Il Vulture è la zona del nord della Basilicata, dominata dal profilo del massiccio del Monte Vulture (1326 m), talvolta viene utilizzato per indicare in modo ristretto i comuni della Comunità Montana del Vulture.
Il Vulture conserva un importante patrimonio ambientale, ove i luoghi di tipo naturalistico sono legati perlopiù alla presenza di boschi, sorgenti, torrenti sub-montani e aree da pascolo.
I centri maggiori sono Lavello, Melfi, Rionero in Vulture e Venosa.
La zona comprende alcuni comuni di lingua albanese (Ginestra, Maschito, Barile).
Anche se risulta un territorio non molto vasto, il Vulture mostra una grande varietà morfologica.
La media montagna, situata a sud-ovest, è rappresentata dalla dorsale del "Monte Pierno - Santa Croce", la vetta più elevata della zona con i suoi 1407 metri.
L'area vulcanica comprende il Monte Vulture, rilievo isolato a forma conica, esteso per circa 45.000 ettari e solcato da una serie di valloni.
Alle pendici del Monte Vulture si trova un cratere che contiene i due laghi vulcanici di Monticchio.
La natura lavica del suolo e del sottosuolo, oltre a renderlo particolarmente ricco di acque minerali, permette anche la coltivazione della vite e dell'olivo.
Il vino DOC per eccellenza della zona è "Aglianico del Vulture", dal nome del vitigno di origine greca Ellenico, diffuso anche nell'Avellinese e nel Beneventano, ma a cui la matrice lavica dei terreni del Vulture conferisce una corposità e caratteristiche organolettiche tutte particolari, distinte dagli altri tipi di Aglianico.
Viene coltivato fino ai 800 metri di altitudine, sebbene le condizioni ottimali sono tra i 200 ed i 600 metri.
Da menzionare sono inoltre le acque minerali, le cui sorgenti rappresentano da millenni un immenso bacino idrominerario.
I terreni vulcanici danno alle acque sorgive una naturale effervescenza, che rappresenta una delle peculiarità delle acque del Vulture.
Da queste sorgenti sgorgano acque minerali acidule che hanno permesso lo sviluppo di industrie d'imbottigliamento come Fonti del Vulture di Rionero e Gaudianello della frazione omonima che esportano la loro produzione in tutta Italia.
Il turismo nel Vulture è prettamente naturalistico, gli ecoturisti possono praticare escursioni a piedi, in bicicletta e anche a cavallo.
Monticchio è il luogo più rappresentativo di questa forma di turismo nel Vulture, ove è possibile esplorare, sia a piedi che provvisti di mountain bike, la sua rigogliosa vegetazione, i suoi laghi e i suoi monumenti, tra tutti l'Abbazia di San Michele, che offre un panorama suggestivo dei laghi.
Oltre a Monticchio vi è la fiumara di Atella.
Un altro posto in cui si possono percorrere i sentieri naturalistici è Ruvo del Monte attraverso il bosco comunale di Bucito, costituito da querce e sorgenti, ed assegnato alle associazioni WWF e LIPU.
Dal punto di vista culturale, la zona del Vulture offre perlopiù castelli e chiese come luoghi d'interesse.
Sono degni di nota i castelli federiciani, i più importanti dei quali sono quello di Melfi, che ospita al suo interno uno dei più interessanti musei della civiltà lucana; di Lagopesole (oggi sede ufficiale del "Centro Studi Federiciani"), e di Venosa, edificato dal duca Pirro del Balzo e contenente tracce di cultura romana, normanna ed ebraica.
Tra i luoghi di culto religioso più distintivi sono da menzionare:
- l'Abbazia della SS. Trinità a Venosa, che è formata da due chiese, un'antica ed una nuova, conosciuta per non essere mai stata portata a termine
- la Cattedrale di Santa Maria Assunta a Melfi, edificata dai Normanni in stile romanico
- l'Abbazia di San Michele a Monticchio, fondata nel X secolo dai frati Benedettini
- la Cattedrale di Rapolla, costruita nel XII secolo con portale in stile romanico e con campanile del 1209
Fonti:
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