La chiesa di Santa Maria a Quarto si trova nel comune di Bagno a Ripoli ed è parte del vicariato di Antella e di Ripoli.
Prende il nome dal quarto miglio romano dal decumano di Firenze posto lungo la via Cassia adrianea e inaugurato nel 123 d.C.
La chiesa si trova sulla collina (100 m s.l.m.) antistante la piana di Bagno a Ripoli e dal sagrato, in cotto fiorentino, è possibile osservare il panorama di tutta la pianura fiorentina in direzione ovest.
L'attuale edificio è stato costruito sui muri perimetrali, in pietra alberese, della precedente costruzione.
La chiesa si presenta con un portico a tre arcate intervallati da due colonne portanti in pietra serena centrali e da due pilastri ai lati, dello stesso materiale, a sua volta raccordati alla parete per mezzo di due archi laterali.
Nel mezzo del loggiato un portone antico apre il passaggio all'interno della chiesa stessa.
L'ingresso è alto 3,15 metri per una larghezza di 1,80.
Sull'architrave è presente una croce che stilisticamente potrebbe risalire al XIV secolo.
All'esterno, nella parte sinistra, un tempo si trovava un affresco della scuola fiorentina raffigurante “Cristo in pietà” che risaliva al XIV secolo.
Di tale affresco oggi rimangono piccole tracce.
La costruzione della torre campanaria risale al 1828.
Il progetto fu approvato dal granducato il 28 marzo del 1828 e i lavori iniziarono il mese successivo.
Il comune di Bagno a Ripoli in realtà dette la concessione dei lavori solo alla fine dei lavori stessi (28 dicembre 1828).
La costruzione fu effettuata da maestro muratore Luigi Gherardi ed era sostanzialmente diversa dall'attuale.
In prossimità delle finestre delle campane erano presenti quattro terrazzoni leggermente sporgenti mentre la torre campanaria terminava con una cupola appuntita all'interno della quale erano aperte quattro finestre rotonde.
La costruzione, alta 53 metri, al suo interno ospitava quattro campane della fonderia Moreni tre delle quali del 1819 e una successiva del 1824.
Le due campane maggiori, dopo la loro rottura, furono sostituite nel 1866 da altre due, fuse dalla fonderia Rafanelli, rispettivamente consacrate e battezzate con i nomi “San Giuseppe” (la maggiore) e “Maria Santissima Assunta in cielo” (la minore).
Agli anni venti risale la sostituzione di una terza campana che i bagnesi vollero dedicare ai propri caduti della Prima guerra mondiale.
Durante la Seconda guerra mondiale il campanile fu colpito nella sua sommità il 5 agosto 1944 alle 10,30 in quanto i tedeschi, insieme alla torre di Rosai e a un secondo edificio, sempre nei pressi del centro di Bagno a Ripoli, vedevano in queste alte costruzioni un possibile punto di avvistamento.
Fortunatamente i danni si limitarono alla distruzione della palla che sorreggeva la croce al di sopra della sommità del campanile stesso.
Nei successivi anni il campanile subì alcuni restauri; agli anni cinquanta risalgono le attività di restauro che hanno modificato il campanile nell'aspetto attuale.
Nel 1968 è stato introdotto un impianto elettrico per consentire il suono delle campane stesse evitando l'uso delle corde fino a quel tempo utilizzate.
L'interno della chiesa oggi è intonacato ma nel coro, nella navata e nel presbitero, due o tre secoli fa, potevano essere ammirati alcuni affreschi.
Negli anni novanta, per far fronte all'aumento della popolazione e alla conseguente carenza di spazio durante la celebrazione, è stato costruito un soppalco dove i fedeli potevano prendere posto.
Tale soppalco, con la costruzione della chiesa della Pentecoste, è stato notevolmente ridotto e limitato ad ospitare il solo organo.
L'altare maggiore - Il posizionamento della mensa segue i canoni della vecchia liturgia quando il celebrante aveva le spalle rivolte ai fedeli.
L'architetto Giuseppe Castellucci costruì l'altare in pietra serena all'interno dei restauri commissionati nel 1930 dal principe Piero Ginori Conti.
I dipinti - Nel 1930, dietro la mensa, fu posto un trittico raffigurante, nella parte centrale, la “Madonna del latte con due angeli ai piedi” e risalente al XV secolo.
L'opera, una tempera a fondo oro, presenta ai lati “due Santi”, opera della bottega di Bernardo Daddi e risalenti al secolo precedente.
Queste raffigurano i santi Bartolomeo, alla sinistra di chi guarda l'opera, “in un manto bianco e con un libro in mano”, e Lorenzo, alla destra, “in tonaca rossa, anche lui con un libro in mano”.
L'opera arrivò dalla Basilica di Santa Maria del Carmine (Firenze) a Quarto nel 1932.
Ad oggi l'opera non è più presente all'interno della chiesa.
Nel restauro del 1930 fu aperta, nella parete dietro all'altare, una grande finestra a forma di bifora, distruggendo, forse inconsapevolmente, un grande affresco dedicato alla “Assunzione di Maria”, a cui la chiesa è dedicata.
Di tale affresco sono state rilevate tracce durante i restauri del 1992.
Sulla parte destra, un tempo, era possibile ammirare un'opera attribuita in un primo tempo a Ser Niccolò e successivamente a Maestro Francesco, datata 1391 e raffigurante “la Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista e Nicola di Bari”.
A sinistra è presente “la Madonna in trono col Bambino e angeli”, copia dell'originale di Gentile da Fabriano che sembra trovarsi in Inghilterra.
All'interno della Chiesa hanno trovato collocazione alcune opere d'arte provenienti da altre chiese e risalenti al XV secolo.
Tra queste un'Annunciazione di Neri di Bicci.
Il testo in italiano è tratto da
- Wikipedia