Cassino è un comune della provincia di Frosinone nel Lazio.
Seconda città della provincia per numero di abitanti, fu per secoli il centro amministrativo della Terra di San Benedetto.
Si sviluppa ai piedi del colle su cui sorge la celebre abbazia di Montecassino, in un luogo storicamente strategico per le comunicazioni tra il centro e il sud d'Italia.
Pressoché totalmente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e per questo nota anche come la “Città Martire”, è stata ricostruita nel dopoguerra.
Vi ha sede la “Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale”.
La città di Cassino è posta nella parte meridionale del Lazio, nella parte settentrionale della regione storica della “Terra di Lavoro”.
Il centro è collocato alla base del colle chiamato Montecassino, che si eleva fino a 520 m s.l.m., che si distacca dal Monte Cairo, nella pianura racchiusa dai fiumi Liri e Rapido.
La collina è costituita da materiale geologico compatto, che non trattiene le acque atmosferiche, che quindi fluiscono in buona parte nella valle dando origine alle sorgenti del fiume Gari che attraversa la città e che, dopo circa un chilometro, nei pressi delle cosiddette Terme varroniane, si congiunge con il Rapido.
Poco lontano dal centro cittadino, nel paese di Sant'Apollinare in località Giunture il Gari si versa nel Liri che diventa così il fiume Garigliano; a causa di questa abbondanza di acque, nella piana in passato si trovavano aree paludose.
Notevole è l'importanza della collocazione: Cassino si trova nel luogo dove si restringe la valle del Liri, ben collegata al “golfo di Gaeta” e al “Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise”, da sempre attraversata da importanti strade congiungenti Roma con Napoli e il resto del Sud Italia.
Le immani perdite subite dagli eserciti impegnati nelle battaglie di Cassino portarono nell'immediato dopoguerra alla realizzazione di tre cimiteri di guerra sul territorio comunale: un cimitero polacco, un cimitero del Commonwealth, ed un cimitero tedesco.
La ricostruzione di Cassino fu un periodo estremamente duro, che durò praticamente fino agli anni sessanta; si sviluppò un'epidemia di malaria, ma vi fu anche grande solidarietà da parte del resto d'Italia: i bambini furono ospitati a lungo da famiglie del Nord e vi furono molte elargizioni.
Cassino meritò l'appellativo di “Città Martire” per la pace e la Medaglia d'oro al valor militare.
Il piano di ricostruzione della città fu approvato nel 1946 e realizzato dall'architetto Giuseppe Nicolosi, in collaborazione con gli architetti Concezio Petrucci ed Antonio Gatti.
Dalla ricostruzione si crearono le premesse per il processo di trasformazione del sistema produttivo che, negli anni '70, da prevalentemente agricolo divenne industriale e poi terziario.
Di fondamentale importanza per la rinascita di Cassino fu la costituzione, nel 1955, della “Banca Popolare del Cassinate” voluta dall'allora sindaco di Cassino Pier Carlo Restagno.
Restagno aveva intuito la voglia di rinascita che animava la città di Cassino e aveva immaginato che una Banca Popolare, amministrata e diretta da persone del posto, poteva essere un prezioso contributo per la ricostruzione e poteva davvero animare la ripresa delle prime iniziative artigianali, commerciali ed imprenditoriali.
Un ulteriore elemento propulsivo fu la realizzazione nel 1962 del tratto autostradale Roma-Napoli.
Con queste premesse si realizzarono negli anni a venire, importanti insediamenti industriali, come lo stabilimento della SKF e quello della Fiat con il suo indotto, i quali modificarono il tessuto sociale ed economico del cassinate.
A ciò va aggiunta, inoltre, la creazione dell'Università di Cassino nel 1979.
Nel frattempo, era stata ricostruita anche l'Abbazia, riconsacrata da Papa Paolo VI il 30 ottobre 1964.
Il pontefice non è stato l'ultimo a far visita alla città.
Giovanni Paolo II vi si recò infatti due volte: la prima il 18 maggio 1979 per pregare sulla tomba di San Benedetto e Santa Scolastica e per far visita al sacrario militare polacco; la seconda volta l'anno successivo, il 20 settembre 1980, per una visita pastorale a Cassino e Montecassino.
Il 24 maggio 2009 è stata, infine, la volta di Benedetto XVI.
Dagli '80 ricominciarono, inoltre, con forza le iniziative per far sì che Cassino diventasse capoluogo di una nuova provincia.
Le radici storiche del comune cassinate consistenti in un profondo legame tra la città e l'antica “Terra di Lavoro”, infatti, hanno portato negli anni a contrastare fortemente la diffusa, ma errata equazione «Ciociaria = Provincia di Frosinone», così come l'unità etnica e folclorica della provincia frusinate imposta dalla propaganda fascista negli anni venti. L'istituzione di una “Provincia di Cassino” doveva, dunque, ridare un'identità propria alle popolazioni della Media e Bassa Valle del Liri-Garigliano, differente dalle radici storiche e culturali dei territori della Ciociaria.
Tra il 1956 ed il 2006 sono state presentate ben dieci proposte di legge.
Accantonati i sogni di indipendenza dal capoluogo, oggi Cassino è uno sviluppato centro industriale e commerciale, segnato tuttavia dalle crisi cicliche del mercato dell'auto che influenzano negativamente l'economia cittadina.
Il testo in italiano è tratto da:
- Wikipedia