Dal giugno 1968 la Pro Loco di Santadi festeggia una coppia di giovani che si uniscono in matrimonio con rito religioso, secondo la più antica tradizione pastorale e contadina, indossando il costume della gente del luogo, "is Maurreddus", come si suole individuare gli abitanti di Santadi e dell'intero Basso Sulcis; con riferimento specifico ai mori d'Africa che, studi seri e approfonditi consentono di affermare con un buon margine di sicurezza, si trovarono a contatto con le genti indigene nella prima metà del primo millennio d.C.
Il costume indossato dagli sposi è semplice, austero, bello per la sua semplice eleganza: la sposa indossa la gonna a pieghe sciolte "su manteu", il giubbetto "su gipponi", il fazzoletto incrociato sul petto "sa perr'e sera" il grembiule "su ventallicu": il tessuto usato è la seta o il broccato di seta.
Il capo della sposa è coperto da un rettangolo di lana finissima color azzurro chiaro bordata tono su tono "su panniciu ‘e coroi", oppure da un gran fazzoletto a disegni floreali "su mucaroi mannu", oppure da uno scialle finemente ricamato con filo di seta "su sciallinu ‘e sera".
La sposa indossa scarpe in tinta con l'abito, in genere della stessa stoffa, e i gioielli ricevuti in dono dallo sposo.
Il costume dello sposo è prevalentemente di orbace (lana di agnello, camicia di cotone bianco, "sa camisa"; calzoni "is cracionis"; gilet "su cossu" (di seta); fazzoletto rosso (di seta) "su turbanti"; copricapo "sa berritta"; gambali "is craccias" il gilet è chiuso da monetine d'argento, la camicia da bottoncini d'oro o d'argento.
Gli sposi indossano i loro costumi nelle rispettive case di primo mattino quindi raggiungono su "is traccas" (carri trainati da buoi), assieme ai parenti e agli amici in corteo, la grande piazza del paese dove verrà celebrato il matrimonio.
A cerimonia avvenuta la madre della sposa e il padre dello sposo offrono ai neo-sposi un bicchiere di acqua da bere e spargono su di loro e sugli invitati "sa gratzia", petali di rose, chicchi di grano, granellini di sale, monetine: un augurio di felicità, benessere, prosperità per la nuova famiglia; le madri poi rompono il piatto che conteneva "sa gratzia".
Si ritorna alla casa della sposa dove avverrà il banchetto nuziale.
Nella piazza del paese si festeggerà dal tardo pomeriggio sino alla notte con balli folcloristici, musica e canti offerti dai gruppi folk provenienti da vari paesi della Sardegna.