La chiesa di San Giuseppe di Castello (in veneziano Sant'Isepo) è un edificio religioso della città di Venezia, situato nel sestiere di Castello, nelle vicinanze della Riva degli Schiavoni.
Nel 1512 venne autorizzata la costruzione di una chiesa con decreto del Senato, con attiguo convento delle monache agostiniane.
Qui fino ad allora vi erano ancora delle isolette circondate da una palude, che venne bonificata per costruire nuovi insediamenti, sulle antiche isole di Secco Marina, Paludo, Rio terà, ecc.
La chiesa venne affidata all'Ordine agostiniano fino al 1801, quando Napoleone soppresse questa e il monastero.
Successivamente venne dato in gestione a suore salesiane della Visitazione, che portarono la reliquia del “cuore di san Francesco di Sales”, dal 1912 a Treviso.
Dopo esser stata sussidiaria della basilica di San Pietro di Castello, ora è centro della parrocchia omonima.
Le mura della chiesa furono finite già nel 1525, assieme al contiguo convento.
Il 1543 è l'anno della consacrazione a San Giuseppe, e venne posta una frase sul portone d'ingresso:
«A Dio, alla Vergine Maria, alla Patria nell'anno 1543 consacrato».
Nel 1563 la chiesa venne terminata grazie alla donazione della famiglia Grimani, che vi fece costruire l'altare maggiore e poi, nel 1595, il monumento funebre al doge Marino Grimani, opera di Cesare Groppo.
L'edificio, nella sua parte esterna, è molto povero, di stile classico, con lesene laterali che sorreggono un timpano modesto.
Di rilievo invece il portale d'ingresso, anch'esso voluto dalla famiglia Grimani, con al centro l'opera di Giulio del Moro “Adorazione dei Pastori”.
L'interno è formato da una sola navata, con un presbiterio, abside e due piccole cappelle.
Sulla parete destra tre altari, mentre sulla sinistra solo due, con l'enorme mausoleo al doge Marino Grimani e alla moglie Morosina Morosini.
Il progettista dell'insieme è stato considerato tradizionalmente Vincenzo Scamozzi, recenti ricerche tuttavia tendono ad attribuire l'opera all'architetto e proto di Venezia Francesco Fossati.
Le sculture sono di Gerolamo Campagna, mentre i rilievi bronzei sono di Cesare Groppo.
La sala è sovrastata dal barco, cioè un ballatoio collegato al convento, che permetteva alle suore di accedere alla chiesa senza incontrare gli altri religiosi.
Meraviglioso il dipinto sul soffitto di Gianantonio Torri, di ben 540 m2, che pare duplicare il volume della chiesa.
Da notare anche le opere pittoriche di Paolo Veronese poste nel presbiterio: “Adorazione dei pastori e San Girolamo”.
Da segnalare alcuni affreschi di Jacopo Palma il Giovane.
Sul primo altare di destra l'opera di Tintoretto e del figlio Domenico: “Il senatore Bon in preghiera dinanzi all'arcangelo Michele che scaccia Lucifero”.
Il testo in italiano è tratto da:
- Wikipedia