Le Marche e il vino
Vini eccellenti, feste popolari e manifestazioni dedicate al "nettare degli dei".
La storia del vino nelle Marche. Secondo Plinio il Vecchio i vini del Picenum (la regione d'Italia corrispondente alle odierne Marche), erano delicati d'aroma e saporosi nel gusto.
Questi elementi di distinzione andavano, e vanno, attribuiti alla dolcezza delle colline, degradanti verso l'Adriatico oggetto di meditazione dell'artista Tullio Pericoli, e prima ancora di lui, anche se in modo più visionario e onirico, Osvaldo Licini.
Nel Medio Evo fondamentale risulta l'azione di coordinamento e di direzione delle aziende agricole del tempo (denominate "grancie"), delle abbazie diffuse in tutto il territorio marchigiano.
Avvalendosi dei "patrones", i monaci seppero razionalizzare la coltivazione della vite e la sua trasformazione in vino.
Alla mensa del duca di Urbino i coppieri servivano i vini " avantagiati" delle Marche alle delegazioni degli ambasciatori delle potenti signorie d'Italia mentre musici, cantanti, ballerini ed acrobati allietavano il banchetto.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi, senz'altro il vino che gode di maggior prestigio nel mondo, vanta anche un singolare primato: è il primo nome di vino comparso nella più antica etichetta italiana.
L'immagine dei vini marchigiani, nonostante la relativa giovane età, ha saputo conquistare il consenso dei consumatori in virtù della lungimirante imprenditoria che ben ne ha saputo proporre le ragguardevoli caratteristiche organolettiche.
Le Marche vitivinicole: decine di aziende piccole e di medie dimensioni; 24mila ettari di vigne, circa un terzo per la produzione di vini DOC, 2 milioni di ettolitri di vino, con prevalenza di bianchi.
Il carattere forte e pignolo degli abitanti, una cultura ancor oggi legata a millenni di storia rurale non potevano non dare al vino delle Marche caratteristiche alla pari con nomi più conosciuti ed alla sua terra, una vocazione indiscutibile.
Il territorio e le varietà di vini.
La naturale dolcezza delle colline che si affacciano sull'Adriatico e la ricchezza della terra sono gli elementi fondamentali che fanno delle Marche un'eccellenza nel settore enologico.
Le colline marchigiane, che dolcemente degradano dall'Appennino sino al mare, rappresentano le zone più felici per il prosperare della coltura della vite e della produzione di ottime uve dall'essenza estremamente zuccherina e profumata, indispensabili per ottenere vini di eccellente qualità.
La vite nelle Marche è la coltura arborea principale; sono 19.500 gli ettari di vitigni, un terzo dei quali per la produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata.
Le Marche hanno un vino per ogni contrada, ognuno con le proprie caratteristiche, ma tutti vanno per il mondo e sono considerati eccellenti.
La regione al plurale offre una moltitudine di coltivazioni viticole che danno vita ad altrettanti vini pregiati, classificati in tre tipologie differenti: 5 tipologie di denominazione di origine controllata e garantita D.O.C.G, 15 a denominazione di origine controllata D.O.C. e vini ad Indicazione Geografica Tipica I.G.T, numeri che testimoniano l'alto livello raggiunto dalla vitivinicoltura marchigiana.
Oltre 162 cantine segnalate, più di 300 varietà di vini catalogati molti dei quali con un ottimo rapporto qualità/prezzo, rappresentano un'eccellenza conosciuta in tutto il mondo, grazie anche all'impegno di numerose piccole-medie imprese sparse su tutto il territorio che, da sempre, considerano la qualità un valore aggiunto per essere competitivi sul mercato globale.
Vini D.O.C.G.
Partendo dalla denominazione di origine controllata e garantita, i vini simbolo delle Marche sono il “Castelli di Jesi Verdicchio Riserva” ed il “Verdicchio di Matelica Riserva”, una varietà autoctona che esprime le sue caratteristiche migliori nelle assolate colline dello Jesino e nella sinclinale camerte, con un invecchiamento minimo di 18 mesi, di cui almeno sei in bottiglia.
L'altra grande varietà di vino è la “Vernaccia di Serrapetrona”, riconosciuta D.O.G.C. con il Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 18 agosto 2004, riservata al vino spumante nelle tipologie secco e dolce.
È coltivata nel territorio del Comune di Serrapetrona e in parte, in quello dei comuni di Belforte del Chienti e di San Severino Marche.
Tra i vini di denominazione di origine controllata e garantita si annovera anche il Conero, varietà che nasce da 7 comuni della provincia di Ancona: Offagna, Camerino, Sirolo, Numana e parte dei comuni di Castelfidardo e Osimo.
Ultima nata è la D.O.C.G. di Offida, un vino in perfetta simbiosi con il territorio circostante e strettamente legato alla tradizione vinicola del piceno.
Vini D.O.C.
Sono ben 15 le tipologie di vini classificati con la denominazione di origine controllata nelle Marche, tra questi i più conosciuti sono il Falerio collegato alla riscoperta di altre tipologie come la Passerina e il Pecorino.
Per chi ama il gusto più classico invece, in 18 comuni della provincia di Pesaro-Urbino è prodotto il famoso “Bianchello del Metauro”.
Tra le tipologie D.O.C. non potevano mancare i rossi come il “Lacrima di Morro d'Alba” con una composizione unica di uve tipica della zona che garantisce un prodotto di elevata qualità.
Sempre nella provincia di Ancona troviamo il “Rosso Conero” prende il nome dal riferimento geografico del promontorio del Monte Conero che si staglia sul mare Adriatico ed il “Rosso Piceno” che estende il suo areale di coltivazione dalla provincia anconetana sino a quella Picena.
Altri vini pregiati sono il “Verdicchio dei Castelli di Jesi” ed il “Verdicchio di Matelica”, “Colli Maceratesi” e “Colli Pesaresi”, il “San Ginesio”, “Pergola”, “I Terreni di San Severino”, “Serrapetrona”, “Terre di Offida ed Esino”; tipologie che coprono tutto il territorio e contribuiscono a far conoscere le Marche come la regione del buon vino.
Vini I.G.T.
Istituita con un Decreto del Ministero delle Risorse Agricole l'11 ottobre del 1995, l'indicazione geografica tipica "Marche" abbraccia tutta la regione ed contribuisce a valorizzare quei territori che non hanno usufruito delle denominazioni di origine controllata.
Il testo in italiano è tratto da:
- brochure “Le Marche e il vino”