Orari
- Dalle 9.00 alle 20.00 da Gennaio a Dicembre
- Chiusura settimanale: Lunedì
- Ingresso a pagamento
- Gratuito: ogni prima Domenica del mese, cittadini UE sotto i 18 anni, diversamente abili e accompagnatore.
Il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, inaugurato nel 1996, si trova al centro della Piana di Sibari in prossimità degli scavi archeologici, in località "Casa Bianca" nel Comune di Cassano allo Ionio (CS), afferente al Polo Museale della Calabria.
L'edificio museale progettato dall'architetto Riccardo Wallach, pregevole esempio d'architettura museale contemporanea, si estende su una superfide di arca 5.000 mq.
Si sviluppa su due livelli con 5 unità museografiche espositive organizzate con criterio cronologico: dal II millenio a.C. fino al VI secolo d.C., evidenziando l'articolazione della vita economica e commerciale delle città antiche di Sybaris, Thurii e Copia.
L'edificio è fornito inoltre di: laboratorio di restauro, magazzini di deposito per il materiale proveniente dagli scavi, uffici, sala convegni, biblioteca.
Il museo realizza e offre:
- visite guidate su prenotazione per scolaresche di ogni ordine e grado;
- attività e laboratori specifici su prenotazione per persone con disabilità;
- mostre di arte contemporanea;
- convegni e attività culturali (presentazioni pubblicazioni, concerti, festival, laboratori);
- eventi promossi dal MiBACT;
- progetti di alternanza scuola - lavoro;
- progetti di Servizio Civile Nazionale.
Cenni Storici
La città di Sybaris ha sempre rappresentato un motivo di grande interesse per l'archeologia.
Fu grazie a Zanotti Bianco (1931/1932) che venne identificato il sito dell'antica città achea fino ad allora conosciuta solo per la sua immagine di lusso, di opulenza e di benessere.
Sybaris (720 - 710 a.C.) fu la prima colonia achea dell'Italia meridionale, suo fondatore (secondo Strabone) fu Is di Helike.
La città sorgeva tra due fiumi: il Crati (Crathis) e il Coscile (Sybaris), nell'ampia pianura circondata a nord dal Massiccio del Pollino e a sud dall'altopiano della Sila.
Presto la potenza di Sybaris raggiunse il suo apice.
Tutto questo successo fu possibile anche grazie alla collaborazione degli Enotri, popolazione indigena di origine italica.
Alla ricchezza agraria, si affiancò l'attività commerciale che includeva rapporti fino all'Asia Minore ed in particolare con Mileto, importando prodotti di una certa rarità e valore.
L'emissione delle monete incuse in argento segnò questo particolare momento: Sybaris fu la prima, fra le poleis magnogreche a dotarsi di una zecca ed avere un proprio conio.
Diversità di regime politico ed interessi economici portarono Sybaris a scontrarsi con Crotone, quest'ultima ebbe la meglio e per cancellare ogni traccia di Sybaris, la rase al suolo e la inondò deviando il fiume Crati (510 a.C.).
Nel 444 a.C., per volere di Pericle, gli Ateniesi fondarono Thurii sulle rovine di Sybaris.
La città fu ricostruita sulla base del progetto dell'architetto Ippodamo da Mileto, che la pianificò in base ad un reticolo di assi viari che si incrociano ad angolo retto.
La città riuscì a sopravvivere agli attacchi dei Lucani e dei Brettii alleandosi con i Romani, e con questi ultimi partecipò alle guerre contro Annibaie e contro Pirro.
Nel 194 a.C. a Thurii fu dedotta la colonia latina di Copia, che rimase in vita fino al VI secolo d.C. circa, quando a causa dell'impaludamento, dei fenomeni sismici e della diffusione della malaria, gli abitanti ne abbandonarono il sito.