La chiesa di Santa Maria Assunta è il duomo di Andria, e cattedrale della diocesi omonima.
La facciata, progettata dall'architetto Federico Santacroce, fu realizzata, nella sua parte inferiore, nel 1844; la parte superiore fu ultimata nel Novecento sul modello romanico con rosone e monofore.
Il campanile che affianca l'edificio è frutto di due successive realizzazioni: esso sorge su una torre di epoca longobarda (VIII secolo), rimaneggiata dai Normanni.
L'interno della cattedrale è a tre navate con transetto (ove è una pregevole copertura lignea) e dieci cappelle laterali, cinque per lato, riaperte dopo i restauri del 2008.
Oltre a queste, vi sono altre due cappelle.
La prima è collocata nel transetto di sinistra, ed è chiamata popolarmente "il cappellone": è la cappella dedicata al santo patrono della città, san Riccardo, costruita verso la fine del XV secolo.
Nell'arco della cappella e nei pilastri che lo sorreggono sono sedici formelle e dieci bassorilievi in pietra locale, che ricordano miracoli attribuiti al santo ed episodi della sua vita.
Sulla destra del presbiterio vi è un'altra cappella, dedicata alla "sacra spina", una spina della corona di Gesù donata alla cattedrale da Beatrice d'Angiò nel giorno del suo matrimonio con il duca Beltrando del Balzo.
Nella chiesa si conservano poi importanti opere proveniente dal distrutto complesso conventuale delle benedettine, che affiancava la cattedrale: una pittura su tavola del XII secolo, raffigurante la cosiddetta "Madonna di Andria"; il portale del convento, addossato all'esterno a destra della facciata.
Dalla cappella della sacra spina si accede alla cripta, impostata a due navate con volta a crociera e colonne di spoglie, alcune senza capitello.
In fondo vi è un altare addossato ad un pilastro di sostegno della volta.
Sopra l'altare vi è un affresco raffigurante il Salvatore che con la mano destra benedice mentre con la sinistra sorregge un libro su cui è scritto: "Lux ego sum mundi et redemptor".
Sempre nella cripta, all'ingresso vi sono le tombe di Jolanda di Brienne ed Isabella d'Inghilterra, mogli di Federico II di Svevia.
Esternamente a lato della Cattedrale è posta una lapide di marmo che ricorda l'evento della Disfida di Barletta e che recita:
"In questo tempio il XIII febbraio MDIII prima di avviarsi al campo i tredici duce il Fieramosca vindici dell'onore italiano offeso a piè dell'ara propiziatoria stretti in un voto sacramentarono vittoria o morte".
Cripta o chiesa di San Pietro
Sotto il presbiterio vi è una cripta di grande valore storico.
Questa era la chiesa primitiva di Andria e sorgeva al livello stradale dell'epoca.
Qui nel 44 d.C. San Pietro nel suo viaggio verso Roma celebrò una messa evangelizzando la comunità allora pagana.
Questo episodio in seguito fu rappresentato dall'inserimento sulla cuspide del campanile della cattedrale, non della solita croce ma di un gallo simbolo del santo.
Il gallo serviva infatti ad indicare ai fedeli il luogo ove si trovava la chiesa di San Pietro.
San Pietro, secondo la tradizione, prima di celebrare la messa di conversione dei cittadini, infranse una statua di argilla di una divinità pagana adorata dagli andriesi.
Nel 537 San Riccardo fu sepolto in un sarcofago di pietra con baldacchino sostenuto da colonne nell'antica chiesa.
Il corpo del santo patrono rimase nella chiesetta di San Pietro sino all'VIII secolo.
Questa chiesetta in seguito fu usata come ossario e totalmente riempita di scheletri e terriccio e fu quasi dimenticata fino ai primi del Novecento quando fu ripulita e riaperta al culto.
Il testo in italiano è tratto da:
- Wikipedia