Staiti Calabria

Una di quelle stradine che sembrano appena disegnate lungo le dorsali delle montagne porta il rumore della civiltà nel borgo grecanico che, asserragliato, quasi si difende dall'intrusione esterna.
Nei viottoli ripidi le case quasi si aggrappano le une alle altre e si fa fatica a raggiungerle.
Dagli usci socchiusi e nascosti dietro le cataste di legna sbucano galline, gatti e cani, signori incontrastati degli spazi silenziosi.
Da lontano l'azzurro argenteo del mare guarda con distacco la vita ancora semplice di questi “nidi” profumati di conserva e camini ancora accesi.
Nacque come casale di Brancaleone costituito, in origine, da un gruppo di povere case abitate da pastori e contadini.
Il primo documento che cita il suo nome risale al 1571, anche se con ogni probabilità la sua fondazione è molto più antica.
Quasi certamente prese il nome dalla Famiglia Stayti, che lo acquistò, nella persona di Eleonora (Diodora) Stayti, nobildonna messinese, nel 1572 da Alfonso d'Ajerbo d'Aragona.
La Famiglia Stayti contribuì moltissimo al suo sviluppo donando, anche, il proprio stemma all'Università.
Per successione, il feudo, divenne proprietà dei Carafa. Ippolita Stayti, che lo aveva ereditato, sposò Vincenzo Carafa. La Famiglia Carafa ne mantenne il possesso fino al 1806, anno di eversione della feudalità.
Fino al 1811, nonostante fosse stato elevato al grado di Università, mantenne territori in comune con Brancaleone.
In quell'anno il commissario ripartitore, ordinò la divisione e gli riconobbe diritti su parte dei territori di Bruzzano e Ferruzzano e sui demani di Brancaleone.
Nel 1816 diventò capoluogo di mandamento dei comuni di Brancaleone, Ferruzzano e Palizzi.
Quando si cammina per le piccole strade a terrazza del borgo, sembra di scalare le montagne che avvolgono le care. Quasi sospesi sugli antichi tornanti di pietra chiara. Sempre con lo sguardo rivolto verso lo Ionio che regala un panorama mozzafiato.