La chiesa della Madonna dell'Orto è un edificio religioso situato a Venezia, nel sestiere di Cannaregio.
La chiesa è senza dubbio uno dei luoghi emblematici dell'architettura gotica veneziana.
La facciata e il chiostro sono del quadriennio 1460-1464, con statue degli inizi del Cinquecento.
Dello stesso periodo il campanile a cupola, terminato nel 1503.
Gli interni sono impreziositi da alcuni dipinti di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, oggi sepolto nella navata destra, e dei quali si conserva ancora il contratto, datato 14 maggio 1565.
L'ingresso è a pagamento per i non residenti.
La facciata a salienti è in mattoni, tripartita da due spesse lesene e rispecchia nelle sue linee la partizione dell'interno.
È una delle più belle ed interessanti di Venezia.
Le due aree laterali sono provviste di finestre quadrifore in stile gotico fiorito, mentre l'area centrale presenta due rosoni centrali.
Il portale, opera di Bartolomeo Bon ultimata nel 1483, è sormontato da un arco acuto con decorazioni scultoree in pietra bianca, raffiguranti sulla sommità San Cristoforo e ai lati la Madonna e l'Arcangelo Gabriele, opere attribuite, la prima e la terza a Niccolò di Giovanni Fiorentino, mentre la seconda ad Antonio Rizzo.
All'interno di questa decorazione vi è un timpano in porfido a tutto sesto sorretto da lesene semicircolari: il tutto è decorato da un protiro formato da due colonne corinzie.
Nell'area centrale si osservano archetti trilobati pensili e un torello a bassorilievo con motivi geometrici.
Gli spioventi delle aree laterali sono decorati da una sfilata di dodici nicchie ad arco trilobato contenente le statue dei dodici apostoli.
Sulle lesene e sulla cuspide della facciata sono presenti cinque alte edicole gotiche contenenti le settecentesche statue rappresentanti la Prudenza, la Carità, la Fede, la Speranza, e la Temperanza, provenienti dalla demolita chiesa di Santo Stefano di Murano.
L'interno è ad impianto basilicale, a tre navate, con archi acuti a doppia cornice, sorretti da massicce colonne in marmo greco alcune delle quali monolitiche.
Ha pianta rettangolare, senza transetto, al fondo il presbiterio con una splendida abside pentagonale.
Ciò che rende questa chiesa famosa in tutto il mondo sono le dieci tele di Jacopo Tintoretto che abitava e lavorava nel vicino campo dei Mori e le cui spoglie ora riposano nella cappella absidale della navata sinistra.
Oltre a queste meravigliose opere la chiesa conserva altri capolavori tra cui una Crocifissione di Palma il Giovane, proveniente dalla demolita chiesa di San Ternita, e San Giovanni Battista tra i Santi Pietro, Marco, Girolamo e Paolo, capolavoro di Cima da Conegliano eseguito tra il 1493 e il 1495.
Nel lato sinistro, a differenza di quello destro limitato dalla presenza del chiostro, unico elemento superstite del convento, sono state costruite quattro cappelle funerari di alcune importanti famiglie.
Partendo dall'entrata si incontra per prima la cappella Valier, di raffinata architettura rinascimentale nel quale il Palladio sostava ammirato quando si recava nella vicina scuola dei Mercanti alla cui ricostruzione egli collaborò nel 1570.
La cappella conservava una piccola ma affascinante Madonna col Bambino di Giovanni Bellini risalente al 1480, trafugata nel 1993.
Seguono la cappella Vendramin e la cappella Morosini, in stile gotico opera degli Architetti Giovanni e Bartolomeo Bon.
Chiude la sequenza l'elegante cappella Contarini, dove sono conservati i busti funerari di sei membri di questa famiglia, alcuni opera di Alessandro Vittoria.
I busti sono posti su basamenti sui quali altrettante pietre di paragone recano incise le epigrafi, sono collocati sopra un'elegante quanto semplice incorniciatura architettonica costituita da edicole disposte tre per parete, limitate da esili colonne corinzie e sormontate da timpani.
Nel lato destro della chiesa sono dislocati gli altari laterali e un importante monumento funerario che Girolamo Cavazza, diplomatico al servizio della Repubblica di Venezia si fece costruire nel 1657 dopo esser stato ammesso al Patriziato. L'architettura del monumento è di Giuseppe Sardi mentre le statue sono di vari autori, fra cui Francesco Cavrioli.
Il soffitto è a cassettoni lignei, opera del restauro del 1931, ma ispirato a quello del vicino chiostro nello stile tipico delle costruzione gotiche dell'epoca.
Eretto a cavallo tra il XV e il XVI secolo, l'alto campanile in mattoni a pianta quadrata, si innalza per circa 56 metri sul lato sinistro della chiesa; i lati segnati da due lesene portano alla cella campanaria aperta da trifore a tutto sesto.
Quattro timpani curvilinei dividono la cella campanaria dall'alto tamburo cilindrico della cupola a cipolla, di sapore orientale.
Ai lati vi sono le staue dei quattro evangelisti, e sulla sommità della cupola vi è la statua del Redentore.
Le statue sono opera della scuola di Pietro Lombardo.
La torre è visibile da gran parte della laguna nord ed è uno dei primi campanili veneziani che si vedono giungendo a Venezia dal ponte translagunare.
L'opera venne ultimata nel 1503 come testimoniano la data incisa nella cupola, una cassetta di piombo, che si trovava all'interno della cupola, contenente delle reliquie e un'iscrizione datata proprio 1503.
Nella pianta prospettica di Venezia disegnata da Jacopo de' Barbari nel 1500 il campanile, infatti, è raffigurato fino alla cella campanaria, mancando la parte terminale che in quell'anno non era stata terminata.
Le antiche campane, di cui la maggiore era del 1424, furono sostituite dal parroco Jacopo Jagher e dal notaio Carlo Candiani, nel 1883, come risulta dall'iscrizione incisa nella ghiera.
Si tratta di un concerto di tre campane (la maggiore delle quali fuori uso da molti anni) opera della fonderia "Luigi Cavadini e figlio in Verona" in tonalità di DO3 diesis.
Nel 1931 venne aggiunto il sonello, sempre opera della rinomata fonderia veronese.
Tutte le campane sono poste nel tipico sistema di suono in uso a Venezia, il sistema a " slancio".
Il testo in italiano è tratto da:
- Wikipedia