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Basilica di Sant'Andrea  Mantova

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BASILICA DI SANT'ANDREA

»Piazza Andrea Mantegna
Mantova
»Regione: LOMBARDIA - ITALIA

Mappa Basilica di Sant'Andrea - Mantova

 Mappa / Come arrivare:

GPS / Coordinate geografiche
45°09'30.78" N - 10°47'38.8" E
Decimale: 45.15855 - 10.79411

0,31 Km. dal centro di Mantova
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BASILICA DI SANT'ANDREA - chiese nel Comune di Mantova (Lombardia)

La basilica concattedrale di Sant'Andrea è la più grande chiesa di Mantova.
Opera di Leon Battista Alberti nello sviluppo dell'architettura rinascimentale, venne completata molti anni dopo la morte dell'architetto, con modi non sempre conformi ai progetti originali.
Ha la dignità di basilica minore.
Nella cripta si conservano due reliquiari con terra intrisa di sangue di Cristo, che avrebbe portato il soldato romano Longino.

L'Alberti creò il suo progetto «... più capace più eterno più degno più lieto ...» ispirandosi al modello del tempio etrusco descritto da Marco Vitruvio Pollione, un edificio cioè con pronao anteriore a colonne ben distaccate e senza peristasi.
Quello di Alberti andò a contrapporsi e sostituire ad un precedente progetto di Antonio Manetti, probabilmente a tre navate, simile alle chiese brunellesche.
Innanzitutto mutò l'orientamento della chiesa allineandola all'asse viario che collegava Palazzo Ducale a Palazzo Tè.

La facciata è concepita sullo schema di un arco trionfale romano a un solo fornice tra setti murari, ispirato a modelli antichi come l'arco di Traiano ad Ancona e ancora più monumentale del precedente lavoro albertiano sulla facciata del Tempio Malatestiano.
Lo schema dell'arco di trionfo è inserito o sovrapposto al tema formale del tempio classico che forma una sorta di avancorpo avanzato, rispetto al resto dell'edificio.
Sotto l'arco venne a formarsi uno spesso atrio, diventato il punto di filtraggio tra interno ed esterno.

L'ampio arco centrale è inquadrato da paraste corinzie che si estendono per tutta l'altezza della facciata, costituendo uno dei primi monumenti rinascimentali per cui venne adottata questa soluzione che sarà denominata ordine gigante.
Sui setti murari si trovano archetti sovrapposti tra lesene corinzie sopra i due portali laterali.
La facciata è inscrivibile in un quadrato e tutte le misure della navata, sia in pianta che in alzato, si conformano ad un preciso modulo metrico.

Grande enfasi è poi data da un secondo arco superiore, oltre il timpano, e arretrato rispetto all'avancorpo della facciata.
Tale elemento architettonico definito "ombrellone", è in realtà un tratto di volta a botte e venne ritenuto, nel XIX secolo, estraneo al progetto di Alberti rischiando la demolizione.
L'"ombrellone" segna l'altezza della navata, enfatizza la solennità dell'arco di trionfo e il suo moto ascensionale e permette l'illuminazione della navata, grazie ad un'apertura posta verso l'interno della controfacciata che forse doveva servire anche per l'ostensione delle reliquie.
Questo elemento architettonico impedisce inoltre alla luce di penetrare in modo diretto all'interno della chiesa creando una sorta di penombra.

L'interno è a croce latina, con navata unica coperta a botte con lacunari, e con cappelle laterali a base rettangolare, inquadrate negli ingressi da un arco a tutto sesto, che riprende quello della facciata.
Tre cappelle più piccole, ricavate nel setto murario dei pilastri, si alternano a quelle maggiori e la loro alternanza venne definita dall'Alberti come tipologia di "chiesa a pilastri".
L'impianto ad aula della chiesa fu dovuto probabilmente all'esigenza di uno spazio ampio in cui la massa dei fedeli e dei pellegrini potessero assistere all'ostensione dell'importante reliquia.

Il prospetto interno della navata è dunque scandito da due ordini gerarchizzati, di cui uno minore ad arco, inquadrato nella trabeazione dell'ordine maggiore.
Questo motivo che presenta l'alternanza di un interasse largo tra due stretti, è chiamato travata ritmica e trova un parallelo con il disegno della facciata.
È qui che per la prima volta il ritmo interno di concatenazione degli ordini appare anche nella facciata, configurandosi come principio generatore e ordinatore di tutto lo spazio, sia interno che esterno.
Dopo Alberti, che è il primo ad utilizzarlo, diventerà un elemento linguistico molto diffuso con Bramante e gli architetti manieristi.

La crociera tra navata e transetto è coperta con una cupola, sorretta da pilastri raccordati con quattro pennacchi.
Si è dubitato facesse parte del progetto albertiano, tuttavia i pilastri della crociera risultano eretti durante la prima fase costruttiva quattrocentesca.

Nella sesta cappella di destra si trova quella dedicata a San Longino.
A destra, sulla parete, è situato l'affresco “Crocefissione” di Rinaldo Mantovano, con San Longino ai piedi della Croce.
Di fronte il “Rinvenimento del Sangue di Cristo”, con Sant'Andrea tra le nuvole che regge la Croce.
Al centro della cappella, sopra l'altare, una pala di Giulio Romano che rappresenta “la Madonna, San Giuseppe, San Giovanni e San Longino”.
Nella cappella sono collocate anche i sarcofagi contenenti le spoglie di San Longino e del beato Adalberto (?-1059).

Dietro l'altare si trova una profonda abside che chiude lo spazio della navata.
Alla fine del XVI secolo fu realizzata una cripta con colonnato ottagonale, destinata ad accogliere la reliquia del “Preziosissimo sangue”, posta in un altare al centro, e le sepolture dei Gonzaga, che non vennero realizzate.

Nella basilica trovarono sepoltura alcuni membri della famiglia Gonzaga:
- Federico I Gonzaga (†1484), terzo marchese di Mantova
- Eleonora de' Medici (†1611), moglie di Vincenzo I Gonzaga
- Vincenzo I Gonzaga (†1612), quarto duca di Mantova
- Eleonora Gonzaga (†1612), figlia di Francesco IV Gonzaga
- Ludovico Gonzaga (†1612), figlio di Francesco IV Gonzaga
- Ferdinando Gonzaga (†1626), sesto duca di Mantova

Nell'agosto 2015 è avanzata l'ipotesi della realizzazione, nel transetto nord-ovest della basilica e in prossimità dell'ingresso su piazza Leon Battista Alberti, di una vasca rettangolare in marmo, larga 4,7 m. e lunga 2 m., per il battesimo degli adulti.

Per gli elementi della chiesa gli storici hanno proposto numerosi riferimenti e modelli antichi.
Tuttavia risulta chiaro in quest'opera il rapporto che Alberti aveva con le fonti classiche, mai oggetto di semplice imitazione, ma analizzate nei componenti sintattici e utilizzate in modo autonomo.
Inoltre Alberti non limitava il suo interesse agli edifici classici, ma utilizzò qui, come in altre sue opere, anche elementi desunti da monumenti medievali: la basilica di San Marco, per la facciata vista come avancorpo e le cappelle ricavate all'interno dei pilastri, e la Badia Fiesolana, per la copertura a volta della navata.

Opere
La prima cappella a sinistra che ospita la tomba di Andrea Mantegna, fu decorata ad opera del Correggio sulla base di disegni dello stesso Mantegna.
Del maestro rimangono comunque il “Battesimo di Cristo” sulla parete di destra, completato dal figlio Francesco, e la “Sacra Famiglia” e “famiglia del Battista”, sull'altare.

Tra le altre opere d'arte si segnalano una grande pala d'altare, la “Madonna col Bambino in trono tra i santi Sebastiano, Silvestro, Agostino, Paolo, Elisabetta, Giovannino e Rocco”, di Lorenzo Costa il Vecchio e gli affreschi della cappella di San Longino (sesta a destra), su disegno di Giulio Romano.

Dall'atrio provengono i quattro medaglioni con “Ascensione” (scuola di Mantegna, con sinopia del maestro), “i Santi Andrea e Longino” (scuola di Mantegna), “la Sacra Famiglia con i santi Elisabetta e Giovannino” (Correggio), e “la Deposizione” (Correggio), oggi nel Museo Diocesano.


"Basilica di Sant'Andrea" è una delle chiese, santuari, cattedrali, etc. da vedere nel Comune di Mantova.
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 Fonti:
Fonti:
Wikipedia (Creative Commons)


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