Questo edificio sacro risale al 1640.
Nel 1739 è stato probabilmente aggiunto il presbiterio dove ha trovato posto il magnifico dossale ligneo barocco decorato con oro zecchino.
L'interno è stato ristrutturato in forme neoclassiche nella seconda metà dell'Ottocento.
Secondo la tradizione la chiesa è frutto di un voto fatto dalla comunità leontina alla Madonna, nella prima metà del Seicento, per ottenere che il franamento graduale del fronte nord di questo masso, dove si concentrava a quel tempo il maggior numero di abitazioni del ceto meno abbiente, non provocasse vittime.
Quel quartiere, non più esistente, era attiguo alla seconda porta della città, detta "Porta di Sotto".
Gli abitanti, riconoscenti alla Vergine lauretana per la grazia ottenuta, innalzarono questo piccolo tempio in Suo onore al centro del nuovo quartiere detto "Porta di Sopra", legando ad esso la pia vocazione annuale del transito della Santa Casa di Loreto dalla Palestina alle Marche.
Da allora, ogni anno, nella notte fra il 9 e il 10 dicembre, ha luogo la suggestiva processione che vede passare per le vie del paese il simulacro della Santa Casa con la statua seicentesca troneggiante su di essa.
È puramente casuale, ma curioso, che nel 1949, anno in cui detta chiesa fu temporaneamente adibita ad usi profani con eliminazione della processione, la rupe sia andata soggetta ad un rovinoso crollo sull'unica strada di accesso al paese provocando un lungo isolamento del centro abitato.
Ad un esterno dimesso fa riscontro un interno elegante nelle sue semplici geometrie neoclassiche, dominato dal ricco retablo con la Vergine lauretana in trono.
Alla sua destra è conservata la riproduzione lignea ottocentesca della Santa Casa.
Spicca, fra le opere d'arte, una pregevole Annunciazione di Timoteo Viti (XV secolo), uno dei maestri di Raffaello.
Gli altri dipinti rappresentano: la Madonna di Loreto con i Santi Antonio Abate, Giuseppe, Antonio da Padova, Lucia, Apollonia, Agata e Carlo Borromeo, opera di Giovanni Zanbe, 1604; San Bonaventura, di scuola umbra del Seicento; Madonna col Bambino, Angeli e i Santi Pietro, Paolo e Cecilia, di scuola bolognese del Seicento.
Il Bambino è rappresentato nell'atto di porgere le chiavi del Paradiso a San Pietro, mentre Santa Cecilia, patrona dei musicisti, è tradizionalmente inginocchiata accanto ad un organo.
Ai lati del presbiterio sono esposte alla venerazione una statua lignea settecentesca rappresentante San Francesco di Paola, patrono della gente di mare, e una statua del Sacro Cuore di Gesù, di buona fattura altoatesina del primo Novecento.
Qui hanno luogo le celebrazioni feriali della Parrocchia
Testo tratto da:
Locandina posta all'ingresso della chiesa