Abbiategrasso è un comune in provincia di Milano, a circa 15 km dal capoluogo.
Immerso nel Parco del Ticino, di cui include una buona parte nel proprio territorio, pur non essendo fortemente popolato è il comune con la superficie più vasta nella provincia dopo il capoluogo.
La zona dell'Abbiatense, come tutta l'Italia nord-occidentale, fu abitata fin dall'Età del bronzo da tribù liguri, celtiche o celto-liguri quali gli Insubri, cui si sovrapposero a partire dal IV secolo a.C. le popolazioni galliche provenienti da oltralpe.
Un forte impulso alla crescita giunse però solo in epoca romana, come testimoniano i ritrovamenti avvenuti nelle cascine del territorio, a dimostrazione dello stanziamento di nuclei agricoli.
Gran parte di questi antichi insediamenti sorgevano sulla via mercantile (“Strada Mercatorum”) che scorreva parallela al fiume Ticino.
L'economia era quindi basata principalmente sull'agricoltura, con la coltivazione di cereali, la produzione di vino e olio e l'allevamento di bestiame.
Di origine romana è anche parte del nome stesso di Abbiategrasso: deriva dal gentilizio della gens Avia o Abia.
Con l'aggiunta dell'epiteto grasso nel X secolo, il nome completo viene ad indicare che il villaggio sorgeva nel territorio denominato "valle grassa".
In un antico documento (Testamento dell'Arcivescovo Ariberto da Intimiano, 1034) per la prima volta è riportato il nome Habiate qui dicitur Grassus che si è poi trasformato nell'attuale Abbiategrasso.
Alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente il territorio subì le invasioni barbariche, fino allo stanziamento dei Longobardi, e successivamente anche le razzie delle tribù ungare tra la fine del IX secolo e l'inizio del X secolo.
Nel 1044 Abbiategrasso divenne possedimento dell'arcivescovo di Milano, che fece costruire un avamposto difensivo, distrutto nel 1162 durante la calata in Italia di Federico Barbarossa.
Negli anni successivi il borgo si sviluppò non più solamente intorno alla chiesa di San Pietro, ma anche verso sud, dove nei pressi dell'attuale chiesa di Santa Maria Vecchia sorgeva un piccolo castello.
Quest'ultimo abitato divenne il principale centro di riferimento, mentre il borgo più antico continuò a crescere con una certa autonomia, ravvisabile geograficamente ancora oggi.
Nel 1277 Abbiategrasso divenne parte del Ducato di Milano, governato prima dai Visconti (che proprio qui costruirono un castello) e poi dagli Sforza.
Risale a questo periodo (1377) lo stemma cittadino, quando il borgo ottenne il potere giudiziario.
Con la morte di Francesco II Sforza il Ducato di Milano passò sotto l'influenza e l'occupazione spagnola, che fece prima rafforzare le mura e poi demolire il castello di Abbiategrasso.
Ma la demolizione fu solo parziale: il castello visconteo venne ridotto a semplice casa nobiliare, per poi tornare di uso pubblico a metà dell'Ottocento.
Nel 1707 Abbiategrasso passò sotto il controllo austriaco, cui restò soggetto fino al 1859, dopo un'intesa attività risorgimentale.
Con il passaggio al Regno d'Italia Abbiategrasso si sviluppò anche dal punto di vista industriale e la sua crescita venne accompagnata dall'edificazione di un ospedale nel 1882, di un imponente cimitero e di nuove scuole.
Abbiategrasso divenne capoluogo di un circondario della provincia di Milano.
Nel 1869 venne aggregato ad Abbiategrasso il soppresso comune di Castelletto Mendosio.
Nel 1870 fu aperta la linea ferroviaria Milano - Mortara, che causò il declino del trasporto fluviale sul Naviglio.
Ad Abbiategrasso fu costruita una stazione ferroviaria grazie al contributo dei commercianti locali, che si autotassarono per far sì che il tracciato della linea ferroviaria passasse per il comune.
Il 31 marzo 1932 Abbiategrasso fu insignita del titolo di città.