Ultimati i lavori di restauro conservativo sia quelli all'interno sia ultimamente quelli all'esterno, ora la Chiesa si trova ad essere totalmente ripristinata nello stato in cui era dopo la ristrutturazione del secolo XIX.
Dal punto di vista artistico, essa ospita una pregevole tela settecentesca della scuola del Moncalvo e alcune ancone settecentesche di notevole fattura.
Inoltre presenta le pareti decorate a intensi colori secondo il gusto del secolo XIX, epoca del suo ultimo riordinamento, e la volta dipinta alla metà di quel secolo da Paolo Maggi di Sannazzaro, che lavorò anche alle cappelle del santuario di Crea.
Sotto l'aspetto paesaggistico essa sorge in una amena valletta tra due colli su cui poggiano le due frazioni di Mincengo e Zoalengo, del Comune di Gabiano.
La contraddistingue perciò il suo particolare sito di fondovalle, isolato rispetto agli abitati e circondato da prati e file ordinate di alberi di pregio e la rende pressoché unica nel suo genere tra il paesaggio del Monferrato, che pone gli edifici sacri sulla cima delle colline.
Tale singolare collocazione è indice di una primitiva destinazione votiva e non pastorale, come si arguisce dalla storia sotto riportata.
Durante l'anno ospita concerti e altre manifestazioni culturali.
Per tutti questi elementi distintivi la sua visita merita senz'altro un viaggio.
La sua fondazione risale alla prima metà del secolo IX, quando il vescovo Noting della diocesi di Vercelli, a cui apparteneva in quel tempo anche il Basso Monferrato fino alla istituzione della diocesi di Casale nel 1474, la fece edificare, dotandola di immobili, per custodirvi il corpo di Sant'Aurelio, vescovo di Redicione in Armenia e morto a Milano tre secoli prima.
Nella capitale lombarda, infatti, l'abate Noting, prima della sua elezione a capo della diocesi vercellese, reggeva la locale abbazia benedettina.
In seguito, lo stesso Noting, che era figlio del conte di Calw, cittadina adagiata ai piedi della Foresta Nera, nella cui giurisdizione cadeva la vicina Hirsau, ne fece traslare le reliquie alla primitiva abbazia benedettina gemella di Hirsau. Qui fu edificato un tempio, in gran parte conservato, dedicato al Santo, divenuto celebre per i suoi interventi taumaturgici.
L'abbazia tedesca, sviluppatasi intorno a questa Chiesa, diventò ben presto il fulcro delle aspirazioni della riforma cluniacense ed ecclesiastica nella Germania sud-occidentale.
L'opzione del vescovo Noting per il territorio di Gabiano, dove dedicare un tempio al suo Santo prediletto, è spiegabile anche con il fatto che proprio qui si diressero una forte immigrazione di popolazione proveniente dalla Germania sud-orientale e, in particolare, una concentrazione di arimanni.
Ne sono testimonianza, oltre ai reperti longobardi rinvenuti negli scavi del confinante comune di Mombello, anche i toponimi con suffisso “ingo/engo”, specifici di tutte e tre le frazioni che gravitano su questa Chiesa, nonché la contrada “Garimanno” di Gabiano.
La Chiesa di Sant'Aurelio di Gabiano appare la più antica tra quelle esistenti in questa zona, ed anteriore alla stessa pieve di Gabiano, comunemente datata al sec. XI. La sua attuale struttura architettonica non riflette che in minima parte la sua origine medievale, essendo stata riadattata in varie epoche successive e da ultimo nella seconda parte del secolo XIX.
Mentre la traslazione del corpo del vescovo Aurelio da Vercelli a Hirsau è attestata da numerosi manoscritti dei secc. XIII-XIV, custoditi nella Biblioteca di Stoccarda, la decisione maturata dal vescovo Noting di costruire sul territorio di Gabiano una Chiesa dedicata a Sant'Aurelio, la cui esistenza è testimoniata negli estimi medievali della diocesi di Vercelli e nei coevi Statuti di Gabiano, fu dichiarata come certa dagli storiografi vercellesi Modena e Cusano, vissuti nei secc. XVI-XVII.
L'attendibilità di tali attestazioni fu poi messa in dubbio, ma ora esse sono state stimate molto probabili dal celebre studioso di storia della Diocesi di Vercelli monsignor Giuseppe Ferraris in numerose sue pubblicazioni, essendo la nostra “l'unica parrocchia di questo titolo nell'antica Diocesi di Vercelli”.
Nell'anno 2002 la Comunità di Sant'Aurelio di Gabiano ha ricevuto la prima visita di una folta delegazione appartenente alla Comunità cattolico-evangelica di Hirsau-Calw, capeggiata dal sovrintendente ai Musei statali dello Stato del Baden-Wuerttemberg.
Da quel momento è sorto ed è in piena attività un gemellaggio spirituale tra le due Comunità con scambi di esperienze e di visite annuali.
Testo a cura di:
Calvo Don Luigi