Nonostante i vari interventi posteriori, la Basilica di Aquileia mantiene le forme dell'XI secolo.
La prima parte venne edificata successivamente all'editto di Costantino, per volontà del Vescovo Teodoro.
Essa era costituita da due aule parallele, connesse da una trasversale.
Tra il 1021 ed il 1031 venne realizzata una quasi totale ricostruzione, per desiderio del Patriarca Poppone, e venne edificato il campanile isolato, alto 73 metri, a cuspide, che costituì prototipo per le costruzioni friulane ed istriane.
In seguito al terremoto del 1348, la Basilica venne ulteriormente restaurata, acquisendo interventi in stile gotico, tra il 1350 e il 1381.
Infine, accolse sovrapposizioni di matrice rinascimentale, soprattutto per quanto concerne le decorazioni della zona del presbiterio, nel periodo della dominazione veneziana.
La facciata a doppio spiovente, si apre allo spazio antistante attraverso una bifora ed un portico.
L'interno è a croce latina, a tre navate e presenta il presbiterio rialzato.
Tra le antiche mura, si è conservato uno straordinario pavimento a mosaico di inizio del IV secolo, con scene dell'antico testamento, che è particolarmente interessante perché, se nella contemporanea pittura nelle catacombe a Roma si iniziava ad assistere a una semplificazione dello stile usato, a fronte di una maggior immediatezza della raffigurazione e un marcato simbolismo, ad Aquileia si notano ancora uno stile naturalistico di matrice ellenistica, sebbene già pienamente adeguato alla nuova simbologia cristiana.
Si nota quindi il “pesce”, ichthys in greco, acronimo di “Iesus Cristos Theou Uios Soter” (Gesù Cristo Salvatore figlio di Dio), le storie di Giona, esempio dell'Antico Testamento allusivo alla morte e resurrezione in tre giorni, il buon pastore, la lotta tra il gallo e la tartaruga, eccetera.
Il gallo, che canta all'alba al sorgere del sole, è ritenuto simbolo della luce di Cristo.
La tartaruga è simbolo del male, del peccato a causa dell'etimologia del termine che è dal greco Ταρταρικ?ς, Tartarikós, “abitante del Tàrtaro”.
Recenti studi hanno evidenziato che molti simboli presenti sui mosaici sono attribuibili allo gnosticismo ed alla sua cosmologia.
Una comunità di cristiani gnostici era presente in Aquileia nei primi secoli dell'era cristiana.
Frequente è anche la raffigurazione musiva del nodo di Salomone.
I “mosaicì”, in uno stato di conservazione eccezionale sia per ampiezza, che per completezza delle scene e interesse iconografico, si trova nell'antica basilica di Aquileia, quella “dei battezzati”, poiché ad Aquileia esisteva anche una seconda chiesa, accanto alla prima, per i catecumeni, coloro cioè che non avevano ancora ricevuto il battesimo, secondo l'usanza di allora di battezzarsi solo in età adulta, che quindi erano spesso la maggioranza dei fedeli.
All'inizio della navata sinistra, si può accedere alla “Cripta degli Scavi” dove sono visibili i resti della Basilica Paleocristiana.
Alla fine della navata destra si incontra la “cappella di Sant'Ambrogio” o “cappella della famiglia milanese dei Della Torre” con all'interno i sepolcri di 5 membri di quella famiglia, dei quali 3 Patriarchi di Aquileia tra cui Raimondo della Torre.
Il 26 ottobre 1921 nella Basilica di Aquileia fu scelta, tra quelle di alcuni militari non identificati caduti nella guerra 1915-1918 la salma del Milite Ignoto, poi trasportata a Roma e deposta nella tomba del complesso monumentale del Vittoriano, a piazza Venezia, il 4 novembre successivo.
I corpi degli altri soldati furono sepolti nel cimitero adiacente alla Basilica, nella “Tomba dei dieci militi ignoti”, progettata dall'architetto Guido Cirilli.
Il testo in italiano è tratto da:
- Wikipedia