Viaggiando sulla SP231 si è circondati dalle estese coltivazioni di ulivi di Bitonto — Municipio Romano ed importante centro longobardo, bizantino, normanno svevo.
Non ci fu dominazione che mancò all’appuntamento sotto le sue mura, poste al di là della profonda Lama Balìce — letto dell’antico torrente Tiflis — istituita ora a Parco Naturale, superata la quale si arriva al centro presidiato dal maestoso Torrione.
Tutta intorno si apre la “Piazza del Sedile”, con Chiese, Musei e palazzi nobiliari, fra i quali lo splendido Palazzo Sylos Calò con il triportico del ’400 e la loggia cinquecentesca.
La splendida Cattedrale Romanica — dedicata a SS. Maria Assunta — venne eretta su di un tempio paleocristiano: da non perdere, al suo interno, i bellissimi mosaici pavimentali, ed il grande pannello rettangolare con la grande figura di grifone.
Bitonto — città d’arte e tradizioni.
Un patrimonio costituito da affascinanti monumenti, bellissimi palazzi antichi, prestigiosi musei, splendide chiese, e percorsi suggestivi in un borgo antico che non ha eguali.
Olio extra vergine di oliva di eccellente qualità, i prodotti tipici dai sapori inebrianti, le prelibatezze gastronomiche e piacevole shopping.
Si potrà soggiornare presso le eleganti strutture ricettive cittadine indicate in queste pagine, in cui sono elencati B&B e ristoranti tipici della città.
L’itinerario alla scoperta di Bitonto — terra d’ulivi dal cuore antico (l’originario insediamento peuceta risale al IV secolo a.C.) — parte dallo splendido Torrione Angioino (XIV sec.).
Suggestivo elemento di forma circolare della cinta muraria, fiancheggia Porta Baresana (XVI sec.), da cui si accede al centro storico, che conserva ancora quasi integro l’assetto medievale.
Nel Torrione è allocata la Civica Galleria d’Arte Contemporanea, che ospita importanti opere di esponenti di rilievo nazionale dell’arte contemporanea.
Pochi passi e si è al cospetto della splendida Cattedrale romanica (XII-XIII sec.), definita una delle più mature espressioni dell’architettura romanica pugliese: da non perdere, all’esterno, il ricamatissimo rosone che sovrasta il portale centrale, con animali stilofori e lunetta figurata e, all’interno, l’ambone duecentesco, tra i più famosi della regione, opera di Nicolaus.
Di recente gli scavi dell’intero ipogeo hanno riportato alla luce un’articolata stratificazione archeologica.
Di grande interesse storico ed artistico sono anche i pezzi di mosaico pavimentale, al centro dei quali campeggia, in splendido stato di conservazione, un luminoso grifo (XI sec.).
A pochi passi, la Chiesa di San Domenico — recentemente restaurata — è adorna di altari e tele tra cui è da ammirare la settecentesca “Madonna del Rosario” di Paolo de Maio.
Passeggiando per i vicoli intricati del borgo antico è tutto un susseguirsi di tesori: Palazzo De Lerma (XVIII sec.), Palazzo Spinelli (XVII sec.) e Palazzo Vulpano-Sylos con il suo maestoso portale di stile catalano (XV sec.).
E poi le chiese: dall’antica Santa Caterina d’Alessandria (XI sec.), impreziosita dal pavimento originario a tasselli di pietra con decorazioni a motivi geometrici, alla settecentesca Chiesa di San Gaetano, scrigno dei capolavori a soffitto del maestro Carlo Rosa.
Nell’ammirevole Palazzo Sylos-Calò (XVI sec.) è ospitata la prestigiosa Galleria Nazionale della Puglia in cui vi è una cospicua serie di opere: da Pietro Negroni al Maestro dell’Annuncio ai pastori, da Vaccaro a Giaquinto e a Bardellino, da Solimena a Luca Giordano.
Una grande varietà stilistica di raccolte dal 600 al 900.
A pochi passi vi è la Chiesa del Purgatorio — con il portale caratterizzato dal decoro di scheletri e scene di penitenti eseguiti a bassorilievo.
A poche decine di metri il restaurato Teatro Traetta (già Umberto I): risale al 1838 la costruzione, e data 2005 la riapertura dopo decenni di abbandono.
Ancora pochi passi e si raggiunge la Chiesa di San Francesco d’Assisi (XIII sec.) in stile gotico, che conserva affreschi del pittore Pandus e statue lignee del tardo Cinquecento.
Durante le affascinanti passeggiate per i vicoli tortuosi del centro storico è possibile far tappa presso gli antichi forni in pietra alimentati da legna in cui sono cotti la caratteristica “focaccia bitontina” e altri deliziosi prodotti.
Inoltre, è possibile degustare anche le prelibatezze gastronomiche presso gli accoglienti ristoranti cittadini.
Da non perdere il dolce tipico locale il Bocconotto.
Un salto, inoltre, fuori dal centro antico, nel borgo ottocentesco, dove è piacevole fare shopping in ottimi esercizi commerciali.
Nel percorso extra moenia spiccano palazzi nobiliari, tra cui la sede del Comune, e il Museo Archeologico della Fondazione De Palo-Ungaro in cui sono ospitate due mostre permanenti: “Gli antichi Peucezi a Bitonto” e “Donne e Guerrieri da Ruvo e Bitonto”.
I numerosi corredi funebri esposti sono ricchi di reperti ceramici e metallici (datati tra il VI e III sec. a.C. — rinvenuti nella Necropoli di via Traiana), e consentono di tracciare l’evoluzione economica e sociale della civiltà peuceta e di conoscerne usi e costumi.
Nei frantoi oleari della città è possibile degustare e acquistare il rinomato Olio Extra Vergine di Oliva di Bitonto — a bassa acidità e di qualità pregiata — particolare per la sua genuinità e le sue proprietà nutrizionali, noto in tutto il mondo per la sue eccellenti caratteristiche organolettiche e per il gusto squisito, leggermente fruttato.
Testo in italiano tratto da:
- Storia Cultura e Bellezza di una Terra da Scoprire (Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Bari)
- Comune di Bitonto - Assessorato al Turismo e Marketing Territoriale