È un'importante città portuale della Calabria, ricca di un tessuto commerciale e industriale che però non ha dimenticato l'antico ceppo contadino sul quale oggi sono cresciute moderne aziende agricole.
A dominare Vibo Valentia è il Castello fatto erigere da Ruggero il Normanno e usato come bastione difensivo anche da Federico II e dagli Angioini.
Ed è proprio ai piedi del grande Castello che si estende la parte più antica della città dalle vie strette e aggrovigliate.
Su una collina vi sono i resti dell'antica Hypponion, colonia della Magna Grecia.
Ben conservati sono alcune tratti delle mura, alcune torri e le fondamenta dei templi.
La parte moderna, invece, si estende in un terrazzo sottostante.
Vibo Valentia è a 476 m. sul livello del mare sulla cui costa vi sono Vibo Marina, il porto commerciale e il peschereccio.
I monumenti architettonici e artistici di Vibo sono la Chiesa del Rosario con la sua Cappella trecentesca, la Chiesa rinascimentale di San Michele, opera del Peruzzi.
Da visitare anche il Duomo di San Leoluca del 1680.
Si tratta del luogo religioso più importante del quale si possono ammirare i tratti barocchi, le torri e i fregi all'interno, come l'altare del trittico di Gagini, una Madonna cinquecentesca del Santacroce e un dipinto di scuola senese raffigurante Santa Caterina.
D'aspetto imponente le porte bronzee dedicate al Tempo opera dello scultore Giuseppe Niglia.
Bellissimo il Valentianum, costruzione rinascimentale con chiostro - annesso al Duomo - nel 1455 Convento dei Domenicani, rimaneggiato intorno al 1500 dai duchi Pignatelli.
Il Valentianum attualmente è sede della Curia di Mileto, Nicotera e Tropea.
Della storia millenaria di Vibo, rilevanti sono le testimonianze.
Oltre le mura dell'antica Hypponion in località Trappeto, nelle frazioni di Telegrafo e Corfino, vi sono resti dei templi, la villa di Sicca nella quale più volte soggiornò Cicerone.
Anche i Basiliani fùrono ospiti di Vibo.
Appena fuori città, mirabile è il tempietto di Santa Ruba del X secolo.
In un'altra frazione di Vibo, in località Stanislao Aloe, si trovano i resti delle terme romane.
Nel corso della sua vicenda storica, Vibo, assunse anche il nome di Monteleone.
Come accennato all'inizio, l'economia della città e del comprensorio si intreccia con una consistente attività commerciale derivante dal porto, ma a dare un contributo non indifferente alla produzione del reddito sono anche l'agricoltura e l'industria.
L'agricoltura è essenzialmente basata sulla produzione di olive e dell'olio che da esse si ricava, degli agrumi e dell'uva.
Di consistenza rilevante anche l'allevamento per la produzione del latte dal quale si ricavano formaggi tipici.
In quanto all'industria essa è presente con stabilimenti per la produzione di calci, di materiale ferroviario e di resine sintetiche.
A Vibo vi sono grandi depositi di carburanti.
Vibo è famosa per l'artigianato che spazia dalle terrecotte alle ceramiche, ai tessuti.
MANIFESTAZIONI TRADIZIONALI
A Vibo Valentia ogni sabato è giorno di mercato nel quale è possibile reperire quanto di bello e di originale offre l'artigianato e la gastronomia locale e del circondario.
Nel "Agosto Vibonese" è di nuovo artigianato e arte sacra al centro dell'interesse.
GASTRONOMIA
Pregiatissimi e gustosissimi i latticini del Monte Poro.
Da non perdere per chi visita la zona del vibonese i salumi e la "Fileiia", una pasta speciale fatta in casa, confezionata e condita con sughi diversi.
Ottimi i vini prodotti in loco.
Testo in italiano tratto da:
- Calabria, due volte Mediterraneo