La Grotta Marina di Bergeggi è la principale cavità carsica della Riserva Naturale Regionale di Bergeggi (L.R. 10/85) e dell'Area Marina Protetta Isola di Bergeggi (D.M. 7 maggio 2007).
L'accesso alla grotta è consentito esclusivamente nell'ambito delle visite guidate organizzate dal Comune di Bergeggi, anche su richiesta.
Per informazioni:
Comune di Bergeggi
via De Mari, 28/d
17028 Bergeggi
Tel. 019 257901
Fax 019 25790220
La grotta è una cavità carsica formatasi nel tardo Quaternario in calcari dolomitici risalenti a circa 200 milioni di anni fa (Trias inferiore).
Alla sua genesi hanno concorso processi di varia natura, (marini e continentali) che si sono ripetuti più volte ed in tempi diversi.
Questi processi hanno lasciato testimonianze rappresentate da forme e depositi rimasti in alcune parti della grotta.
La grotta nel suo insieme trova origine nella intensa fratturazione della roccia dolomitica: lungo le principali fratture le acque circolanti hanno creato cavità più o meno importanti grazie al processo carsico, ovvero alla dissoluzione ad opera dell'acqua del carbonato di calcio contenuto nella roccia.
I processi di erosione marina hanno agito successivamente di preferenza là dove la roccia era più carsificata e fratturata, allargando nel tempo le cavità sino a formare la grotta che oggi noi vediamo.
La parte emersa è costituita da un'ampia cavità principale, denominata Caverna Centrale Oxilia, nella quale oggi entra parzialmente il mare, e da alcune diramazioni poste al di sopra dell'attuale livello marino.
I primi studi sulla parte emersa della grotta risalgono alla fine del 1800 e sono stati svolti da E. Modigliani, E. Del Moro e da A. Issel.
Proprio a quest'ultimo sono da attribuire le prime indagini geomorfologiche della Grotta Marina di Bergeggi.
A partire dagli anni '70, infine, la grotta è stata oggetto di ulteriori studi archeologici e geomorfologici.
La parte sommersa si estende dalla superficie fino a 7m di profondità e, nonostante il suo sviluppo lineare sia limitato se paragonato a quello della parte emersa, presenta una notevole complessità di ambienti: cunicoli, sale più o meno ampie e piccoli laghi salmastri.
È ipotizzabile che la Grotta Marina di Bergeggi sia stata frequentata dall'uomo a partire dal Paleolitico (inferiore) e che tale frequentazione sia proseguita sporadicamente nelle prime fasi del Neolitico (VI millennio a. C.) intensificandosi durante il Neolitico Medio (V-IV millennio a. C.).
Tra il III millennio a.C. e il XVII secolo a.C. la grotta viene utilizzata sia a scopo sepolcrale sia abitativo, con alternanza di lunghi periodi di abbandono.
Nell'età del Bronzo (dal XVI al X sec. a.C.) l'uomo iniziò a frequentare costantemente il sito ma, è soprattutto a partire dal VIII-VII sec. a.C., durante l'Età del Ferro, che la presenza umana divenne più intensa, come testimoniato dagli abbondanti resti di ceramica e di oggetti di uso quotidiano che indicano una vita più sedentaria all'interno della grotta.
Nel V-II sec. a.C. (II Età del Ferro), epoca a cui risalgono le prime tracce di abitazione sul Castellaro di Monte S. Elena, sulle alture di Bergeggi, è ancora ipotizzabile una frequentazione irregolare della grotta che è proseguita nei secoli successivi.
Nulla esclude che vi sia stato uno stretto legame tra la frequentazione della Grotta Marina di Bergeggi e quella del Castellaro di Monte S. Elena.
Le Scoperte Archeologiche:
I primi studi della Grotta Marina di Bergeggi risalgono alla fine del 1800 e sono da attribuire a E. Modigliani e a E. Del Moro.
Durante una serie di ricerche effettuate nel 1881, Elio Modigliani trova all'interno della grotta strumenti in osso, frammenti ceramici e tombe con corredo, appartenenti al periodo preistorico, protostorico e medievale, che dona, in parte, al Museo di Antropologia dell'Università di Firenze.
A seguito di questi ritrovamenti, i soci del Club Alpino di Savona, guidati da E. Del Moro, effettuano ulteriori recuperi in un cunicolo posto sopra al livello marino di un paio di metri che, nel 1885, viene completamente svuotato.
Arturo Issel riporta la notizia dei ritrovamenti nei suoi volumi Liguria geologica e preistorica e Liguria preistorica, informando di altre ricerche effettuate da lui stesso e da Gianbattista Rossi.
Gli ultimi ritrovamenti si devono ai soci del gruppo speleologico CAI Bolzaneto che, intorno al 1970, esplorano per primi un cunicolo completamente ricolmo di terra.
Tale esplorazione consente il recupero di materiali che forniscono importanti informazioni in merito all'utilizzo della grotta durante l'Età del Ferro.
La maggior parte dei materiali recuperati nell'800 sono andati dispersi.
I pochi rimasti sono conservati al Museo Archeologico di Genova Pegli.
Tutto il complesso dei materiali rinvenuti dal gruppo speleologico CAI Bolzaneto è conservato presso il Museo Archeologico del Finale, insieme ad altri recuperi occasionali.
Testo tratto dalla brochure:
La Grotta Marina di Bergeggi by Comune di Bergeggi