Il paese, collocato ad un'altitudine di 756 metri s.l.m., fa parte della minoranza linguistica arbëreshë, presente in tutto il territorio dell'Italia meridionale.
La popolazione custodisce usi, costumi e tradizioni e conserva il rito greco-bizantino, soggetto alla giurisdizione ecclesiale dell'Eparchia di Lungro.
Dal 4 agosto 2009 è stata approvata, in consiglio comunale, l'iniziativa di montare dei pannelli all'interno della cittadina con scritto "Comune deleghistizzato".
A circa 1400 metri s.l.m. si trova il Santuario di Santa Maria del Monte, situata tra le montagne di Acquaformosa e Lungro.
Storia
Le origini storiche di Acquaformosa risalgono al 1195, allorché, per generosità dei signori di Altomonte, venne fondata l'Abbazia di Santa Maria di Acquaformosa dell'ordine Cistercense.
Una leggenda narra invece che la principessa Irene Castriota, figlia dell'eroe Giorgio Castriota Scanderbeg, soggiornasse presso l'abbazia e una volta bevendo l'acqua della Badia, abbia esclamato: "Che acqua formosa!" e che da allora abbia cambiato il nome da Ariosa in Acquaformosa.
Le origini della comunità si possono far risalire al 1200, intorno al convento di Santa Maria di San Leuceo, ma l'incremento e il ripopolamento vero e proprio del casale fu opera dei coloni arrivati dai Balcani tra il 1476 e il 1478, che si stabilirono nel territorio.
Acquaformosa fece parte del vastissimo stato dei principi di Bisignano che cedettero alcune prerogative sul casale in favore di Ottavio Papaleo di San Pietro in Galatina nel 1564.
Tradizioni e folclore
I costumi, le tradizioni, il rito e la lingua sono una ricchezza che gli abitanti di Acquaformosa hanno mantenuto inalterati nel tempo.
Di generazione in generazione i giovani del paese, si sono impegnati alla fondazione di gruppi folcloristici per salvaguardate e trasmettere le tradizioni.
Il gruppo folcloristico di Acquaformosa, nato nel 1986, si chiama "Shkëmbi"; celebre è la loro ricerca di canti e danze arbëreshë.
Tra le più importanti manifestazioni religiose si ricordano: la festa di Santa Maria del Monte, 26 luglio; la festa di San Giovanni Battista, 29 agosto; durante il periodo di Carnevale si celebrano le "Vallje", ballo con canti inneggianti alla vittoria di Giorgio Castriota Scanderbeg sui turchi, e nel primo venerdì di marzo, i ragazzi in gruppo, suonando dei campanacci, beffeggiando la gente del paese evidenziandone pregi e difetti.
La festa più importante è quella di Pasqua, nel giorno di quaresima si intonano le "Kalimere'", cantilene drammatizzate che rievocano la Passione di Cristo; e nella solenne Pasqua (Pashkët) viene annunciata dalle note del canto sacro in lingua greca "Kristos Anesti", che significa Cristo è risorto, intonato in coro per le chiese e le strade del paese.
Le feste religiose quindi, con il solenne e suggestivo rito bizantino, hanno un sapore particolare.
La festa della Madonna del Monte (Festa e Shën Mërisë së Malit) si svolge la prima e l'ultima domenica di luglio con pellegrinaggio della parrocchia di Acquaformosa, Lungro, Firmo e altri paesi albanesi circostanti, con canti, danze e le donne vestite nei tradizionali costumi albanesi.
L'ultima domenica di maggio si festeggia la Madonna della Misericordia.
È consuetudine durante l'Epifania (ujët të pagëzuam) la benedizione dell'acqua nella Fontana Vecchia (Kroj Pjak).
Costume
Acquaformosa conserva l'abito arbëreshë, nelle sue tradizionali differenze per l'uso ed l'evento. Le varie tipologie dei costumi sono: costume di mezzafesta con gonna "kamizolla" e scialle intorniato da gallone dorato, costume "kandusha" della ragazza in attesa di marito, costume di lutto, costume ragazza da marito, e il costume nuziale con il diadema nuziale, keza, il gallone, galuni, che circondano le spalle.
Il testo in italiano è tratto da:
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