La Gola del Bottaccione è una valle stretta e profonda scavata nel corso di centinaia di migliaia di anni dal torrente Camignano.
Taglia trasversalmente i monti di Gubbio esponendo in modo molto evidente, sui due fianchi, la regolare stratificazione della serie umbro-marchigiana nell'intervallo roccioso compreso tra i “Calcari Diasprigni” e la “Marnoso-Arenacea” (da circa 145 a circa 10 milioni di anni fa).
Possiamo per questo immaginare la valle come un libro che racconta la storia dell'Appennino umbro-marchigiano attraverso i suoi strati rocciosi.
Nelle prime due tappe del nostro viaggio, salendo da Gubbio, ci soffermeremo in particolare sulla parte bassa della gola, che corrisponde alle stratificazioni più antiche: si tratta quindi delle rocce che si formarono sul fondo del mare a partire da oltre 200 milioni di anni fa.
Tra queste rocce sono custoditi da lungo tempo i segni di eventi geologici che hanno mutato la storia della Terra.
La comunità scientifica internazionale ha individuato in particolare due stratificazioni che meritano ora la nostra attenzione: il livello “Bonarelli” e, soprattutto, il livello “k/t” ad iridio.
Uno strato argilloso nerastro (livello Bonarelli) - tra gli strati calcarei biancastri della scaglia bianca, è presente uno strato argilloso nerastro, spesso quasi un metro, noto come livello Bonarelli, dal nome del geologo che oltre un secolo fa compì studi fondamentali sulle rocce dell'Appennino.
In tutti gli affioramenti dell'Appennino umbro-marchigiano questo livello si trova nello stesso punto (qualche metro sotto il passaggio tra la scaglia bianca e la scaglia rossa).
Gli viene attribuita un età di circa 92 milioni di anni.
Le rocce del livello Bonarelli sono conosciute anche come “livello ittiolitico-radiolaritico” per la presenza di piccoli resti fossili di pesci e abbondanti gusci silicei di microfossili planctonici (i radiolari), visibili soltanto al microscopio.
L'elevato contenuto di materia organica (fino al 20%) di queste rocce produce il colore nerastro dell'argilla (sono chiamate per questo in inglese “black shales”).
Gli scienziati ritengono che la formazione del sedimento argilloso scuro sia avvenuta per un forte impoverimento di ossigeno delle acque dei mari (causato dal depositarsi sui fondali di grandi quantità di materia organica dovuto alla conquista delle terre emerse da parte degli oceani, fenomeno noto ai geologi come “trasgressione”), che favorì la morte di pesci e di altri organismi e la conservazione dei loro resti, che in condizioni normali avrebbero subito un processo di decomposizione.
La storia della Terra ha conoscituo diversi episodi di sedimentazione di argille nere in periodi di tempo ben definiti (“eventi anossici oceanici”), come hanno dimostrato sondaggi effettuati in molti punti degli oceani Atlantico e Pacifico.
La materia organica contenuta nelle argille può diventare bitume: sono perciò anche considerate le rocce-madri del petrolio.