La cattedrale di Acireale è ubicata nell'articolata “piazza del Duomo”, su cui prospetta anche la “basilica dei Santi Pietro e Paolo”.
Dedicata a Maria Santissima Annunziata, è il luogo del culto, introdotto nel 1651, di Santa Venera, patrona di Acireale, di cui conserva le reliquie in una fastosa cappella.
Fu elevata a cattedrale nel 1872, anno in cui venne istituita la diocesi di Acireale e nell'agosto 1948 ottenne da papa Pio XII la dignità di basilica minore.
Nel XV secolo il primo edificio era costituito da una sola cappella a tre mura, contigua all'edificio attuale sul lato nord, dove si venerava un'immagine dell'Annunziata.
Nel 1532 si procedette all'abbattimento della cappella e alla sua ricostruzione in forme più ampie, con navate laterali e torre campanaria.
La costruzione del Duomo attuale fu deliberata dal municipio l'8 ottobre 1597, iniziando poi l'anno successivo.
In uno dei quattro grandi pilastri che sostengono la cupola, quello di nord-est, entro un cartiglio scolpito nella pietra lavica ad altezza d'uomo è segnata la data “1600”.
Tutto il complesso ha subito dal 1598 continui ampliamenti e modifiche, fino a raggiungere l'aspetto attuale con le ultime modifiche concluse nel 1889.
La chiesa è a croce latina, a tre navate e, dopo l'erezione della diocesi, è stata congiunta nel 1874-1878 da un cavalcavia al Palazzo vescovile a nord, progettato dall'architetto Carlo Cocuccio, operazione urbanistica singolare che unisce due proprietà sostanzialmente private sovrastando la via pubblica.
Il complesso di cattedrale, palazzo vescovile, edifici ecclesiastici su via Genuardi e loro corti interne congiunte alla basilica dei santi Pietro e Paolo costituisce una vera e propria cittadella.
Di notevole pregio, su via Genuardi, è l'atrio che immette nel complesso.
Il prospetto venne realizzato a partire dal XVII secolo.
Il gruppo scultorio del portale marmoreo, rappresentante “l'Annunciazione”, fu realizzato nella bottega messinese di Placido Blandamonte nel 1668-1672, portato per mare fino a Santa Maria La Scala e da qui trainato ad Aci per le impervie salite.
I due campanili svettanti ai lati della facciata, pur identici, non sono coevi.
Il campanile a destra del prospetto, che richiama stilemi gotico-normanni, di cui si hanno notizie dal 1544, ha seguito tutte le vicende costruttive della chiesa ed ebbe anche funzione di torre d'avvistamento.
Il campanile del lato nord, a sinistra, il rosone, la loggia a colonnine e le restanti decorazioni del prospetto sono invece in stile neogotico, realizzati nel 1887-1889 su progetto di Sebastiano Ittar con modifiche di Giovan Battista Filippo Basile (padre del maestro del liberty siciliano Ernesto Basile).
La cupola, iniziata nel 1655, fu completata solo nel 1732, su progetto dell'architetto Paolo Amico.
L'interno è stato modificato nello stile predominante nel XVIII secolo, anche in seguito al terremoto del 1693 e a quello del 1783.
Nella “cappella di Santa Venera” (risalente al 1658 e decorata poi con ricche cornici e modanature dal romano Girolamo Baragioli intorno al 1697) si conservano le reliquie e la statua della santa, opera di Mario D'Angelo (1651-1655).
In altra cappella è esposto il fercolo di argento cesellato, in stile barocco, realizzato tra il 1659 e il 1783.
Gli affreschi della “Cappella di Santa Venera” sono stati realizzati nel 1712 da Antonio Filocamo.
Gli affreschi del transetto e dei pennacchi della cupola vennero realizzati da Pietro Paolo Vasta, fra il 1736 ed il 1737 (“Gloria di Santa Venera”, “Nozze di Cana”, “Caino e Abele”, “Abramo e Isacco”).
Permangono nel transetto piccole zone con gli affreschi di Venerando Costanzo Varbazza.
I quadri ad olio presenti nella chiesa sono: “Madonna del Rosario” del messinese Antonio Catalano; “Natività di Nostro Signore, Sant'Anna e San Nicolò da Bari” di Pietro Paolo Vasta; “Angelo Custode, Sant'Antonio di Padova e San Tommaso Apostolo” di Giacinto Platania ma riformati da Pietro Paolo Vasta; “Immacolata Concezione” di Antonino Bonaccorsi.
La volta della navata centrale fu invece affrescata da Giuseppe Sciuti (entro il 1907).
La cattedrale accoglie inoltre monumenti funebri di alcuni personaggi legati alla storia della città, tra cui quelli dei vescovi Ottavio Branciforte (vescovo di Catania rifugiatosi in Acireale, morto nel 1646) e Salvatore Russo (vescovo di Acireale, morto nel 1964).
Incastonata nel pavimento del transetto si trova una meridiana realizzata da Christian Heinrich Friedrich Peters (1843), ornata con i simboli dello zodiaco da Giovan Francesco Boccaccini.