Ardia di Sedilo

Tra le feste che caratterizzano il folclore sardo s'Ardia di Sedilo è tra le più importanti e spettacolari.
Abilità e coraggio in mostra per i cavalieri senza nessun premio finale: s'Ardia di Sedilo è un momento emozionante, di alto contenuto spettacolare.
La manifestazione è nata per rendere omaggio a San Costantino Imperatore (in realtà mai riconosciuto come santo dalla Chiesa di Roma).
Come ogni corsa della tradizione dell'isola, anche questa ha un capo riconosciuto.
Si tratta del "sa pandela madzore", cioè lo stendardo maggiore, che viene consegnato al cavaliere prescelto dal parroco.
Il capo della corsa decide la partenza della corsa stessa, un pendio ripido e una velocità folle rendono la gara assolutamente incerta e pericolosa sia per i cavalieri che per i cavalli.
Gli animali sono anche resi furiosi dagli spari a salve che lungo il percorso sono esplosi in aria dai fucilieri.
Si giunge al Santuario campestre di San Costantino, qui i cavalieri compiono alcuni giri del monumento dando sempre la sensazione di "faene finta de gherrare", di fare finta di darsi battaglia, ricordando il combattimento condotto dall'Imperatore Costantino contro Massenzio a Milvio.
La corsa si conclude intomo a "sa muredda", una sorta di recinto di pietra, poco distante dalla Chiesa, dove il galoppo dei cavalli diventa sfrenato, prima di arrestarsi tra i boati della folla.