Fu istituito nel 1927 dalla fusione dei comuni di Canneto di Bari e Montrone.
Per suggellarne l'unione, al nuovo comune fu posto il nome Adelfia, ossia "fratellanza" (dal greco adelphòs).
Montrone è rinomata specialmente per i fuochi d'artificio che illuminano la cittadina (considerata "capitale dei fuochi pirotecnici") nel corso della sua grandiosa festa patronale.
I rinomati festeggiamenti in onore del protettore San Trifone hanno luogo in novembre; la festa di San Trifone è da anni ritenuta la "regina delle feste patronali di Puglia" ed attira annualmente migliaia di devoti pellegrini ed estimatori della pirotecnia da tutta la Puglia, Campania, Molise, Abruzzo e Lazio.
Adelfia è situata a ridosso dei primi pendii delle Murge centrali a circa 13 km dal capoluogo.
Il territorio comunale confina a ovest con Sannicandro di Bari, a nord con Bitritto, Bari e Valenzano, ad est con Casamassima e a sud con Acquaviva delle fonti.
Il panorama dominante è in assoluto composto da vigne, molto diffusi sono anche gli ulivi e i mandorli, nella propaggine di territorio che si incunea verso l'interno non è raro incontrare anche roverelle.
I comuni di Montrone e Canneto, non distanti l'uno dall'altro, mantennero la propria autonomia amministrativa sino al 29 settembre 1927, quando il decreto n. 1903 firmato da Vittorio Emanuele III ne sancì l'unione sotto il nome di Adelfia dal greco "Adelphos" che significa fratelli.
Nonostante la prossimità dei due centri, vi erano spiccate differenze nelle popolazioni - ad esempio sotto il profilo delle tradizioni e del dialetto - che per alcuni decenni si sono tradotte in un forte campanilismo che ha reso difficoltosa la nascita di un'identità cittadina unitaria.
Ancora oggi ci sono due cimiteri (uno per Montrone e uno per Canneto), due scuole elementari, due scuole medie, due centri postali (chiamati rispettivamente Adelfia Montrone e Adelfia Canneto), due feste patronali ecc..
Il patrimonio architettonico di Adelfia può vantare una singolare duplicità, a cominciare dall'esistenza di due diversi centri storici, sorti a pochissima distanza l'uno dall'altro e svilupparsi nel medesimo periodo (attorno all'anno Mille), ma rimasti fino agli inizi del XX secolo entità separate, ciascuno con propri palazzi nobiliari, con propria sede amministrativa, con proprie tradizioni religiose, con proprie chiese e santi protettori.
La stele situata su corso Vittorio Veneto presso l'attuale municipio segnava gli antichi confini.
Una volta alle spalle, nella proprietà Catella, era situato il cippo confinario.
Le principali testimonianze storico-architettoniche sono pertanto ascrivibili ora a Montrone ora a Canneto.
L'economia adelfiese è basata sulla coltivazione di uve da tavola tradizionali, grazie alla vocazione del territorio e soprattutto alle caratteristiche del terreno.
L'antica uva Regina (presente in due diverse varietà locali dette "Mennavacca" e "Pizzutella" per la forma più o meno allungata degli acini) e l'uva baresana sono i prodotti che contraddistinguono il comune di Adelfia e che spesso conferiscono maggior redditività rispetto a prodotti commerciali a più larga diffusione.
Ci sono anche altre uve, come "Primus" e "Moscato nero", comunque destinate a mercati di nicchia.
Negli ultimi anni è la produzione di vino primitivo a valorizzare il territorio , diversi premi nazionali ed internazionali stanno rivalutando il magnifico vino prodotto puntando alla qualità ma nello stesso tempo nel rispetto della tradizione, celebre è la convinzione che solo grazie alla valorizzazione del territorio scaturirà un amore per le proprie origini e prodotti della terra.
Altra voce rilevante nell'economia cittadina, sebbene in misura minore rispetto agli anni che hanno preceduto l'introduzione della moderna viticoltura, è la produzione olivicola e olearia.
Le attività produttive non legate all'agricoltura sono limitate a poche piccole e medie imprese operanti nel settore manifatturiero.
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