Statua di Sisto V. Opera di Tiburzio Vergelli e collaboratori fu decretata dal consiglio comunale non appena Sisto V, che già era cittadino onorario e protettore di Camerino, fu eletto Papa nel 1585.
    Questa statua ha subito il furto di uno dei medaglioni che la adornava, il "Medaglione della Tranquillità".
    Nel 2012, i medaglioni sono stati trafugati ed installate delle stampe fotografiche dei tali.
  • Corso Vittorio Emanuele II, l'Arengo della toponomastica storica, divenuto poi corso Vittorio Emanuele II, attrae per la comoda passeggiata pomeridiana per i negozi che ininterrottamente a destra e a sinistra invitano a osservare e acquistare.
  • Piazza Garibaldi, già dedicata ad Agnolo Camerte, ma ancora nel linguaggio comune Piazzetta o Piazza Sant'Angelo, per la chiesa e convento omonimo una volta benedettino e quindi francescano.
    La chiesa in questione fu demolita e sostituita negli anni trenta con il cinema ora dedicato a Ugo Betti con sotto un mercato coperto e, a fianco, i locali in cui durante il periodo fascista si trovava la casa del fascio, di cui è tuttora evidente la torre, ora adibita ad albergo.
    Sono in corso scavi archeologici che stanno portando alla luce strutture attribuibili all'antico foro romano cittadino.
  • La Giudecca, il ghetto ebraico è tuttora riconoscibile nelle case basse e povere, nelle stradine più anguste e tortuose del vecchio tessuto urbano.
    Il quartiere non ebbe bisogno di essere mai circoscritto da muro perché le case, ancora quasi tutte inalterate, serrate le une alle altre, non permettevano facili comunicazioni con il resto della città.
    Le porte e le finestre si aprivano solo all'interno del quartiere.
    Limiti precisi erano fissati ai commercianti ebrei di operare in altre zone.
    Per i Varano gli ebrei dovevano avere una grande importanza nella vita economica: per esempio i prestiti per le numerose campagne di guerra, le ingenti quantità di grano portate a Camerino, specie in tempo di carestia.
  • Statua dedicata all'incisore marchigiano Francesco Vitalini.
  • Osservatorio astronomico CrabNebula, fondato nel 1993 e dotato di un telescopio riflettore del diametro di 40 cm.

Oltre alla celebre università, la città possiede altri centri di cultura come teatri e musei.

  • Cine Teatro Comunale "Ugo Betti"
  • Teatro "Filippo Marchetti". Uno dei più noti direttori d'orchestra dell'Ottocento che onorò il podio del Filippo Marchetti di Camerino nel maggio-giugno del 1893 il M° Antonino Palminteri per la prima de L'amico Fritz di Pietro Mascagni.
  • Museo di scienze naturali
  • Museo diocesano Giacomo Boccanera
  • Museo storico cappuccino
  • Orto botanico
  • Pinacoteca e musei civici di Camerino

Eventi
La corsa alla spada e palio è una rievocazione storica della fine del XV secolo che si svolge dal 1982 in occasione delle feste del santo patrono San Venanzio martire.
La manifestazione ha luogo tra la settimana antecedente il 18 maggio e il 2 giugno.
La corsa, solitamente, si svolge la domenica successiva la festa del patrono.
Giugno/Luglio: Musicamdo Jazz Festival e Premio Internazionale Massimo Urbani
Agosto: Camerino Festival - Rassegna Internazionale di Musica e Teatro da Camera

L'economia di Camerino è strettamente legata all'università che dà direttamente lavoro, in sede, ad oltre 1000 persone tra docenti e personale tecnico-amministrativo. Importante è anche l'indotto grazie alla presenza di numerosi studenti, anche se a partire dal terremoto del 1997 si è accentuato il fenomeno del pendolarismo.

Camerino è sede di un ospedale, della Comunità montana di Camerino, di una caserma della Guardia di Finanza, di una caserma della Polizia Stradale, di una Compagnia dei Carabinieri e di diversi istituti d'istruzione superiore, di una Casa circondariale (chiusa a seguito del sisma del 2016) e di un tribunale (soppresso nel settembre del 2013) che contribuiscono a fornire occupazione.

Il settore terziario costituisce, escludendo l'università, il principale settore economico della cittadina, con numerosi negozi nel centro storico; mancano tuttavia strutture commerciali di grandi dimensioni.
L'agricoltura è sufficientemente sviluppata: coltivazione (girasole e frumento principalmente) e allevamento (bovini).
Il turismo è un settore in sviluppo, anche a seguito del successo di alcune recenti mostre artistiche incentrate sulle figure di maestri attivi nel periodo rinascimentale.
Il settore industriale, fatta eccezione poche piccole realtà, è assente.
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come la rinomata arte della tessitura finalizzata alla realizzazione di stoffe di lana e di cotone che sono impreziosite da figure artistiche tradizionali.

Terzieri

  • Terziero di Muralto
    Il nome Muralto, "muro alto" deriva dalla rupe fortificata sulla quale Cesare Borgia, nel Cinquecento durante il suo breve dominio sul ducato, fece erigere a offesa della città una rocca poi conquistata dai signori di Camerino.
    Il territorio di questo terziero comprende la parte sud-ovest della città con le contrade di Morrotto e Cisterna che si spingono fin nel cuore del centro storico.
    A queste ultime si è aggiunto successivamente il quartiere delle Conce - Vallicelle.
    Cinque spighe di grano su campo azzurro sono il suo stemma; lo stendardo è caratterizzato dai colori bianco e azzurro a fasce verticali, bordate di giallo, con lo stemma al centro.
  • Terziero di Mezzo
    Il territorio di questo terziero occupa la parte centrale dell'antico tessuto urbano.
    Ospita alcuni dei più significativi monumenti della città: dal Palazzo Ducale, alla Cattedrale, al Palazzo Arcivescovile.
    Il suo stemma, precedentemente composto da un fuoco ardente in campo verde-nero, a seguito di più approfondite ricerche d'archivio è stato sostituito con quello di un ceppo legato in mezzo, in equilibrio su fondo chiaro con banda verde recante la scritta "Medium".
    Lo stendardo è un vessillo con i colori verde e nero disposti in fasce verticali, bordate di giallo, con stemma al centro.
  • Terziero di Sossanta
    Il territorio di questo terziero si estende alla parte nord-est della città compresa fra la Cattedrale fino al Borgo San Venanzio, dove si trova la Basilica del Santo Patrono.
    In epoca moderna si sono aggiunti alcuni dei nuovi quartieri sorti al di fuori della cinta muraria ed ubicati nella stessa direzione.
    Il nome Sossanta, derivato dal termine sub sancta, al di sotto della Cattedrale, è indicativo di questa posizione.
    Stemma distintivo del terziero è una colomba bianca sopra tre monticelli color ocra su fondo rosso.
    Lo stendardo è un vessillo con i colori bianco-rossi disposti in fasce verticali, con stemma al centro.


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 Fonti:
- Wikipedia (Creative Commons)


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