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Portixeddu - Guida al turismo Sulcis-Iglesiente


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PORTIXEDDU

Comune di FLUMINIMAGGIORE

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 Localizzazione GPS / Mappa

GPS/Coordinate geografiche di Fluminimaggiore
39°26'31.99" N - 08°24'37.16" E
Decimale: 39.44222 - 8.410323
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Portixeddu è una frazione del Comune di Fluminimaggiore, in provincia di IGLESIAS-CARBONIA, situata a sud-ovest della Sardegna.

La zona è il fluminese e comprende i Comuni di Fluminimaggiore e Buggerru.

Numerosi reperti archeologici, localizzazioni di luoghi di culto, scavi minerari e tracce di sepoltura attestano che in questa zona sono esistiti insediamenti fin dall'età del bronzo antico (grotte di S'Oreri).

Il periodo nuragico è documentato dalle TOMBE DEI GIGANTI di Perdas Albas, dal recinto megalitico di “sa Cort'e su Estiu” (monte Conch'e s'Omu) e dai resti nuragici di s'Oreri, Barbaraxinu, Capo Pecora, Conca Muscioni e Narucci.

Nella grotta di SU MANNAU sono state rinvenute numerose lucerne, lampade attiche ed antiche monete attribuibili ai periodi dal Fenicio-Punico al Romano.

La presenza romana è testimoniata da numerosi ritrovamenti tra cui resti di strade, ville, pani di piombo, monete, scavi minerari e dal TEMPIO DI ANTAS, nell'omonima vallata.

Il prof. Ferruccio Barreca, che nel 1976 si occupò degli scavi nell'area, in base ai numerosi reperti portati alla luce, sintetizzò così la storia del tempio:
"... fu ricostruito dall'imperatore Caracalla (sec. III d.C.) nell'area del tempio punico di “Sid' Addir Babay”, fondato dai CARTAGINESI intorno al 500 a.C., continuando in forme semitiche un preesistente culto nuragico tributato al grande iddio delle acque e della vegetazione, ..."

La presenza romana è altresì documentata nelle immediate vicinanze di Portixeddu, a ridosso della spiaggia, nelle alte dune di sabbia, dove alcuni studiosi ipotizzano la localizzazione del centro minerario Romano di METALLA.

Ad avvalorare questa ipotesi ci sono i ritrovamenti, presso le dune sabbiose, di 17 scheletri umani (uno dei quali con anelli di ferro alle caviglie) che gli studiosi ritengono appartenenti a cristiani o a schiavi “damnati ad METALLA” sfruttati dai ROMANI per lavori di estrazione e fusione dei minerali.

Sempre nella zona vi sono stati ritrovamenti di canali e tubazioni in piombo perfettamente lavorato (con sezioni diverse) che farebbero pensare a reti idriche di approviggionamento e reti di scarichi per insediamenti permanenti.

Per verità storica, vi sono altre zone vicine in cui gli studiosi ipotizzano la collocazione di Metalla, sempre nel comune di Fluminimaggiore: nella valle di ANTAS (tesi avvalorata da LAMARMORA lo scopritore dei resti del TEMPIO DI ANTAS) e GRUGUA dove sono state trovate scorie di fusione di minerali, monete, urne cinerarie, pani di piombo e una galleria denominata “su presoni” alle cui pareti sono collocati appigli di ferro dove si ritiene venissero legati i condannati “ad effodienda metalla”.

A noi piace pensare che la collocazione di Metalla possa essere proprio nella zona dove oggi sorge Portixeddu e la immaginiamo brulicante di attività, di persone e di commerci legati all'industria estrattiva.

Le notizie storiche riguardanti la prima metà del Medio Evo sono molto scarse se si eccettua una zona abitata presso ANTAS esistente fino al 1421 che si spopolò prima della fine del XVI secolo.

Il fluminese fece parte dal XI secolo della Curatoria di Sixerro, Giudicato di Cagliari, poi passò ai Conti Donoratico della Gherardesca, poi al Comune di PISA e infine nel 1324 agli ARAGONESI.

Notizie del paese di Fluminimaggiore si hanno sin dal 1272 (documentate nel CODEX DIPLMATICUS SARDINIAE): la sua collocazione era alle spalle della spiaggia dell'attuale Portixeddu, vicino foce del rio Mannu (lo Strafarello scrive nel 1665 si vedevano ancora i resti delle costruzioni).

Dopo alterne vicende il paese fu abbandonato dalla popolazione per le numerose incursioni barbaresche che operavano razzie di uomini e oggetti.

Tutto ciò succedeva nonostante sul monte che sovrasta l'attuale abitato di Portixeddu, Sa Punt'e su Guardiano, vi fossero delle vedette che, suonando corni e accendendo falò, avvisavano dell'avvicinarsi delle barche barbaresche.

Il Comune di Fluminimaggiore, come centro organizzato e permanentemente abitato, ha una storia che inizia nel 1704 e la sua fondazione è da attribuire ai terralbesi Serpi, Pinna e Maccioni a cui il territorio del Fluminese era stato dato in concessione dal Visconte Don Ignazio Asquer.

Per quanto riguarda Portixeddu, letteralmente “piccolo porto”, si può ritenere che, dai Romani in avanti, il luogo sia stato utilizzato come struttura naturale per un facile approdo, riparato dai venti di maestrale.

Dire piccolo porto era forse un pò eccessivo perché non esisteva nessuna struttura fatta dall'uomo, ma verso la fine dell' Ottocento, grazie agli impresari minerari CARLO MARX e GIUSEPPE BOLDETTI, Portixeddu diventò quello che ancora oggi viene chiamato su portu: un incasso nella roccia con qualche impalcatura in legno che con i venti favorevoli consentiva l'ormeggio dei barconi che portavano il minerale a Carloforte e da qui al Continente.

Nell'attuale piazza del porto vi erano i magazzeni dove le compagnie minerarie di ARENAS, SU ZURFURU, S'ACQUA BONA, CANDIAZZUS, SANTA LUCIA e MONTEPONI ammassavano il minerale pronto per essere imbarcato.

Vi era anche un piccolo tratto di ferrovia che collegava la PESA (dove veniva pesato il minerale) a SU PORTU.

L'imbarco del materiale veniva realizzato interamente “a mano”, servendosi di coffe e trasportandolo attraverso tavoloni sui barconi.

Il minerale non era l'unico prodotto che veniva imbarcato, ma si trafficavano anche altre merci quali legname, carbone, arance, canne delle paludi e bestiame.

A regolare e sorvegliare tutte queste attività vi erano le guardie delle miniere.

Tutti i trasporti fino a Portixeddu avvenivano a bordo di numerosi carri trainati da quadrupedi, per questo il comune di Fluminimaggiore, quando nel 1872 alienò 6.000 ettari di terreno del suo patrimonio, lasciò a disposizione del porto il vasto piazzale e l'area fino alla strada per CAPO PECORA, per il riposo ed il pascolo degli animali addetti al trasporto del minerale.

In questo periodo gli abitanti del posto frequentavano la spiaggia, alla fine della trebbiatura, per brevi gite.

Le donne si limitavano a bagnarsi fino alle caviglie mentre gli uomini, rimboccandosi i pantaloni, si bagnavano fino alle ginocchia.

Vi erano anche alcune famiglie che in estate soggiornavano per qualche settimana sistemandosi nei magazzini del minerale.

Il mare di Portixeddu e del promontorio di CAPO PECORA, in quel tempo, era preda delle barche provenienti dall'isola di Ponza (“is Ponzesus”) che si dedicavano alla pesca delle Aragoste che poi portavano in Continente.

Non era raro, raccontano gli anziani del posto, lo scambio fra i contadini della zona che offrivano pasta in cambio delle aragoste pescate dai Ponzesi.

Con la fine della Grande Guerra ogni attività del piccolo porto, PORTIXEDDU, cessò ed i minerali cominciarono ad essere trasportati via terra verso l'isola di Sant'Antioco.

Le case ed i magazzini del piazzale di Portixeddu, libere dal vincolo minerario, cominciarono ad essere assegnate dal Comune ai bisognosi di cure termali.

Molti approfittarono di questa possibilità presentando prescrizioni mediche qualche volta molto pittoresche.

Altri, che non riuscivano a farsi assegnare una casa o almeno una stanzetta, si costruivano una baracca di canne e vi soggiornavano anche per lunghi periodi.

Le richieste aumentavano man mano che passavano gli anni e gli amministratori di Fluminimaggiore, desiderosi di dare la possibilità a tutti i compaesani di poter soggiornare al mare di Portixeddu, in una delibera del Consiglio comunale del febbraio 1957 così si espressero:
"Viste le continue richieste di privati per la cessione di terreno comunale in località Portixeddu, al fine di costruirvi apposita casetta per il soggiorno nel periodo estivo, si stabilisce di lottizzare il terreno ..."

Si decise in un primo momento di stabilire che i lotti dovevano essere di mq 50 cadauno, poi, accogliendo i consigli della Giunta Provinciale Amministrativa, il Comune modificò il piano e stabilì che ogni lotto doveva essere di mq. 150 (restò invariato il prezzo: £ 100 al mq.).

Nel 1962 il Consiglio Comunale di Fluminimaggiore diede esecuzione all'atto del 1957 e si diede avvio alla lottizzazione.

Alla prima assegnazione dei lotti, riservati agli abitanti di Fluminimaggiore, vi furono soltanto una ventina di richieste.

Nella successiva vendita, allargata anche a chi non risiedeva a Flumini, le richieste furono più di seicento mettendo l'amministrazione nell'impossibilita' di accontentare tutti.

Nel frattempo i primi assegnatari avevano iniziato a costruire e quando cominciarono a sorgere le prime case ci si accorse che non c'era nessuna regolamentazione di indirizzo: nessun progetto per l'approvvigionamento idrico, per la fognatura e nessun piano urbanistico generale.

Si rischiava un vero disastro ambientale ed allora il Comitato di Controllo Regionale intervenne respingendo la delibera del Giugno 1962, bloccando la vendita di altri lotti.

Si occupò della faccenda anche la Stampa.

Nell'articolo “Salviamo la spiaggia di Portixeddu” l'Unione Sarda denunciò l'accaduto schierandosi con le Autorità Regionali che sono intervenute per stroncare quello che sarebbe stato "... un enorme sconcio per la valorizzazione dell'incantevole zona ...".

Il Comune inviò diffida dall'eseguire le costruzioni a chi non aveva regolare Atto di acquisto e poi diede l'incarico ad un noto urbanista (ing. GUIDO TASSINARI di Napoli) per un nuovo progetto.

Esso venne regolarmente redatto, consegnato al Comune ma, siccome prevedeva un numero limitato di case e le richieste erano moltissime, non fu mai approvato.

Nel frattempo il Parlamento Nazionale aveva approvato nuove leggi che impedivano le costruzioni nelle vicinanze delle coste (prima a 150 mt dalla battigia, poi, con la legge Galasso, a 300 mt).

Così lo sviluppo di Portixeddu si è bloccato fino ai nostri giorni.

L'attuale insediamento è composto da circa quaranta case abitate quasi totalmente nel periodo estivo (oggi 2006 vi vivono stabilmente tre famiglie per un totale di 11 persone).

All'inizio mancava di tutto: acqua, fognature, corrente elettrica, depuratore, e si deve al costante impegno e sacrificio personale dei primi costruttori se oggi questi servizi sono presenti.

Molti sono i personaggi che hanno voluto fortemente lo sviluppo armonico e civile di Portixeddu, fra questi ci piace ricordare Amelio Pilloni, Gigi Satta Emilio Obino, Guglielmo Obino, Luigino Licheri, Vittorio Carta, Pietrino Pinna.

Portixeddu dalla sua nascita in poi ha conosciuto moltissimi estimatori che ancora oggi vengono in questo luogo incontaminato del sud-ovest della Sardegna.


Il testo in italiano è a cura di:
Salvatore Innamorato


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 Photo by: Innamorato Salvatore

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