Vacanze nelle Terre di Matilde di Canossa

Il castello di Canossa è noto soprattutto per uno degli episodi storici più conosciuti nel periodo della "lotta per le investiture", l'umiliazione di Enrico IV che, nel gennaio 1077, attese tre giorni in veste di penitente il perdono da parte di Papa Gregorio VII cui, per necessità politica, aveva chiesto la revoca della scomunica (la quale scioglieva i sudditi dall'obbligo di fedeltà verso l'imperatore).
Il perdono fu concesso per intercessione della contessa Matilde e portò alla sottoscrizione di una breve pace tra papato e impero cui successe poi una lunga e feroce guerra durata decenni.

Canossa, di cui rimangono solo una parte della cinta muraria e i reperti custoditi nel piccolo museo all'interno del castello, era uno dei punti di forza del sistema difensivo creato dai Canossa sulla via tra la pianura e la Toscana (e Roma), che vede nella fascia della collina e della media montagna una fitta rete di rocche, castelli e torri d'avvistamento : Rossena, una vera e propria fortezza, è la struttura meglio conservata; Carpineti, che fu per lungo tempo residenza di Matilde, è stato di recente ristrutturato e riaperto al pubblico; e poi Bianello, l'unico rimasto delle Quattro Castella, e Sarzano, attualmente in ristrutturazione.

Anche le pievi, la cui costruzione e ristrutturazione fu promossa da Matilde per dare concreta attuazione al progetto papale di riforma della Chiesa e una forma fisica degli edifici ad essa coerente, contano numerosi esempi in questa parte del feudo matildico.
Le tipologie costruttive, che si ispiravano al modello delle chiese monastiche, sono quelle dello stile romanico riformato, con semplici facciate a capanna, struttura sobria ed essenziale e con il coro riservato ai monaci e destinato alla preghiera comunitaria, e separato dallo spazi delle navate che era destinato ai fedeli.

Gli edifici più interessanti sono le pievi di Toano, Pianzo, Paullo, Beleo, la chiesa abbaziale di Marola i ruderi della chiesa di San Vitale e la piccola Chiesa di Sant'Andrea annessa al Castello di Carpineti.

In seguito al risveglio dell'economia e all'incremento della popolazione dovuto anche alle trasformazioni del paesaggio propugnate dai Canossa, con dissodamento di terre e risanamento di zone paludose, si ampliarono i borghi esistenti e ne nacquero poi col tempo dei nuovi, spesso nei pressi degli insediamenti fortificati a cui potevano rivolgersi in caso di pericolo.

Fonti:
Reggio Emilia, una città, una provincia (Assess. alla valorizzazione del territorio)