Il gruppo folk “Su Gologone” di Oliena nato nel 1970 è stato fondato da un gruppo di appassionati non solo per soddisfare un'esigenza di divertimento, ma si è posto come elemento di stimolo della comunità onde consentire la conservazione e la valorizzazione della tradizione folkloristica, e come punto di riferimento per i giovani in modo che si accostino alle tradizioni così da farle proprie e tramandarle come elemento vivo e vitale di un popolo.
Il gruppo in tutti questi anni ha partecipato a moltissimi festival nazionali e internazionali fra cui anche tante edizioni dell'Europeade.
Il gruppo "Su Gologone" prende il nome dalla sorgente carsica sita in amena località a 8 km da Oliena, attrazione meta di numerosi turisti, riconosciuta come monumento naturale.
Oliena:
È un centro di 8000 abitanti situato in Barbagia nel centro Sardegna ai piedi del Supramonte con la cima del Corrasi alta 1463 m.
La sua economia si basa principalmente sull'agricoltura, pastorizia e artigianato con la produzione di prodotti tipici .
Il paese vanta un centro storico con case e cortes architettonicamente uniche, dove lo stile mediterraneo ha trovato la massima aspirazione ed espansione.
Le feste più importanti; pasqua con “s'incontru” l'incontro tra il cristo risorto e la madonna, il patrono san Lussorio dal 19 al 23 di agosto e la novena nel santuario campestre di nostra Signora di Monserrat dal 1 al 8 settembre. In tutte le feste si possono ammirare gli splendidi costumi delle donne portati in processione accompagnati dagli uomini a cavallo poi a seguire assaggio di dolci tipici innaffiati dal vino cannonau-nepente tutto incorniciati da balli tipici tradizionali di Oliena.
Il Costume:
Il costume di Oliena è un patrimonio vivo presente in quasi tutte le famiglie, elegante ed austero è di origine molto antica quasi unico nel suo genere, sfoggiato nella sua bellezza e ricchezza dagli Olianesi nelle festività più importanti e nei matrimoni. Tramandato dai genitori ai figli nel susseguirsi degli anni ha mantenuto inalterato la sua unicità, ogni costume si differenziava dall'altro per stoffe, tessuti, ricami e gioielli a seconda del ceto di appartenenza. Tuttora si trovano in paese delle abilissime artigiane che ricamano rigorosamente a mano come una volta. Il costume indossato dal gruppo è quello della festa di ceto medio alto particolarmente sontuoso ed elaborato nelle stoffe, nei ricami e nei pizzi. Esiste una versione più semplice indossato dagli anziani tutti i giorni.
I capi che costituiscono il costume femminile sono:
- “su muncadore” 1'elemento principale che caratterizza il costume femminile di Oliena è il copricapo fazzoletto di tibet nero ripiegato a triangolo e arrotolato sul davanti a incorniciare il viso, posteriormente ricamato di motivi floreali con fili di seta e impreziosito con fili d'oro e pietre dure.
- “sa tunica”ossia la gonna ampiamente plissettata in finissimo orbace rosso scuro, ornata nella balza inferiore da una striscia di raso ricamata o dipinta a fiorami.
- “sa vranda” grembiule in drappo di seta nera ricamato a motivi floreali
- “sa hamisa” la camicia in tela azzurro pallido di cotone in crespata sul collo e nei polsi da far risultare le maniche ampie e in vista anche dopo aver indossato il giubbetto, la camicia è ornata ai polsi e sul petto da finissimi pizzi e ricami eseguiti in basso rilievo
- “su gipone” giubbetto di panno abbellito a mosaico con stoffe o broccato a seconda della classe di appartenenza.
- Le scarpe sono di fattura locale con pelle di vitello e ornate con nastri di seta.
- “su gipone” giubbetto di panno rosso ornato con strisce di velluto o broccato
- “sa hamisa” camicia in tela con colletto e polsi ricamati
- “su carcione de uresi”calzone in orbace
- “sa hintoglia” cintura in pelle finemente intarsiata.
I gioielli sono di fondamentale importanza, che oltre ad avere una funzione di bellezza ornamentale, ogni elemento ha un significato simbolico protettivo di norma regalati dalla suocera alla nuora:
- “sa gutturada” collana in corallo e oro per l'unita' familiare
- “sos buttones” i bottoni in oro come augurio di virilità o prolificità
- “s'isprugadente e su coco” amuletti contro il malocchio
- “su sole” pendente d'oro sul collo femminile che simboleggia l'amore familiare
Oliena si distingue anche per i balli unici e caratteristici nel suo genere, dove in occasione di feste, matrimoni o ogni modo di divertimento non possono mancare a testimonianza di un'antica, viva e sentita tradizione. I balli si presentano come dei veri rituali, uomini e donne uniti fino a formare una catena, in cerchio per raffigurare il sole e la luna espressione della vita, cosi come la natura che si rinnova e danzando si auspica che il prossimo raccolto sia buono e questo porti benessere, si diceva che più si saltava più alta veniva la spiga di grano.
Il nostro repertorio è costituito dai seguenti balli: su passu torrau, su ballu tundu, su dennaru, s'arciu, s'arciu hantihu e su durdurinu.
Mentre su passu torrau, ballu tundu e dennaru presentano una certa facilita nell'esecuzione e si possono assimilare ai balli di quasi tutta la Sardegna,
s'arciu, s'arciu hantihu e su durdurinu sono assai impegnativi e sono tipici della tradizione di Oliena, sono tutti molto antichi e si sono conservati nel tempo tramandati da generazioni
In particolare su durdurinu il ballo di Oliena per eccellenza il più antico e misterioso di cui l'origine ci è ignota ha probabilmente origini pagane,ballato da abili ballerini accompagnato da una voce monodica che a tratti si intervalla con il ritmo dei passi. Ancora oggi si usa ballarli in piazza in occasione di feste religiose, matrimoni, carnevale e qualunque occasione che si voglia festeggiare
I balli vengono accompagnati dal canto a tenore, da una voce monodica o dall'organetto diatonico.
“Il canto a tenore” tipico coro tradizionale del centro Sardegna eseguito da una voce solista che intona e guida la linea del canto accompagnata da tre coristi (mesuvohe bassu e contra) che fanno un coro arcaico di imitazione animalesca, facendo parte di una vita pastorale si imitavano gli animali domestici a loro vicini (maiale, bue e agnello), queste tre voci si incontrano per diventare un coro melodico e unico nel suo genere. Con i suoi modi diversi di esecuzione si esprime la volontà e l'umore del cantore che sia triste, felice o innamorato, con un ritmo cadenzato si adatta benissimo anche per musicare i balli tradizionali sardi.
Un canto millenario così definito dall'UNESCO come patrimonio intangibile dell'umanità.